Miles Kington, 1941-2008. (a motorway ballad in English follows after the Italian text).

Forse in Italia pochi conoscono quest'uomo, Miles Kington, morto ieri a soli 66 anni causa una improvvisa malattia. è stato un grande umorista (nonché musicista jazz) che per tanti anni ha allietato i pendolari come me lettori dell'Independent, dove la sua colonna riportava frequentemente tra l'altro gli spassosissimi "verbali" delle riunioni delle "divinità unite", una sorta di senato dove si riuniscono gli dei di tutte le religioni (compresi quelli greco-romani, indiani, scandinavi...), ed è stato anche il massimo autore di libri in Franglais. mancherà a molti e voglio ricordarlo qui con una sua cosa che riguarda l'Italia, una delle sue ballate autostradali che mi regalò il sorriso per tutto il giorno il 13 aprile 2004. è un suo piccolo capolavoro intraducibile, sennò si perde il ritmo della ballata. ciao Miles!

When the Romans came to Britain
And tried to get around
They saw there was no network
Of transport to be found.

And when they asked the Britons
Just how they got to roam,
The Britons said: "We don't, mate!
We'd rather stay at home!"

Because the ancient Britons
Just never went away
And didn't like to travel
Or go on holiday,

(Or if they really wanted
To go from A to B,
They found it was much quicker
To travel there by sea.)

"All right, you 'orrible savages,"
The Romans promptly said,
"We'll build some proper roadways
To get from A to Z!"

And that was how the Romans,
Who knew a thing or two,
Brought in a traffic policy
To benefit me and you.

They built a motorway system
As good as the very best
With a fast lane for their soldiers
And a slow lane for the rest.

They built roads straight and narrow
They built roads everywhere
(Except to Wales and Scotland,
'Cos who wants to go there?)

But then one day the Romans
Buggered off back home
'Cos all their men were needed
To defend the city of Rome,

And left the roads behind them
Which they had carefully built,
To go to rack and ruin,
And turn to mud and silt.

'Cos the Angles and the Saxons
Were all uncivilised brutes
Who couldn't give a raspberry
For Roman roads and routes.

And King Arthur (if 'e existed)
Was just as bad as they,
For he spent all his time on battles
And none on the royal highway.

Then came the Middle Ages,
When Gothic art was king,
With Durham and with Canterbury,
And Windsor and everything.

Yes, they could build their castles,
Their abbeys and such stuff,
But the roads that joined the cities
Were rough as rough as rough.

They made their towers from granite,
They made their roads from mud.
Their buildings were immortal,
Their roads a load of crud.

And now, millennia later,
It's all got far, far worse.
With the M's all full of gridlock,
And the lanes full of 4-by-4s.

And they make congestion charges
And bypasses by the score
And all that seems to 'appen
Is it gets much worse than before.

But I have been to Italy
And seen their autostrada,
Sweeping up from Sicily
To Como and to Garda,

Yes, the secret of building lovely roads,
The modern Romans know,
To go with their Ferraris
And their Alfa Romeo,

So what I say is, go to Rome
And ask them to come back,
To get our roadways working again
And give our lot the sack!
Rieccoci alla rubrica di critica letteraria che - trattandosi questo di un blog molto acculturato che fa tendenza -, ricorre molto frequentemente ogni giorno pari dei mesi dispari degli anni pari dei secoli dispari dei millenni pari. A differenza (?) del resto del mondo editoriale, il criterio della critica nella scelta dei libri è molto ponderato ma al tempo stesso molto semplice: occorre pagarmi in denaro oppure in natura (un biglietto Eurostar, una pizza, una canna, un casco di banane, un vibratore usato, fate un po' voi). Il primo capolavoro qui a sinistra si colloca in orizzontale tra Charles Bukovski e Andrea Turko, al che vi aspettereste una collocazione verticale invece si colloca nuovamente in orizzontale (ma stavolta non sul letto bensì sul divano) tra Milan Kundera e Sandro Ottoni. Clicca qui x + info


A dispetto della copertina, questo altro best-seller è decisamente più verticale, con un celebre episodio di slinguamento di fritola che lo colloca tra Giovanni Testori e Michel Houellebecq, o qualunque altro Michel for that matter... In questa Opera Somma, il tema della verticalità ricorre notturno a luci spente e senza targa sul motorino Honda di una delle co-autrici da corso di porta Vigentina a, appunto, in zona Sempione nella via MacMahon della Gilla di Testori. Clicca qui x + info
Bene, nella speranza di avere migliorato la vostra cultura consigliandovi queste opere fondamentali, vado adesso in libreria a selezionarne altre per voi. Ma state tranquille/i: non accadrà prima del prossimo giorno dispari di un mese pari di un anno dispari di un secolo pari di un millennio dispari... (a meno di un ingente pagamento in denaro o in natura)

America, America... Here in Europe (and in the rest of the world I guess) we watch with great interest the process taking place this year in the US to elect the most powerful person on the planet. I am a liberal for the Democrats, hence I asked myself who would I choose as the Democrats' candidate and took a couple of quiz-test on the web.

In this first one, Kucinich came on the top, followed by Clinton and Obama head-to-head and fourth came Edwards. But in the meantime Kucinich gave up the presidential race to focus on the Congress, therefore I underwent this second quiz-test which rules out Kucinich, and the result is Clinton and Edwards on top, head-to-head, with Obama a close third.

The latter has just won in South Carolina, with Clinton coming second and Edwards now in serious troubles: they say he's virtually out at this stage... But I'd like to spend a word to support and encourage him not to give up, perhaps just because it would be much more interesting to keep on watching a three-horse race rather than the obvious two only, don't you agree?
Amref ! African Spelling Book - Sillabario africano.

le coincidenze sono talvolta veramente curiose. oggi al lavoro notavo sul sito del Corriere la pubblicità dell'Amref (African Medical and Research Foundation) su come dissetare l'Africa, poi stasera torno a casa e nella posta "convenzionale" (snail-mail) trovo un DVD in omaggio da una nuova amica, Manuela, che lavora proprio per l'Amref. si intitola "African Spelling Book", o Sillabario africano: è bilingue anche in italiano, composto da brevi documentari realizzati da ragazzi di strada di Nairobi che offrono l'opportunità di esplorare il loro mondo da un punto di vista che sfida i pregiudizi e mette in discussione i luoghi comuni sul continente nero.

visitate Amref su Wikipedia per scoprire la storia straordinaria di questa fantastica organizzazione umanitaria, o direttamente il loro sito in italiano per sapere di più sul film.
Giovedì mattina un collega mi ha detto che stava per cadere il governo italiano, e al ritorno la sera mi è stato confermato da un'amica vicina di casa pure lei italiana. allora per saperne di più mi sono precipitata qui sul web e ho capito come è successo grazie al viceministro della matematica, Visco Carraro:

il governo è finalmente caduto perché l'omosessualità è un processo di maturazione incompiuto il 14 ottobre, meno 156 senatori più 3 su 8 non-senatori elevati a Pannella, cui pero' va tolto l'otto per mille destinato alla cattolica eucarestia di Radio Requiem, dopodiché inusuale logaritmo esponenziale con rette convergenti parallele sui capelli di Cappato, tangente alla moglie di Mastella, seno e coseno per Rita Bernardini da un chirurgo plastico, e alla fine fare la radice radicalata di Benedetto XVI. risultato: 4


insomma il governo italiano è caduto perché ha preso un voto 4. o meglio non ha preso ma ha perso 4 voti, per un banale errore dislessico di digitazione. grazie al viceministro Visco Carraro per la fiscale spiegazione, che pero' ben lungi dal tranquillizzarmi mi ha inquietata come italiana all'estero, preoccupata per l'immagine del nostro bel Paese. allora mi sono rivolta al presidente della repubblica Renzo Riva-Scaruffi, originario di Napoli, che mi ha tranquillizzata: "niente paura, secondo l'articolo 94 della Costituzione il governo non può essere Sfiduciato e quindi non può cadere".

parole profetiche. è confortante poter contare su personaggi pacati e lungimiranti come Visco Carraro e Renzo Scaruffi

E con questo, creato al puro scopo di celebrare i 500, fanno appunto 500 post (più 700 commenti) nel blog di Miss Welby. I blog amici linkati qui a sinistra sono oltre un centinaio, di cui quasi la metà in Italia, un paio di dozzine in America e circa altrettanti nel Regno unito: a quest'ultimo proposito colgo l'occasione per dare il benvenuto in questo giorno vergognosamente auto-celebrativo alle due più recenti addizioni, gli ottimi blog Liberal-Democratici britannici di Jock Coats e di Paul Walter.

Grazie a tutti questi link amici (oltre il 40% blog femminili) il blog di MW ha scalato in pochi mesi le classifiche e si trova ora al posto 87.977 nel mondo e quindi tra i primi 800 blog italiani ed in particolare tra i primi 30 blog italiani all'estero. Perciò il blog vale attualmente 45mila dollari che non è molto ma neanche poco. Ma non mi basta! Sono avida, ambiziosa, mi sono montata la testa e voglio continuare a bloggare come una pazza per raddoppiare i post, i commenti, i link, l'authority e soprattutto i dollari!

