AQUISGRANA
Il problema dei nomi geografici nelle diverse lingue e’ tutt’altro che di semplice soluzione come Antonio Stango lo liquida in due parole. Infatti, se osservate, nel caso dei nomi geografici, oltre alle regole della grammatica valgono anche quelle diplomatiche, oppure la storia. In tutte le lingue (oso supporre) Indianapolis si chiama Indianapolis (Carrie, puoi confermare?), mentre Roma o Firenze o Venezia hanno il loro nome in ogni lingua, talvolta coincidente con l’originale, talvolta no (Venice, Venedig, Rome, Rim, Florentsia, Florence, Mailand, Milan, Peking, Beijing, Copenhagen, Koebenhavn…) Un fenomeno curioso, per certi aspetti anche divertente, e che sempre piu’ spesso capita di osservare in questo pazzo mondo, e’ il desiderio di alcuni paesi di essere chiamati come pretendono (desiderio peraltro spesso legittimo). Cosi’, non sognatevi neanche di chiamare Bielorussia la Bielorussia: ci informa il presidente di quel triste e sfigatissimo paese che si dice BELARUS in tutte le lingue. Prendiamo atto anche che e’ proibito, pena incidenti diplomatici e pericolo di bombe atomiche, chiamare Birmania la Birmania: si chiama MYANMAR, anche se finora lo sapevano praticamente solo loro. Un altro presidente incazzato come un elefante e’ quello della Costa d’Avorio, pardon: COTE D’IVOIRE, perche’ secondo lui si deve dire cosi’ in tutte le lingue; attenzione che un “Ivory coast” potrebbe costarvi la pena di morte, per non parlare di “Elefantcsonpart” in ungherese o addirittura “Briag na slonovata kost” in bulgaro, che letteralmente vuol dire: “Spiaggia dell’osso di elefante”. E ci credo che s’incazzzino! Vorrei vedere noi se chiamassero l’Italia “Penisola a forma di stivale” o “Madrepatria di tutte le mafie” o “Campo di calcio straordinariamente esteso” oppure “Grosso apparecchio televisivo di forma irregolare”. C’incazzeremmo eh? Ma no che non c’incazzeremmo, gli italiani in realta’ sono molto pacifici e tolleranti (quando non si tratta di referendum, ma questa e’ un’altra storia…) I greci invece, molto noti per la loro grande apertura mentale, sopportano a malapena che li si chiami per nome invece di dover scrivere HELLAS, allora per rivalersi hanno battagliato per imporre alla nuova Repubblica di Macedonia il nome piu’ assurdo che si sia mai visto all’Onu: FYROM. Che gli abitanti macedoni si chiamino fyromiani o fyromesi, e’ ancora da chiarire, pero’ ha il suo fascino: suona esotico, perfino extraterrestre. I greci non c’e’ l’hanno ancora spiegato, nonostante gli altri paesi europei abbiano inviato ad Atene ingenti aiuti umanitari di fosforo e lecitina per migliorare le prestazioni intellettive dei ministri… ellenici. Che dire infine di molti luoghi di cui conserviamo la traduzione in italiano derivata dal latino? “La settimana scorsa sono stato alla fiera di Aquisgrana”. Ma siamo matti? Nessuno sa piu’ neanche dov’e’ Aquisgrana, tutti la chiamano Aachen (vicino a Monaco, Muenchen), cosi’ come ormai chiamiamo Regensburg Ratisbona, e verra’ anche l’ora che Norimberga la chiameremo finalmente Nuernberg, e Zurigo Zuerich, e Ginevra Geneve, e Parigi Paris, e Londra London, e Mosca Moskva, cosi’ come a nessuno passa piu’ per la testa di dire Nuova York. Proprio stasera, mentre per cena sorseggiavo un brodo di Magonza (Mainz, sul Reno, Rhein, non lontano da Koeln, Colonia), pensavo a quanto sarebbe assurdo chiamare Plovdiv (seconda citta’ della Bulgaria), col suo nome in italiano: Filippopoli, ma vi rendete conto?!? “vado a cercare iscritti a Filippopoli”… E per forza che non ne trovo!, in tutta la sua storia il Pr non ha mai avuto un iscritto di nome Filippo! (ma anche questa e’ un’altra faccenda…) Quanto alla capitale Sofia, dovremmo chiamarla Serdica, che schifo, piuttosto diciamo direttamente Merdica e facciamo prima per capirci. Il mal di testa arriva regolare quando i nostri compagni albanesi ci informano puntualmente di cosa e’ successo ad ARGIROCASTRO. Ci diranno finalmente, i sadici, come diavolo si chiama questo posto nella loro stessa lingua, cosi’ posso andarlo a cercare sulla carta geografica e capire dov’e’ di preciso? E ancora: che la Rhodesia fosse Zimbabwe, ok. La Thailandia Siam, e vabbe’. L’Alto Volta Burkina Faso, no problem. Che Alma Ata sia Almaty mi ha un po’ sconvolto, ma l’ho digerito: figuriamoci, ho digerito perfino di chiamare “PDS” il Partito comunista italiano… Invece non accetto di chiamare il Partito radicale con un altro nome perche’ di qua converrebbe cosi’ e di la’ converrebbe cosa’. Ma porco cane, sono anni che lottiamo disperatamente per farci chiamare come ci chiamiamo ed evitare confusioni con quei partiti “radicali” poco simpatici come quello serbo di Stipsij, e proprio adesso dovremmo cambiare per chiamarci “partito radicale pippo” o “partito radicale pagano” o “partito radicale in alto in basso a destra sinistra e avantindietro” o non so cosa? Boh, me pare ‘na stronzata. Il Partito radicale non ha nulla da rimproverarsi per il suo passato, quindi puo’ continuare a chiamarsi per nome. Cosi’ come Istanbul si scrive Istanbul, e meno male che qualcuno l’ha fatto notare, altrimenti facevamo una brutta figuraccia da provinciali. Ovvio, infine, che Massimo non si riferisse a Paolino, che puo’ fare qualche piccolo sbaglio con la tastiera, ma ne fa molti meno di chi invece ci vede benissimo e si rotola nel protagonismo. Io continuero’ a scrivere Istanbul, con la enne, anche in italiano. p.s.: a proposito di Pagano (scusate se lo evoco), ma come si scrive Istanbul in esperanto?