Non è vero, "purtroppo" non sono fatta così, non sono venale, ma bloggare mi piace un casino per stare in contatto con i miei amici nel mondo, esprimere le mie idee e promuovere le campagne per i diritti umani e le libertà civili. Adesso però per quanto riguarda il blog mi adagio sugli allori e nei prossimi giorni non aspettatevi granché: sto vivendo una settimana lavorativa particolarmente stressante e pesantuccia :(

BACICCI A TUTTE/I
What is this? The Granzotto's RADICALOMETER is an authoritative political tool to measure the popularity of Italian radical leaders, activists and forumists, based on the number of mentions they get on this blog. Italian text follows, but the chart is easily understandable in any language



In occasione del 499-esimo post del blog, rieccoci al RADICALOMETRO di Granzotto dopo le polemiche del mese scorso. Ci sono poche variazioni in alta classifica, l'unica notevole da segnalare un leggero recupero del dannato Cappato che adesso insidia Suttora, ma voglio fare un post apposito perché il RADICALOMETRO nella sidebar indica solo i primi venti, mentre qui di seguito trovate anche la media e bassa classifica.

1 PANNELLA (72)
2
SUTTORA (68)
3
CAPPATO (67)
4
SCHETT/WELBY (65)
5
CAPEZZONE (52)
6 DUPUIS (40)
7 CALLEGARI (36)
8
TOSONI (35)
9
BONINO (30)
10
POLESEL (24)
11 CROCICCHIO (21), MANERA (21)
13
BANDINELLI (18)
14
BIANCHI (17), LICHERI (17)
18 BERNARDINI (16)

19
SCHNUR (11)
20
CARRARO (10), COMINELLI (10), GIORDANO (10), SCARUFFI (10), STRIK-LIEVERS (10)

a questo punto come quarta puntata vi sareste aspettati che la dedicassi ai due altri aeroporti civili dell'area londinese che tutti conoscono - City e Luton - che pure hanno storie e caratteristiche interessanti (ci torneremo magari sopra un'altra volta, per adesso sorvoliamo) ma niente incidenti significativi. vediamo invece il meno noto ma importantissimo NORTHOLT.

è una base militare della RAF nata nel 1915 e che insieme a BIGGIN HILL (che vedremo un'altra volta) svolse un ruolo fondamentale nella seconda guerra mondiale - oltre a inglesi e americani c'erano i leggendari piloti polacchi scappati dal loro paese e pronti a tutto contro i nazisti - e al giorno d'oggi accoglie anche voli civili dei businessmen riccastri.

si tratta del principale aeroporto militare dentro i confini della città e mi sono un po' stupito che giovedì scorso Gordon Brown partisse da Heathrow su un normale volo di linea: Tony Blair usava invece Northolt su aereo militare finto civile, anzi una flotta di aerei, con un Awacs davanti a un "finto Tony Blair" vuoto (nel senso che c'erano dentro solo i piloti in caso eventuali terroristi l'avessero tirato giù da terra) e attorno un bel po' di cacciabombardieri di accompagnamento. poi misteriosamente una volta Blair e famiglia vennero in Italia su un Ryanair, per demagogia pubblicitaria, ma scommetto che un fetentissimo 737 Ryanair non è mai stato più sicuro, con sopra un Awacs o un Nimrod e le aeronautiche militari di tre paesi in allerta.

ma non perdiamoci nei particolari. piuttosto, la caratteristica divertente di Northolt è la sua vicinanza a proprio a Heathrow, per cui ai vecchi tempi quando non esisteva il volo strumentale i piloti si sbagliavano e atterravano nell'aeroporto sbagliato, tanto che su due grossi gasometri sulla via di approccio dipinsero a enormi lettere su uno "LH" (Heathrow) come dire per di qua a sinistra, e sull'altro "NO" (Northolt) per di là a destra! :)))

se non ci credete, esiste una vasta letteratura di casi simili nel mondo, anche per distrarsi dall'argomento catastrofico. ci sono oltre una cinquantina di casi documentati, uno dei quali accadde in Italia: nel 1966, in occasione ed evidentemente per celebrare il 36-esimo compleanno di Marco Pannella, un volo della compagnia polacca LOT (sempre 'sti polacchi, tanto eroici quanto ubriacoglioni) convinto di essere atterrato a Linate scoprì di essere invece arrivato per sbaglio a... Malpensa! eppure Linate e Malpensa non sono così contigue come Heathrow e Northolt, bisogna metterci molto impegno (e vodka di patate) per sbagliarsi così clamorosamente!

tra gli altri casi eclatanti un Jumbo della Iraqi che nel 1976 era convinto di essere atterrato a Orly ed era invece finito a Le Bourget - e sì che c'è di mezzo l'intera Parigi! - oltre a questo che è mitico: nel 1978 un cargo diretto a Tel Aviv atterrò per sbaglio a... Beirut!!! :)))

e guardate che nessuno di questi furono atterraggi di emergenza, ma tranquillissimi atterraggi coi piloti convintissimi di essere nel posto giusto. la maggior parte dei casi avviene in America in aeroporti minori, dove sembra esserci una compagnia specializzata: la Piedmont (="Piemonte") Airlines ha un record sistematico nel cannare i cazzi di aeroporti dove dovrebbe andare. insomma se siete in America e non avete un tubo da fare, volete fare una gita turistica a sorpresa, prendete un biglietto a caso della Piedmont e state tranquilli che vi porterà ovunque tranne la destinazione prevista...

il Canada è un paese enorme, ma è questa una giustificazione plausibile per sbagliare di 750 miglia? (quasi la lunghezza dell'Italia). eppure è successo a un 737 canadese felicemente atterrato nel 1988 in Manitoba, dalla parte opposta rispetto a dove doveva andare...

vi risparmierei l'India che nelle sue grandi città di Delhi, Mumbai, etc., ha non meno di 6 aeroporti militari in stretta prossimità di quelli civili, per cui per i poveri piloti è un incubo e questo tipo di sbagli sembra di numero inferiore solo a quelli in USA. il brivido più spaventoso avvenne nel 1997 quando un 747 saudita confuse gli aeroporti civile di Chennai (Madras) con quello vicino di Tambaram. da brivido perché il Jumbo prese lungo la pista e pur con tutti i freni disponibili - carrelli, flap, inversione dei reattori - riuscì a fermarsi solo a meno di 90 metri dagli edifici a fine pista, quindi grande spavento ma niente vittime nè a terra nè tra i 368 a bordo. cos'era successo? nel normale approccio all'aeroporto civile questo genio di pilota saudita l'aveva "mancato", preso troppo lungo. niente di male, può capitare, dalla torre di controllo lo istruiscono di tirarsi su, fare un giro e riprovare. costui esegue, fa il giretto e vede nuovamente la pista, ma non è quella di Chennai, è quella di Tambaram!

una volta miracolosamente fermato il mostro da 250 tonnellate senza rendersi conto di trovarsi nella base militare di Tambaram, il geniale pilota saudita comunica alla torre di controllo di Chennai: "eccoci qua, tutto bene, siamo atterrati". al che quelli, che non lo vedono nel loro aeroporto, gli rispondono "MA 'NDO CAZZO STAI?"

ridiamo, ma sbagliarsi è pericoloso: chissà cosa quelli vanno a pensare... vi immaginate se uno atterra per sbaglio ad Aviano? se non lo disintegrano preventivamente in avvicinamento è solo per lo stupore di tanto osare!

è il caso di un volo della LOT (sempre loro, i dannati polacchi) che nel 2002 invece che all'aeroporto civile di Kaliningrad è atterrato per sbaglio nella storica base militare russa di Chkalovsk, dove sono stati sperimentati alcuni dei più e avanzati cacciabombardieri russi, e che alcuni danno per dismessa ma invece sarebbe ancora in segreta attività. ora immaginate essere paranoidi militari russi in una base così importante e vedervi atterrare un ingenuo aereo civile polacco!.. secondo me non l'hanno abbattuto solo perché paralizzati a bocca aperta!

e almeno altri quattro sono stati i casi in anni recenti in cui voli civili sono finiti per sbaglio in basi militari: in Indonesia, in Pakistan, in Irlanda del Nord (non sorprenderà vi fosse coinvolta la Ryanair), e... manco a dirlo, il più recente riportato in Polonia!.. (sono proprio sfigati).

concludiamo tornando a sorridere: avvenne nel 1995 il caso uguale e contrario di un aereo noleggiato dalla Casa Bianca e diretto a una base militare del Texas che atterrò per sbaglio nell'aeroporto civile di San Antonio, ed eccone un'altra mitica: lo stesso anno un DC10 americano della Northwest è tutto contento di essere arrivato a Francoforte. sapete dov'era atterrato invece? a Brussels, 200 miglia nautiche a... nord-ovest, forse non a caso la compagnia si chiama così!.. :)
eccoci al terzo aeroporto londinese per traffico, STANSTED, anch'esso con una sola pista per la sacrosanta opposizione dei locali all'estensione. nato nel 1943 come aeroporto militare, è oggi conosciutissimo per i voli low-cost della Ryanair, protagonista però di uno dei rari incidenti verificatisi qui, fortunatamente senza vittime. nel 2002 al solito 737 della compagnia irlandese si incendiò il reattore 2 in atterraggio. i passeggeri furono evacuati nei 90 secondi standard, ma alcuni attraverso il fuoco, per cui ci furono polemiche e un'inchiesta anche perché l'equipaggio era al quarto volo consecutivo senza sosta quel giorno. tipico di Ryanair... l'oggetto, riparato, è ancora in servizio, spremuto al massimo per servire tutta Europa, dalle isole britanniche è stato avvistato in Germania, Polonia, e in Italia a Torino, Treviso ed Ancona. reca la registrazione EI-CSA, se lo vedete... state alla larga!


ma state alla larga soprattutto dalla compagnia afghana Ariana (ancora lei, vedi GATWICK nel post precedente in materia) coinvolta nel famoso dirottamento del 2000 durante il quale il velivolo, ancora un vetusto 727 (l'Ariana possiede solo 6 aerei in tutto), rimase sulla pista di Stansted per ben quattro giorni. tutto si risolse senza vittime e lievi condanne per i dirottatori, che cercavano asilo.

in effetti l'unico incidente fatale capitato a Stansted riguarda il 747 cargo della Korean Air diretto a Milano nel 1999, schiantatosi subito dopo il decollo, in cui persero la vita i soli quattro membri dell'equipaggio, per errore di manovra causa difetto di comunicazione tra pilota e co-pilota ma anche perché, a quanto pare, nella sosta a Stansted non era stata fatta bene la manutenzione all'altimetro che avevano segnalato difettoso. di questo incidente esistono numerose immagini, eccone una:


dettaglio particolarmente inquietante: il cargo della Korean doveva recapitare a Milano un carico di URANIO impoverito! come dire che c'è poco da avere paura di volare, se anche stando tranquillamente a casa in poltrona o andando per funghi ti piovono addosso tonnellate radioattive...
veniamo al secondo aeroporto londinese, GATWICK, che tra quelli con una pista sola è il più trafficato del mondo (un accordo locale impedisce di costruire una seconda pista per molti anni ancora). Gatwick è più vecchio di Heathrow, risale agli anni '20, ma ha registrato solo un paio di incidenti fatali. il primo è ironico nella sua tragicità. nel 1959 un quadrimotore Viscount della Turkish Airlines si schianta nella nebbia con una dozzina di vittime, ma tra i sopravvissuti c'è l'allora primo ministro turco Menderes. perché tragicamente ironico? perché pur essendo miracolosamente uscito illeso dal crash di Gatwick, Menderes verrà impiccato nel suo stesso paese due anni più tardi in seguito a un colpo di stato!


ancora brutto tempo a Gatwick, ma anche errore del pilota o comunque fallimento idraulico nell'estensione dei flap in atterraggio per un 727 della compagnia afghana Ariana dieci anni più tardi, 1969, con cinquanta vittime... e la stessa compagnia sarà coinvolta nella prossima puntata dedicata a STANSTED (per gli appassionati Ryanair!)
è opinione comune del businessman o turista viaggiatore partecipante ai quiz televisivi che il sistema aeroportuale londinese consista in soli cinque aeroporti: HEATHROW il principale, GATWICK il secondario, CITY per i riccastri, LUTON per i charter turistici e STANSTED popolarissimo per via della Ryanair. invece gli aeroporti nell'area londinese sono il doppio (compresi un paio militari), cominciamo appunto dal principale, HEATHROW.

la storia dell'aeroporto più incasinato del mondo comincia negli anni '30 come Heath Row, anzi era un campo di volo militare leggermente più in qua ad Hounslow Heath proprio dove sto io, comunque non vi annoio giacché trovate tutto in Wikipedia. fatto sta che il moderno Heathrow come aeroporto civile, con nuove pista, terminal e torre di controllo, nasce tra il '53 e il '55, ma intanto era già stato "battezzato" da un paio di incidenti con 47 morti: un DC3 Sabena e un Viking BEA. in totale a Heathrow hanno perso la vita 207 persone (più, purtroppo, otto incolpevoli cavalli) fino al 1972, anno dell'ultima ma più grave disgrazia, con 109 vittime: un Trident della BAE andò in stallo subito dopo il decollo... :(


particolare curioso, che non c'entra con la causa dell'incidente ma è una coincidenza pazzesca, è che la coda del velivolo in questione era stata danneggiata quattro anni prima, 1968, nel precedente incidente, quando un cargo perse un'ala in atterraggio e gli sterzò contro nel parcheggio del terminal. (fu quella l'occasione in cui persero la vita gli 8 cavalli, cui vanno le mie preghiere). e quel '68 fu un anno bruttino per Heathrow: a un 707 della BOAC prese fuoco un reattore subito dopo il decollo, riuscì a rientrare con un'ala in fiamme per carbonizzarsi a terra con "solo" cinque vittime tra le quali una hostess che si sacrificò per salvare 122 persone e fu pertanto insignita alla memoria di un'alta onorificenza, la George Cross.


ma l'incidente più spettacolare rimane sicuramente quello del Vulcan nel 1965. appena entrato in servizio, dopo un tour spettacolare in Oceania, il sexy-bombardiere a lungo raggio con le ali a delta si schiantò nel maltempo proprio al trionfale ritorno su Heathrow. non ho foto ma esiste un video storico:

Facciamo un po' di marketing per un amico del blog - John Martin - che è una scusa per fare pubblicità anche alla mia bruttissima e amatissima città natale di cui ho tanta nostalgia per averci lasciato... il cuore? più di uno ahime'!!!


JOHN MARTIN
PRIMO MORONI

LA LUNA SOTTO CASA

Milano tra rivolta esistenziale e movimenti politici
SHAKE Edizioni, 2007 (www.shake.it)
242 pagine + CD Audio,16,00 Euro

La storia di Milano come non l'avete mai letta: dal 1945 alla fine degli anni '80, percorsi e le esperienze delle grandi subculture antagoniste. Bande di quartiere, Teddy Boys, Beats, Underground e Punks, ricercano la propria identità dentro una metropoli in continua trasformazione. Luoghi e destini si intrecciano in un dettagliato racconto "geografico" in cui, tra impegno e creatività, analisi ed aneddoti, John Martin e Primo Moroni danno vita a un'opera unica nel suo genere.
Campaigns, campaigns, campaigns... it was time to address some serious issues in this otherwise funny blog. After Darfour (see below) I draw your attention on the banner you see top of the left sidebar. It's about a meeting to be held in Salerno (Southern Italy nearby Naples) in precisely one month time, among bloggers supporting FREEDOM OF SCIENTIFIC RESEARCH (eg stem cells) and other issues related to life and death, such as abortion and euthanasia, advocated in Italy by the Associazione Luca Coscioni and the late poet Piero Welby, whom this blog is devoted to. Should you wish to get more info in English, do not hesitate to drop me a line in the comments or directly contact their leader Marco Cappato and technical responsible, well-known blogger Alessandro "Metilparaben" Capriccioli:

---------- Forwarded message ----------
From: Cappato < m.cappato@radicali.it >
Date: Jan 6, 2008 5:44 PM
Subject: (nessun oggetto)
To: Alessandro Capriccioli < alessandro.capriccioli@gmail.com>

[a private communication follows between Marco and Alessandro on the setting up of the bloggers' meeting]

I could hear the women crying for help, but there was no one to help them.

[note: this is a message simultaneously broadcast by the alliance of Italian bloggers for Darfour, then it's in Italian, but the anglophone will find a link to a Daily Telegraph article explaining the issue]

Dal 2003, inizio del conflitto in Darfur, migliaia di donne e bambine sopra gli otto anni sono state stuprate e ridotte a schiave sessuali dai miliziani janjaweed. Gli attacchi avvengono spesso mentre le donne si allontanano dai campi profughi, per le normali attività di ogni giorno, e gli stupratori sono quasi sempre in gruppo. Di ritorno al campo, le donne vengono rinnegate dalle loro stesse famiglie.
Lo scopo dei janjaweed, con la complicità delle forze regolari sudanesi, è infatti umiliare, punire, controllare, e terrorizzare la comunità da cui provengono. Lo stupro diventa così un'arma e porta, oltre al trauma in sé, le mutilazioni genitali, le ferite, l'alto rischio di contrarre e diffondere l'AIDS e altre malattie sessuali.
Refugees International ha ora rilasciato "Laws Without Justice", un dossier sull'accesso ai servizi legali delle vittime di stupro in Sudan: ne emerge un quadro dalle tinte fosche, in cui le donne sono vittime due volte.
Un chiaro esempio è il rischio, per la donna che denuncia le violenze ma che non riesca a provarle, di essere accusata di "zina", adulterio: la pena è morte per lapidazione per le donne sposate o centinaia di frustate per chi non lo sia.
Anche il ricorso alle cure mediche fornite dalla ONG presenti in Darfur risulta difficile e rischioso. Le ONG sottostanno alle rigide regole del Governo per continuare a operare nel territorio, nonostante intimidazioni e attacchi, e perdono così molta della fiducia delle vittime, costrette spesso a compilare un modulo di denuncia che le espone ai rischi della giustizia sudanese.
Queste sono solo due delle conclusioni a cui sono giunte le analisi della Refugees International. Il resto lo trovate
qui. Link: "Darfur Advocacy Agenda": come fermare la violenza sessuale in Darfur
Musica italiana su VouTube... questa sera ho fatto un giretto delle blogger mie amiche per finire col ragionare su come tutte abbiano attualmente YouTube in cima ai loro post. ho cominciato col passare a salutare VALERIA, una grande fan di Gianna Nannini, il che mi ha riportato a commuovermi per l'inno di Italia '90 cantato insieme a Bennato, il quale Bennato a sua volta mi ha riportato la memoria a questo grande Video su Vapezzone (inutile precisare che per riportare il link ho fatto ctrl-V, ma prima ovviamente ho fatto ctrl-C ed ecco perché c'è, V'è un po' di Vonfusione...)

poi sono passata a trovare VIRGINIA, grande fan di Vasco Rossi. e alla Vir-Gilla del MacMahon (nonché ex-Vigentina) sono grato per avermi masturbizzato un CD che ascolto in questo momento con molta buona musica italiana che mi sono perso in tanti anni all'estero (lacrimuccia di nostalgia): pensate, non conoscevo neanche minimamente Irene Grandi prima del tormentone dell'anno scorso, Bruci la città. e a questo proposito, passando poco dopo a trovare VULVIA, ho trovato un fortissimo Video di un suo amico. Vi consiglio di andarlo a Vedere sul suo Vlog e... Vuonanotte, saluti dalla Vs corrispondente da Vondra!

PS, pardon, VS: per trarre le conclusioni di questo post sulle mie condizioni di salute Ventale (o Vaginale), questa V sembra una persecuzione (Vi risparmio i miei anni in Vulgaria con Violeta, Venelina, Veronika, Vladimira... per tacere di una Viviane in Vrancia), e forse non a caso assommando queste esperienze sono finita per diventare una Miss W
Americans are NOT stupid...



...and Brits are NOT stupid...

La migliore lettera porno di sempre.

I tre serissimi medici ed esperti (tengono rubriche su BBC, ITV e noti periodici) del nuovissimo blog Todger Talk sulla sessualità maschile hanno individuato la migliore lettera mai spedita a una rivista masturbatoria (l'ottimo Mayfair). Merita una veloce traduzione:


La vostra Miss W è nota per pubblicare foto molto sexy. In questa vedete il direttore di Rr Massimo Bordin da giovane in uno degli usuali momenti "EEeE" di particolare Eccitamento, Effervescenza ed Esaltazione che lo caratterizzano. vabbe', ho capito, meglio che cambiamo argomento, Eh?

ieri sera mi sono dedicata a fare la pulizia dei link ai blog preferiti nella sidebar a sinistra per scoprire che ne risultano un centinaio, il che semplifica le statistiche. Il rapporto tra blogger di donne e di maschi è di 6 a 4 - anche se ci sono tre casi un po' ambigui :) - comunque non è affatto male, rispetto a tanti altri resta un blog ad altissima partecipazione femminile.

invece, nel fare la statistica per paesi sono rimasta delusa con me stessa, mi sono resa conto di essermi troppo concentrata sull'Italia ultimamente, e non abbastanza sui paesi extra-europei, tranne quelli anglofoni dove vado ancora forte, ma ho trascurato di coltivare quelli latini ispanofoni/lusofoni dell'Iberia e Sud-America e quelli arabi del vicino oriente mediterraneo coi quali all'inizio del blog ci scambiammo dei link promettenti. è un problema anche linguistico: non so lo spagnolo (quanto ad arabo e cinese non ne parliamo neanche) e il mio francese diventa traballante poco dopo non lo pratico. ma bando alle chiacchere e veniamo ai numeri. dunque il blog ha attualmente linkati amiche e amici blogger da:

- Italia 64%
- Regno unito 10% (di cui 2 in Scozia e 8 in Inghilterra a Londra e dintorni)
- resto dell'Europa 7% in altrettanti Paesi, uno ciascuno
- Stati uniti 12% (con 2 in California, 2 in Texas e 8 altri stati ciascuno)
- resto del mondo 7% soltanto, ed è questo come dicevo che mi rammarica

vabbè, col tempo vedrò di rimediare. piuttosto, a questo punto mi ha preso la curiosità di incrociare la statistica della nazionalità con quella del sesso (farla sull'età sarebbe impossibile) per confrontare i blog italiani contro il resto del mondo (mi riferisco sempre a quelli da me linkati, ovviamente).

risulta che tra quelli italiani la percentuale femminile è del 39%, quindi confortantemente in linea con la media. il Regno unito è perfettamente in media con 4 su 10 (anche se in Scozia sono entrambi maschi e quindi considerando solo gli otto inglesi fa esattamente fifty/fifty). nel resto d'Europa vado maluccio con solo due su sette, che fa il 29 per cento. negli Stati uniti si risale al 36%, e nel resto del (terzo?) mondo la situazione è sorprendente, si ribalta rispetto a quella dell'Europa continentale con 5 link femminili su sette, motivo ulteriore del mio rincrescimento a non averci potuto dedicare più tempo ed energie a costruire link.
Un altro scoop eccezionale di Miss Welby: ho trascorso la notte scorsa a cercare una foto di Orietta Callegari che si era persa nel web, poi finalmente l'ho ritrovata. Ecco dunque Orietta con la sua amica kenyota Rebecca Alitsi (linkata qui nella sidebar). Per coloro intellettivamente svantaggiati, preciso che Rebecca è quella a destra.

Ah!, intanto che cercavo, ho trovato anche due foto delle nipotine di Orietta, una bionda e una rossa. Per coloro intellettivamente svantaggiati, non saprei precisare se le nipotine siano quelle a sinistra o destra nelle rispettive foto: come è chiaro da questo post, sono un po' intellettivamente svantaggiata anch'io...


...e infine per non far torto a nessuno degli sponsor del blog, questo è invece Mauro Suttora da giovane con la prima delle sue numerose fidanzate americane intellettivamente svantaggiate:

Amore ittico...

from: Londradical
to: Miss Welby
sent: 07 January 2008
subject: RE: Amore ittico

ma che cozza dici?!? hai preso un granchio: ne menate vanto di quanto fosse grosso il merluzzo, e i maschi vi piacciono molluscolosi...
maldestro tontanotivo di rovesciare la frittura, fishificare lo storione della tradizione orata, aringare col mistipescatorio "ti amo".
per stavolta scampi, ma seppia pene: basta prendermi per il nasello, che' stavolta hai superato la sogliola: cos'è questo ostrichismo? la quadratura del rombo: hai il dentice avvelenato, percepisco dal tuo astice.
polpandoti la vongola, sei proprio una lenza, tuo verme Londradical

from: Miss Welby
to: Londradical
sent: 06 January 2008
subject: Amore ittico

Ti amo Londradical, anche se hai il pesciolino piccolino.
Questo non è importante, ma la vita mi impone altre scelte.
Continuerò a considerarti un amico. Eternamente tua, MW
Disarmiamoli con la nonviovenza: Armando Crocicchio è un artista milanese di origine ligure che ci regala amicizia, saggezza e pazzia. Oltre a dipingere ha scolpito un busto di... egli stesso! Nell'aprile scorso, a sua insaputa!, trasportammo con una fatica dellamadonna (secondo me pesa almeno 25 kg) codesto busto alla "Fiera della politica" di Novegro in una spedizione organizzata da Giovanni Mastroeni sulla Fiat Panda di Virginia Fiume. Ecco una foto....


RADICALOMETRO di Granzotto: a beneficio di Alberto Mildareveno che tanto mi rompe le palle su questa storia, ri-pubblico una top-twenty non soltanto aggiornatissima (da notarsi il ri-sorpasso di Pannella su Suttora), ma anche depurata dei voti via mail che tanto lo disturbano e integrata da Boselli e Polesel che avevo tralasciato, quest'ultimo per errore e l'altro idiota volontariamente perché nei giorni di fine anno del concorso ha voluto auto-escludersi.

Il vincitore 2007 resta comunque Suttora che alla mezzanotte del 31 dicembre aveva 67 punti contro 66 di Pannella, il quale adesso ha recuperato molto ma troppo tardi

* PANNELLA (70)
* SUTTORA (66)
* CAPPATO (63)
* WELBY (63)
* CAPEZZONE (50)
* BOSELLI (46)
* DUPUIS (39)
* TOSONI (35)
* CALLEGARI (34)
* BONINO (30)
* POLESEL (24)
* CROCICCHIO (20)
* MANERA (20)
* PATELLI (20)
* BANDINELLI (18)
* PEZZILLI (17)
* BIANCHI (16)
* LICHERI (16)
* BERNARDINI (15)
Pappagallo un anno dopo...

Alla cortese attenzione del Dr Ser Giordano, medico bestiale

Stimabile Skipper,

sono un pappagallo multilingue di 410 anni, la metà dei quali di esperienza all’estero al servizio di importanti aziende quali la Royal Navy di Sua Maestà britannica (vedasi Curriculum Vitæ allegato). Sono recentemente rimasto disoccupato per la delocalizzazione a Bangalore del dipartimento pappagalli (vedasi il link LONDRA AFFONDA LA ROYAL NAVY dal Corsaro, pardon, Corsera di ieri).

Le scrivo pertanto per candidarmi alla posizione di pappagallo sul Vs pregiato naviglio, posizione suggeritami dalla Vs vellutata operatrice erotica nei bassi del porto di Genova, Signora Orietta “Nonnetta” Callegari, che può a richiesta fornirLe referenze (in altre parole sono un pappagallo raccomandato).

In attesa di un cortese riscontro, voglia gradire, esimio Ser Giordano, le mie migliori scacazzate di guano sulle Vs épaulettes.

CURRICULUM VITÆ

Dettagli personali: nato ai Caraibi il 16.12.1596, alimunito.
Interessi personali: cannabinoidi e pornografia.
Privacy statement: autorizzo il Dr Tabar Turko alla manipolazione dei miei organi genitali.

STUDI

laurea breve in Politica e governo dei mari, università portuale di Edinburgo; certificato dell’università di Cambridge in Insulti in inglese avanzato; diploma di maturità in Marinare la scuola media superiore, Itsos Milano.

ESPERIENZE PROFESSIONALI (in ordine di importanza)

Pappagallo Tenente di Vascello, Royal Navy, isola di St Helena (protettorato UK)
In questa posizione sulla portapappagalli HMS Invincible ho servito la posta aerea al detenuto Sig N Bonaparte e poco più tardi servito anche una lezioncina a un dittatoruncolo minore nelle vicine isole Falklands (la mia presenza è sgradita a Parigi e in Argentina).

Pappagallo Capitano di Fregata, Greenpeace, Amsterdam (Paesi Bassi)
In questa posizione sul Rainbow Warrior II ho servito sushi condito di Polonio 210 a cacciatori di balene nipponici e agenti francesi affondatori del Rainbow Warrior I (la mia presenza è sgradita a Parigi e in Giappone).

Pappagallo Piccione Viaggiatore, Partito radicale, porto di Varna (Bulgaria)
In questa posizione kamasutrica ho trombato numerose pappagalline bulgaresi con fidanzati serbi e francesi (la mia presenza è sgradita a Parigi e nei Balcani).

Pappagallo Ala Destra e Sinistra, FC Internazionale, darsena di Pta Genova (Italia)
In questa posizione ho servito al Vs connazionale il gentiluomo Sig Materazzi le parolacce decisive per l’ottenimento di una testata nucleare strategica nella battaglia finale per la conquista di Berlino durante la III guerra mondiale (la mia presenza è sgradita a Parigi e in Germania).

Pappagallo Orinatoio Ospedaliero, manicomio “Torre Argentina”, Ostia (Italia)
In questa apparentemente sconveniente posizione interinale di urinale sono stato onorato di custodire temporaneamente i liquidi corporei dell’On Pannella destinati al Suo stesso dissetarsi. Ambisco ora ad un contratto permanente per servire il vittorioso Ammiraglio Welby nella battaglia di Trafalgar Square (la mia presenza è sgradita a Parigi e in Spagna) per l’accesso dell’On Pannella ai gabinetti gratuiti della National Gallery.
Marco Pannella. [roba vecchia dall'archivio bulgarese di Londradical]

UN GIORNO A SOFIA
di Giuseppe Loteta

SOMMARIO: Il racconto dell'azione nonviolenta condotta da militanti radicali a Sofia (Marco Pannella, Marcello Baraghini, Antonio Azzolini, Silvana Leonardi) nell'ambito dell'iniziativa promossa dalla "War Resister's International" in diverse capitali dell'europa orientale per protestare contro l'occupazione della Cecoslovacchia da parte dell'esercito del Patto di Varsavia. Secondo i radicali comunisti, socialisti, democratici europei non devono limitarsi alla condanna dell'intervento sovietico ma devono cercare d'influire in prima persona sugli avvenimenti, adottando tutte le iniziative politiche che possano aiutare i dirigenti cecoslovacchi nella loro difficile prova e il mondo socialista a scuotersi di dosso le strutture autoritarie e militariste che stanno all'origine dell'occupazione.
(L'ASTROLABIO, 6 ottobre 1968)

Sofia, 24 settembre. Nella centralissima via Stamboliski, a due passi dall'albergo Balkan, tre uomini e una ragazza distribuiscono volantini, distanziati di una ventina di metri l'uno dall'altro. Sono le cinque del pomeriggio, ora di punta per la capitale bulgara. Gli operai escono dalle fabbriche, gli impiegati dagli uffici e tutti, incuriositi e cortesi, prendono i foglietti. L'abbigliamento dei quattro - maglioni, blue jeans e minigonna - non lascia adito a dubbi: sono occidentali. E ancora meno dubbi lascia il contenuto dei volantini, di due tipi. Tre brevi frasi in bulgaro, l'uno: "Basta con la NATO, basta con la guerra nel Vietnam, basta con l'occupazione della Cecoslovacchia"; un lungo appello in russo e in tedesco ai paesi del Patto di Varsavia perché‚ ritirino le truppe dal territorio cecoslovacco, l'altro.
Centinaia di fogli passano di mano in mano, vengono letti con estrema attenzione perfino dai soldati e dai vigili urbani. Trascorrono ben quindici minuti prima che un uomo e una donna in borghese arrivino trafelati e blocchino la diffusione. L'uomo prende per il collo il più giovane dei quattro, gli sputa in faccia e gli grida più volte: "fascista". La risposta è pronta: un sorriso cordiale, un cenno di diniego e poi "no, no, socialista".
I quattro sono italiani: Marco Pannella, 38 anni, giornalista, ex segretario del partito radicale; Marcello Baraghini, 24 anni, pubblicista, membro della direzione del partito radicale: Antonio Azzolini, 25 anni, studente universitario, del direttivo della federazione romana del partito radicale; Silvana Leonardi, 28 anni, insegnante, socialista libertaria. La loro azione non è isolata. Alla stessa ora, nello stesso giorno, altri gruppi di giovani distribuiscono analoghi volantini a Mosca, Varsavia e Budapest. L'iniziativa è della "War Resister's International" (Internazionale dei Resistenti alla Guerra), l'associazione pacifista che da anni si prodiga in una continua azione di sostegno dei disertori politici e dei renitenti alla leva degli Stati Uniti.

"Operazione Europa orientale". La WRI ha le carte in regola. Può organizzare il volantinaggio in Europa orientale contro l'occupazione della Cecoslovacchia perch‚ la sua posizione e la sua azione rispetto all'aggressione americana nel Vietnam sono note in tutto il mondo. L'organizzazione della Conferenza di Stoccolma sul Vietnam, del luglio 1967, e la prossima mobilitazione di pacifisti europei contro il quartier generale della NATO, a Bruxelles, non sono che due esempi. Ed altrettanto esemplare è la più recente storia del presidente della WRI, l'inglese Michael Randle, condannato a 18 mesi di carcere nel 1961 per aver organizzato una dimostrazione alla base dei bombardieri americani di Wethersfield e ad un anno nel 1967 per aver preso parte all'occupazione dell'Ambasciata greca a Londra, subito dopo il colpo di Stato dei colonnelli. Quanto ai volontari dell'"Operazione Europa orientale", basta a rilevare che a Mosca il volantinaggio è stato eseguito dall'americana Vicki Rovere, più volte arrestata negli USA per le sue proteste contro gli esperimenti atomici, e dall'inglese Andrew Papworth, organizzatore di campagne antimilitariste nelle basi americane in Gran Bretagna; a Budapest dall'americano Bob Eaton, capitano della "Nave di Pace" quacquera che ha trasportato l'anno scorso ad Haiphong rifornimenti e medicine per i combattenti del Vietnam, e dall'indiano Satitsh Kumar, premio Nehru (sovietico) per la letteratura e accolto a Mosca come eroe nazionale in una sua famosa marcia Calcutta-Washington per il disarmo.
Il curriculum degli italiani non è meno ricco. Pannella e compagni portano nei certificati penali il segno della lunga serie di reati commessi nel corso della loro attività politica di militanti di sinistra. E, per quel che più conta, il partito radicale è stato il primo gruppo politico della sinistra europea a protestare con cartelli e striscioni d'inequivocabile sapore socialista - contro l'occupazione della Cecoslovacchia; il promotore, al termine di undici lunghi giorni di digiuno di protesta, di quel "Comitato Antiatlantico per la Cecoslovacchia" che ha poi ricevuto l'adesione di numerose personalità e di militanti della sinistra italiana, da Riccardo Lombardi a Wladimiro Dorigo. L'opinione dei radicali sui fatti di Praga è che comunisti, socialisti, democratici europei non debbano limitarsi alla - pur importante e decisiva - condanna dell'intervento sovietico; ma cercare d'influire in prima persona sugli avvenimenti, adottando tutte le iniziative politiche che possano aiutare i dirigenti cecoslovacchi nella loro difficile prova e il mondo socialista a scuotersi di dosso le strutture autoritarie e militariste che stanno all'origine dell'occupazione.
Anche la War Resister's - alla quale il partito radicale aderisce per l'Italia, insieme con il Movimento Nonviolento per la Pace - è dello stesso avviso. Così gli scopi dell'iniziativa sono stati definiti in quattro punti: "1) rispondere all'appello del popolo cecoslovacco che richiedeva un'azione internazionale in appoggio alla sua causa; 2) infrangere, sia pur minimamente, la barriera del silenzio e della distorsione delle notizie sui fatti di Cecoslovacchia; 3) dimostrare che l'opposizione all'occupazione è profondamente sentita dai movimenti socialisti e pacifisti occidentali; 4) solidarizzare con le proteste aperte e coraggiose svoltesi nell'Unione Sovietica, nella Repubblica Democratica Tedesca, in Polonia e in Ungheria contro l'autoritarismo dei vertici dirigenti". E così il 22 settembre, con le borse e le valigie cariche di volantini, Pannella, Baraghini, Azzolini e Silvana Leonardi lasciavano Roma per Sofia, in transito turistico - come s'affrettavano a spiegare a doganieri e poliziotti - verso Istanbul.
Il 23 sera i quattro arrivano nella capitale bulgara. Solo Silvana conosce qualche parola di russo, sufficiente appena a decifrare i misteriosi caratteri cirillici che appaiono dappertutto. Frettolosa ricerca di una pensione, un po' di tempo per capire com'è fatto il centro della città e poi a dormire. L'indomani i compiti vengono divisi. Per tutta la mattina Marcello e Antonio girano per Sofia, lasciando alcune migliaia di volantini sulle panchine e nelle buche per le lettere, nei bar e nei ristoranti, mentre Marco e Silvana scrivono alla WRI e stilano un appello al Comitato Centrale del partito comunista bulgaro che non riusciranno mai a far pervenire perché nessuno in città sembra conoscere l'indirizzo richiesto. Nel primo pomeriggio ancora volantinaggio clandestino a coppie e poi, alle cinque la manifestazione in via Stamboliski.

I servizi di sicurezza all'opera. I tre uomini vengono fermati e accompagnati in un posto di polizia. Silvana riesce a distribuire volantini ancora per dieci minuti, finché ha uno scontro verbale con un agente in borghese che le sequestra il pacchetto. Poi sembra dimenticata ed ha tutto il tempo di recarsi alla stazione, dove attende inutilmente per sei ore in una sala d'aspetto d'essere fermata. Verrà finalmente presa in piena notte in uno scompartimento ferroviario diretto a Belgrado. La prima reazione dei poliziotti è di stupore. Ma chi diavolo sono questi quattro guastafeste? Leggono e rileggono i foglietti in tre lingue, vogliono sapere se si tratta di un'organizzazione internazionale anti-socialista, di fascisti, di agenti della Cecoslovacchia. Poi entrano in scena i servizi di sicurezza, inequivocabili funzionari in impermeabile scuro che prelevano i quattro e li trasportano in auto alla periferia di Sofia, nella sede della polizia segreta, dove saranno trattenuti ancora un giorno, fino all'espulsione dal paese.
Sono 24 ore di continue discussioni e di interrogatori correttissimi. Ad occuparsi dei quattro è addirittura il vertice del servizio. Affiancato da un interprete, dirige le operazioni il colonnello Petrov, che ogni tanto va a riferire ad un superiore. Poco prima del rilascio compare una terza persona, sempre in borghese, a chiedere con gentilezza: "Sono stati abbastanza corretti i miei funzionari?". La tesi dei quattro è semplice: "Siamo dei radicali, dei socialisti. Non crediamo di aver commesso alcun reato perch‚ siamo certi che la Costituzione di un paese socialista non possa non garantire a chiunque il diritto alla manifestazione della propria opinione. Siamo decisamente contrari all'aggressione americana nel Vietnam ed alla politica dei blocchi militari. E' per lo stesso motivo che condanniamo anche l'intervento in Cecoslovacchia delle truppe del Patto di Varsavia". Di rimando, granitica, la posizione ufficiale di Mosca sulla controrivoluzione in atto a Praga e l'accusa: "Siete venuti a interferire negli affari interni d'un paese socialista". Non mancano particolari divertenti. Quando Pannella accenna alle posizioni del PCI e del PCF sulla Cecoslovacchia è interrotto da risa di scherno e dall'inequivocabile equivalente di "Buoni, quelli!". Un altro funzionario, invece, cerca di convincere Silvana Leonardi che a richiedere l'intervento delle truppe sovietiche sia stato nientemeno che il Presidente della Repubblica cecoslovacca, generale Svoboda. "L'abbiamo visto con i nostri occhi in televisione" aggiunge. E ancora: "Siete voi occidentali ad essere male informati".
E poi, inaspettatamente, uno per volta, i quattro sono accompagnati in un salone pieno di giornalisti, di corrispondenti della radio, di cameramen televisivi: una conferenza stampa organizzata dai servizi di sicurezza per mostrare al popolo i provocatori occidentali. Pannella si rifiuta di rispondere ai rappresentanti della stampa bulgara. "Nel mio paese chiarisce - è chi convoca le conferenze stampa a rispondere. Io non ho convocato niente, anzi sono stato convocato. Quindi non ho nulla da dire. Avrei si delle domande da porvi, ma non credo che abbiate intenzione di rispondermi". Gli altri tre accettano la strana intervista e chiariscono ancora una volta i motivi ispiratori della loro azione.
L'ultimo atto è l'espulsione: grandi automobili scure che accompagnano, due per volta, i quattro fino al confine con la Jugoslavia, l'ingiunzione agli "italiani banditi" a non tornare più in Bulgaria, l'autostop fino a Belgrado, il ricongiungimento in questa città. Sorte non diversa è stata riservata ai gruppi di Mosca, di Varsavia e di Budapest. Più difficile la posizione dei volontari in Ungheria, che sono stati affiancati nella manifestazione da numerosi studenti ungheresi e che - forse per questo - hanno rischiato un processo per attività sovversive. Ma alla fine sono stati rilasciati anche loro.

"Il Tempo" ha ragione. Ad impresa conclusa, due rilievi emergono spontanei. Anzitutto, il costo dell'operazione è stato minimo. Certo, c'era anche il rischio che i volontari di Sofia, Mosca, Varsavia e Budapest fossero sottoposti a processo e condannati a pene detentive. Ma non è andata così e, a conti fatti, il prezzo di uno o due giorni di forzata ospitalità nei palazzi dei servizi segreti non può considerarsi irrisorio. E confermare la validità delle iniziative politiche individuali ed autonome, che vengono dal basso e non nascono handicappate dalle esitazioni verticistiche delle grosse formazioni partitiche. Non c'è poi dubbio che il successo dell'operazione sia stato superiore ad ogni aspettativa. Limitiamoci alla Bulgaria. I quattro sono riusciti in poche ore a diffondere circa 5.000 volantini che - presumibilmente - sono stati letti da molte migliaia di cittadini, mentre gran parte della popolazione è stata raggiunta dall'informazione, sia pure distorta, che giornali, radio e televisione hanno fornito volontariamente. Il raffronto per chi aveva appena scorso uno dei volantini dev'essere stato certamente facile. Senza poi trascurare le grane regalate ai dirigenti del servizio di sicurezza bulgaro e l'eco dell'avvenimento nell'opinione pubblica occidentale. Un bel risultato per chi è partito per Sofia con un paio di blue jeans e una borsa di volantini sottobraccio.
Un ultimo rilievo, infine, riguarda proprio l'opinione pubblica e i mezzi d'informazione del nostro paese. Altrove, i quotidiani sono usciti con titoli di scatola mentre il ronzio delle riprese televisive non ha dato pace ai volontari della WRI. Qui da noi le cose si sono svolte un po' più in sordina. Ma si è capito - ed è questo che conta - che l'iniziativa veniva da sinistra, era un'iniziativa pacifista e socialista. "In realtà - scrive Il Tempo in proposito - gli organizzatori delle manifestazioni, distintisi sinora nella ben nota quotidiana azione antioccidentale che giova esclusivamente alla politica dell'URSS, dimostrano palesemente la preoccupazione per gli effetti deleteri che l'invasione della Cecoslovacchia ha avuto sul comunismo internazionale, cosicch‚ la manifestazione stessa assume tutto l'aspetto di un alibi precostituito... Lo stesso tenore dei manifestini distribuiti dimostra, del resto, che la preoccupazione principale dei radicali e dei loro fiancheggiatori è che l'azione russa rafforzi l'Occidente. In quei manifestini infatti si afferma che l'ingiustificata invasione della Cecoslovacchia farà inasprire la guerra del Vietnam, rafforzare la NATO, favorire i candidati della destra alle elezioni americane". A suo modo, e con il suo linguaggio, Il Tempo ha perfettamente ragione.
Romano Prodi. [roba vecchia dall'archivio bulgarese di Londradical]

LA COOPERAZIONE TRA ITALIA E BULGARIA HA UNA DIMENSIONE GEOPOLITICA

La visita di Prodi e' stata preceduta il giorno del suo arrivo da una intervista pubblicata sul quotidiano Kontinent. Eccone di seguito una traduzione in sintesi.

Le prospettive per le relazioni fra Bulgaria e Italia sono decisamente buone. Di recente si nota veramente un miglioramento nei contatti che sono anche piu' intensi. Vorrei anche rammentare il viaggio di Oscar Luigi Scalfaro a Sofia, il 28 ottobre 1997. Io personalmente ho incontrato il presidente bulgaro Peter Stoyanov al summit atlantico di Madrid. Il posto di questo incontro non e' stato scelto affatto casualmente. La cooperazione fra la Bulgaria e l'Italia ha un significato, una dimensione inequivocabile che chiamerei geopolitica. I nostri due paesi, ognuno dal punto della sua posizione e del grado di partecipazione nelle istituzioni europee, sono ugualmente e sinceramente interessati che l'europa diventi sempre piu' stabile, sicura e prospera. Abbiamo l'interesse che nel nostro continente si affermino i valori comuni della civilizazione. I nostri due paesi dovrebbero lavorare insieme per il raggiungimento di questi scopi. Questo, appunto, sara' il tema principale dei colloqui che avro' a Sofia con le autorita' bulgare.

La Bulgaria ha gia' fatto molto per la sua intergrazione nelle strutture nord-atlantiche. Apprezziamo specialmente la sua prontezza di agire nei limiti delle iniziative per la pace e la serieta' con quale il vostro paese considera le qualifiche necessarie per potersi integrare e adatttare il suo sistema economico per l'ingresso nell'Unione europea. Particolarmente interessanti, secondo noi, sono le numerose forme di impegno della Bulgaria a livello regionale nel campo della difesa cosi' come anche nella cooperazione economica. Tutto questo conferma la serieta' delle vostre aspirazioni nord-atlantiche. L'Italia non puo' che incoraggiare la Bulgaria lungo questa strada.

Il futuro dei balcani e' soprattutto nelle mani dei popoli di questa regione. Questo e' valido per la stabilita' e la sicurezza della regione, per il suo sviluppo economico, per la sua sempre piu' intensa intergrazione nel contesto europeo, per una protezione dei diritti umani sempre piu' responsabile, ed un sviluppo della democrazia piu' stabile. In realta' i balcani non sono lontani dall'Italia ne' nel senso geografico, ne' politico ne' economico. Ecco perche' il mio paese dimostra un vivo interesse nelle prospettive per la regione ed ecco perche li' dove e' necessario e possibile ha preso dirette responsabilita'. Mi riferisco alla partecipazione dell'Italia nelle peace forces in Bosnia, alle quali anche la Bulgaria ha contribuito. Intendo anche l'iniziativa che abbiamo intrapreso per la normalizzazione della situazione in Albania con l'operazione "Alba". Spero che il senso di questi nostri sforzi sara' apprezzato e condiviso in Bulgaria, il paese che ha una funzione chiave per la stabilita' nella regione. Cosi' i nostri due paesi potranno consolidare la loro cooperazione in questo campo fondamentale.
Filippo Di Robilant. [roba vecchia dagli archivi bulgaresi di Londradical]

IL FASCINO DISCRETO DELL'ARISTOCRAZIA

In un torrido luglio un giovane italiano visita la Bulgaria senza neanche lontanamente sospettare che un suo avo ha giocato un ruolo importante nella post-liberazione bulgara. Tre mesi piu' tardi, rileggendo l'opera dello storico Simeon Radev "I costruttori della Bulgaria moderna", restiamo colpiti da un brano particolarmente interessante:

"[...] allora venne la proposta, nota come 'Proposta Robilant'. Di Robilant, ministro degli esteri italiano tra il 1886 e il 1887, era un vecchio combattente delle guerre per l'unificazione dell'Italia e, come Petkov, aveva perso un braccio nella battaglia per l'indipendenza della sua patria. Egli seguiva con molta compassione, intrisa di dolore, gli sforzi del popolo bulgaro per la sua autoconservazione ed era un appassionato ammiratore del talento bellico del re Alexander. La sua proposta suggeriva che il governo della Rumelia orientale fosse puramente e semplicemente assegnato al re bulgaro [...]

Sfogliando il libro di Radev sulla storia bulgara dopo la liberazione dall'oppressione ottomana, si trovano tante altre righe dedicate al conte piemontese, che uso' tutta la sua influenza nei circoli diplomatici europei per affermare l'unificazione del 1885 e per difendere l'indipendenza del giovane stato bulgaro: "[...] ieri Robilant ci fece una accoglienza molto gentile [...] disse che tutti gli erano riconoscenti per le parole proferite alla Camera in favore della Bulgaria, e che oggi non rinuncia a una sola parola di quel che disse allora (tratto dal telegramma da Roma di Konstantin Stoilov)"

Il nome di Carlo Felice di Robilant richiama alla memoria quello del giovane italiano in visita a Sofia, Filippo di Robilant, che dice: "No, credo si faccia confusione tra il mio bis-bisnonno, ministro degli esteri, e un generale della nostra famiglia che ha operato nei balcani durante la prima guerra mondiale. Lo chiamavano Robilant pasha..." Cosi' si scopre casualmente che un altro esponente della famiglia ha avuto a che fare con i balcani, ma il ricordo dell'affetto del ministro degli esteri italiano per la Bulgaria si era a tal punto diluito nella memoria della famiglia che il giovane discendente non sapeva che il suo avo avesse svolto un ruolo nei destini della Bulgaria.

Oggi Filippo ha 38 anni e lavora a Bruxelles come assistente della commissaria europea per gli aiuti umanitari Emma Bonino: anch'egli era nel gruppo che ha vissuto il recente increscioso episodio del breve arresto in Afghanistan della ministra europea e della giornalista televisiva Christiane Amanpour da parte dei fanatici fondamentalisti talebani. Il fratello di Filippo, Andrea, e' un affermato giornalista, mentre il padre, il conte Alvise, fu purtroppo brutalmente assassinato a Firenze all'inizio di quest'anno.
Oscar Luigi Scalfaro. [roba vecchia dall'archivio bulgarese di Londradical]

Sotto un cielo plumbeo e la prima grossa nevicata della stagione, martedi' 28 ottobre Oscar Luigi Scalfaro ha portato l'inverno a Sofia nella sua seconda visita ufficiale in Bulgaria a distanza di quattro anni dal suo primo viaggio.
Invitato dal suo omologo Petar Stoyanov, Scalfaro e' stato il primo capo di stato a visitare il paese quest'anno dopo l'avvio delle riforme, che ha apprezzato come un significativo passo avanti verso l'integrazione della Bulgaria nelle strutture euro-altantiche, integrazione che l'Italia sosterra' in sede UE e NATO insieme alle analoghe richieste di Bucarest e Lubiana "senza favoritismi", come riportato con grande evidenza dalla stampa locale (ma il quotidiano Novinar e' il solo a riportare che nel colloquio tra i presidenti sarebbe emerso chiaramente che la Bulgaria non e' ancora pronta), la quale stampa ha posto l'accento anche sul fatto che Scalfaro ha categoricamente rifiutato di scusarsi per il caso giudiziario che vide accusata la famosa "pista bulgara" per l'attentato al papa, spiegando che non fu l'errore di un intero popolo e quindi non vede ragioni per doversi scusare. L'ANSA ha commentato l'episodio come in contrasto con l'atmosfera tranquilla e amichevole degli incontri.
Il capo dello stato, il cui aereo ha girato tre volte in mezz'ora prima di avventurarsi nell'atterraggio sulla pista innevata dell'aeroporto della capitale, era accompagnato da una delegazione di una quindicina di persone tra le quali sua figlia e il sottosegratario agli esteri Piero Fassino che ha incontrato la signora numero uno della diplomazia bulgara, Nadezhda Mihailova, con la quale ha discusso il regime dei visti per i passaporti diplomatici e la solita, vana e retorica "collaborazione nella lotta al narcotraffico", fingendo come sempre di ignorare che il gigantesco affare mafioso e' semplicemtente causato dal folle proibizionismo sulle droghe.
Questi accordi dovrebbero essere messi a punto per essere siglati nel corso della prossima visita del presidente del consiglio Romano Prodi.
Nella residenza presidenziale di Boyana, a pranzo con Stoyanov, oltre ai brindisi di rito il presidente della repubblica ha premiato lo scultore Georgi Chapkanov per avere realizzato un busto di Federico Fellini. Il quotidiano comunista Duma e' l'unico a riportare di presunti incidenti nell'interpretariato che avrebbero fatto arrossire il presidente bulgaro, ma ne dubitiamo poiche' conosciamo l'interprete in questione come un buon professionista: probabilmente Duma si confonde col suo pio desiderio che Stoyanov si arrossisca politicamente...
Nel colloquio con il primo ministro Ivan Kostov, Scalfaro ha affrontato l'annoso problema dei trasporti e del famoso corridoio numero otto (vedasi in proposito il terzo numero di Italiani in Bulgaria) che dovrebbe unire i porti adriatici di Brindisi e Durazzo a quello di Burgas sul Mar Nero proiettandosi verso la regione caspico-caucasica, un progetto questo ritenuto fondamentale da Stoyanov nel comune interesse di entrambi i paesi e anche per contribuire ad alleviare la disoccupazione in Bulgaria. Un memorandum per la realizzazione del corridoio di trasporti e' previsto di essere firmato presto a Skopje dai competenti ministri dei paesi direttamente interessati: Italia, Bulgaria, Albania e Macedonia.
Nell'agenda degli incontri era inoltre prevista la discussione della riapertura di due linee di credito del valore di 260 milioni di dollari, destinate a finanziare il commercio bilaterale, che vennero bloccate nel 1990 quando la Bulgaria divenne insolvente nel pagamento del suo debito estero.
Nel corso della sua permanenza di sole sette ore a Sofia, Scalfaro ha trovato il tempo per visitare il museo archeologico, dove l'imprenditore italiano Pierluigi Fiori gli ha illustrato l'iniziativa di una mostra dei tesori aurici dei traci, attualmente in corso a Firenze (vedasi articolo piu' avanti in questo stesso numero). Il presidente ha invece deluso docenti e studenti della facolta' di lingua e letteratura italiana che a mezzogiorno lo attendevano nell'aula magna dell'universita' di Sofia: verosimilmente il capo dello stato e' stato opportunamente consigliato di eludere imbarazzanti domande sulla vergognosa vicenda del centro culturale italiano promesso da anni e mai realizzato.
Nell'accogliere il presidente della repubblica all'aeroporto, quasi a volersi giustificare per il maltempo, Stoyanov aveva detto che "la prima neve porta i migliori amici", ma i proverbi non sono sempre sinonimo di saggezza popolare e i connazionali del presidente bulgaro hanno motivo di pensarla diversamente: subito dopo la partenza di Scalfaro il tempo e' gradualmente migliorato e giovedi splendeva il sole sulla capitale. Forse pero' non e' stato Scalfaro a portare il maltempo, come fa intendere con un sorriso malizioso un simpatico funzionario d'ambasciata che ovviamente preferisce restare anonimo, ma e' piuttosto il povero Stoyanov ad essere un po' sfortunato: anche in occasione di un recente summit a Varna i presidenti turco Demirel e romeno Costantinescu furono accolti dal piu' violento acquazzone che si sia visto l'estate scorsa. Chiunque sia lo iettatore, e' ormai provato che gli elementi della natura non amano molto la categoria presidenziale...
Maso-Turismo.

Poniamo il caso che, viaggiando in auto per turismo o per affari dal centro economico di Plovdiv al caratteristico villaggio di Koprivshtitsa in un caldo giorno d'estate, proviate il naturale desiderio di sostare per allungare le gambe e degustare un fresco gelato in un bar lungo la strada, situato per esempio nella piazza del municipio della cittadina di Karlovo, capoluogo della famosa "valle delle rose" bulgara, che appunto per la sua collocazione nel centro di una nota cittadina avete ritenuto piu' idoneo a servirvi cio' che probabilmente sarebbe stato piu' difficile rinvenire in localita' periferiche.

Trovate infatti nel menu' di questo esercizio pubblico un gelato artigianale di qualita' che scoprirete tutto sommato accettabile, denominato "pesca melba" per il fatto di contenere tra le due o tre palline di gelato anche alcune fette dell'omonimo frutto. Questo e' l'unico tipo di gelato elencato nel menu' e voi, che per vostre ragioni in quel momento non gradite la pesca, con gentilezza spiegate alla cameriera in modo inequivocabile (con l'aiuto della sottoscritta che parla bulgaro e ha davvero vissuto questa esperienza) che desiderate solo il gelato e non volete che venga sprecata una pesca che non mangereste, per cui vi si porti un gelato definito "pesca melba" ma senza la pesca, e che come e' ovvio vi dichiarate anticipatamente ben disposta ad accettare di pagarlo lo stesso prezzo indicato nel menu' per il gelato contenente la pesca, e che, perbacco e mondo pecoro! (state cominciando ad incavolarvi dinanzi allo sguardo vacuo della cameriera), poiche' educata al risparmio e al rispetto della natura, vi da' fastidio l'idea che venga buttata via una pesca.

Pero' avete sbagliato ad arrabbiarvi con la cameriera, e avuto la presunzione provincialista che quasi sempre hanno gli italiani all'estero, nell'avere dato per scontato cio' che per voi e' banale, ma non lo e' affatto per quella povera ragazza che e' nata e cresciuta in una economia ed una societa' comunista, dove era assolutamente inconcepibile che qualcuno (a meno che non volesse passare per pazzo) ordinasse in pasticceria un gelato diverso da quello che era stato stabilito dalla municipalita' e il ministero competente essere il gelato standard da servire in quel locale.

Si noti bene in questa storia quello che ne costituisce l'elemento piu' sconvolgente e stupefacente: non si tratta qui di diversita' per eccesso (cioe' un capitalista nemico del proletariato avrebbe potuto offrire piu' denaro per ottenere una ciliegia oltre alla pesca, nel qual caso i principi di appiattimento del sistema totalitario comunista sarebbero stati soddisfatti nella loro loro logica, per quanto idiota questa sia), bensi' di diversita' per difetto: i clienti si dichiararono disposti a pagare lo stesso prezzo per evitare il sospetto che la loro richiesta di non inserire nel gelato la pesca potesse essere interpretata come un maldestro tentativo di conseguentemente negoziare per pagare la consumazione ad un prezzo inferiore.
Alimentazione bulgara. Un modo immediato ed economico di cominciare a fare conoscenza con la psicologia nazionale di questo paese e' molto piu' semplice di quanto possiate immaginare: consistera' infatti nei vostri primi tentativi in Bulgaria di soddisfare la basilare necessita' di introdurre cibi nel vostro corpo (preferibilmente attraverso la bocca) allo scopo talvolta invano di tentare di alimentarne il metabolismo per far funzionare i vostri arti (talvolta perfino il vostro cervello) in modo vagamente efficiente.

ALIMENTAZIONE "ITALO-BULGARA"

Come vedremo piu' avanti nella nostra dissertazione sulle piu' insospettabuili delle vostre esigenze gastronomiche, siete capitati nel paese piu' sbagliato del mondo se non potete rinunciare a tre o quattro generi alimentari che gli italiani per la prima volta nei Balcani non avrebbero mai pensato di poter fare a meno per piu' di una settimana. Essi sono:

1. Il prosciutto crudo.

Scordatevi le discussioni tra amici se sia superiore quello di Parma o quello di San Daniele: dopo poche settimane che una volta qui ne siate stati privati per il semplice fatto della sua inesistenza sul mercato locale, inseguireste un cinghiale e lo azzannereste ancora vivo, perfino se foste nati vegetariani: i millenni di fame accumulati alle spalle dalle rispettive generazioni, con minime differenze di pochi secoli, essendo infatti una delle poche cose che accomunano bulgari e italiani.

2. I prodotti caseari.

Il primo ministro bulgaro (che sembrerebbe quasi una persona seria rispetto a tutti i suoi predecessori) ha ammesso che solo due dei duemila caseifici del paese soddisfano gli standard di qualita' stabiliti dalla Commissione delle comunita' europee per l'importazione negli stati membri dell'Unione.

- La mozzarella: Scordatevi il marchio di qualita' di quella di bufala, e nelle pizzerie locali disponetevi l'animo ad accettare una... bufala.
- Quanto al parmigiano scordatevi le disquisizioni sulla qualita' del reggiano contro la popolarita' del grana padano (forse non vi siete ancora resi conto di essere capitati nel paese i cui ristoranti servono "spaghetti alla milanese" e "cotoletta all'amatriciana")

3. La lattuga.

In nome del "progresso" i comunisti sovietici decisero che uno dei paese piu' verdi d'Europa, e che prosperava fornendo frutta e verdura a quasi meta' del continente, dovesse essere per forza industrializzato (contenendo il simbolo del comunismo non solo la falce ma anche il martello).
Un altro giorno di un altro inverno freddo, anzi piu' freddo del solito e piu' solitario del solito e piu' senza luce e piu' bui e cosi ghiacciato, avrei voluto capire perche'; il sole si nasconde lontano da noi e non ci vuole piu' scaldare e perche' sta freddoloso e quando tornera'.

Sta di nuovo nevicando, il cielo, color piombo e piu' grigio e piu' appesantito dal solito, e come se volesse liberarsene di tutto questo peso e pesantezza e manda giu' i fiocchi di neve e li butta sulla terra che li accetta con gratitudine, - sono il velo, il coperchio che proteggera' i semi dei fiori e delle erbe, e il grano che rifioriranno e spunteranno per una vita nuova e piena di sole appena arrivi la primavera.

Stavo leggendo le tue lettere, piene d'anima, di pensiero, di considerazione, mi sembrava quasi di sentire i palpiti del tuo cuore, mentre stava vivendo ogni parola i palpiti ormai sono musica, la musica della tua vita, vorrei tanto conoscerti.

E quanta neve sta cadendo giu', continuano a ballare verso la terra i fiocchi della neve, sembrano felicci, sembrano vogliosi di sciogliersi con questo altro mondo sulla terra che loro, arrivati del cielo, azzurro, non conoscono.

C'e' un pensiero che scoppia in me...
Sarei ricca se si vendesse la nostalgia
Mi accontento di una poesia...
Dolce fiore, fiore mio
Non e' primavera

Il cielo e' nuvoloso, scuro, fosco, tetro, cupo, luce fosca, dipingere con foschi colori, testuggine, tiara, il ticchettio dell'orologio... vuoi essermi vicino, vuoi abbracciarmi, accarezzarmi i capelli, ti rende felice sentire la mia voce e le mie labbra che sussurrano il tuo nome e che danno vita a quello che provo, a quello che sento per te...

Abbandonare me stessa, la parte piu' profonda di me, per diventare un'altra persona, quella che gli altri che mi stanno attorno si aspettano che io diventi. Lasciare la mia personalita' per acquistare un carattere. Il carattere e' molto piu' apprezzato nel mondo di quanto lo sia la personalita'. essere parte della vita di una persona, fondersi con lei non solo fisicamente ma anche spiritualmente.

Sono rimasta impressionta dalla tua lunga lettera che mi hai scritto col tuo cuore, ho capito che ogni parola che fa parte di quella lettera e' profondamente sentita, riflettuta, e ogni tuo pensiero ha trovata una parola ben ricercata, preziosa nella quale esprimersi. Ho apprezzato leggere le cose che mi hai raccontato della tua famiglia, del tuo lavoro, la vita che ti scorre attorno, i pensieri che ti aggrediscono, i tuoi sentimenti, i tuoi interressi nelle cose culturali... Trovo che tu sia una persona davvero sensibile se ti emozionano i film