Deputati pianisti russi battono record italiano



Una legge è passata alla Duma con 449 votanti su 450 nonostante fossero presenti in aula solo 88...
Pigeon held in India on suspicion of spying for Pakistan

A pigeon from Pakistan suspected to be on a "spying mission" was caught on Thursday near the Indo-Pak border, police said. The white pigeon carrying a Pakistani phone number and address on its body besides a rubber ring in its feet was found by border resident Harbans Lal Saini near his house and taken to a police station 40 kms from Amritsar. SHO Police station Ramdas Jagjit Singh Chahal said that he has informed his superiors who have directed that nobody should be allowed to visit the pigeon and an update would be passed to the SSP office at least thrice in day. Express India

Sarà una mia impressione, non so cosa ne pensiate voi, ma a me l'europarlamentare democristiana francese Françoise GROSSETÊTE non pare certo una maggiorata...


Ocean Terminal non è il toponimo di una fermata della Metropolitana, è il titolo di un romanzo autobiografico; titolo strano che unisce il luogo dell’acqua, per antonomasia, l’Oceano, con il non-luogo dell’aria, il Terminal, l’aeroporto.

Un titolo che accoppia con immediatezza significati letterali, riferimenti reali: mare e cielo, acqua e aria, navigare e volare, ma che rimanda anche a significati simbolici: nascita e morte, corpo e anima, alba e tramonto, rinnovamento e decadimento.

La nascita dal mare, dalle acque, simbolo mitologico e cristiano, accostata all’aria, al cielo, luogo simbolico del post-mortem dell’iconografia cattolica.

Ocean Terminal ci richiama,
Dante nel primo canto della Divina Commedia :
…”uscito fuor del pelago a la riva,
si volge a l'acqua perigliosa e guata”…
e l’Ulisse dantesco del XXVI esimo canto:
…”e volta nostra poppa nel mattino,
de' remi facemmo ali al folle volo”…

Il titolo ed il libro possono essere letti con una schematizzazione alchemica: il passato di Piergiorgio legato agli elementi della terra e del fuoco, il presente all’acqua ed all’aria. L’acqua, i liquidi che lo nutrono, e l’aria della ventilazione forzata che porta ossigeno ai suoi polmoni. L’aria è anche il soffitto, il cielo che quotidianamente vede sopra il suo letto di degenza.

Il riferimento pittorico, mentre gli occhi sono rivolti al soffitto è il Giovambattista Tiepolo dell’Allegria nuziale a Ca’ Rezzonico o il Mantenga della Camera degli Sposi a Mantova. L’immagine, il simbolo pittorico, che lo scruta, veglia sulla sua dinamica vita interiore ancorché, fisicamente immobile.
Il libro è elaborato con un suntuoso, ridondante linguaggio barocco, se fosse un dipinto lo collocheremmo tra il rinascimento e lo stile rococò.

Tuttavia potremmo anche ipotizzare che Welby abbia voluto denotare il suo libro come un non-luogo, uno spazio di transito dei suoi ricordi che si affollano, si urtano ma non entrano in contatto tra di loro, vanno e vengono come passeggeri in un terminal o in una stazione della propria vita, la sua personalissima metropolitana. Marc Augè ci aiuta a capire Welby. Piergiorgio ha voluto contrapporre lo spazio reale, identitario e relazionale, il luogo antropologico in cui vive ed ha relazioni con le persone che lo assistono, a questa fermata della sua metropolitana personale, il non-luogo dei suoi ricordi, il passato visto al macroscopio (microscopio + telescopio) e analizzato col bisturi della penna.

Welby lega immagini come vele per navigare sull’oceano delle sue memorie.

Tutto il libro ruota intorno alla ricerca del senso della vita, della fortuna e della sorte.
“Chi vuole cavarsela, ha bisogno di fortuna.
Senza fortuna nessuno si salva dal gelo,
dalla fame o anche dagli uomini.
Fortuna è solidarietà.”… (Brecht)

Welby ci racconta la sua costruzione di una personalissima leva, per sollevare la realtà (la resistenza): ha usato il corpo come fulcro e la coscienza del sé come potenza. Ci racconta del suo agire tra una concretezza tutta terrigna, solidamente in piedi ed il fuoco della sua smisurata vitalità intellettuale. Esibisce, con precisione quasi ossessiva, tutto il suo impegno nel cercare sesso per vivere non per far vivere. Sembra alla ricerca di una cifra vitalistica attraverso tutte le possibilità del corpo che lo avvalori fin nel profondo, fino ai liquidi che scorrono nei capillari e nei dotti deferenti. Il lettore coglie tutta la forza di questa sua ricerca tesa a confermare la sacralità del suo corpo, una sacralità laica, materiale. Questa potenza vitale promana dai neuroni, che registrano il furore di cervello, ora, il furore del corpo, allora, prima della forzata riduzione a letto.

La natura al tempo della tecnologia. Che cosa è naturale nella realtà che viviamo con protesi meccaniche, chimiche, fisiche, elettriche ed elettroniche, sempre pronte a prolungare le nostre possibilità, i nostri arti ed anche lo spazio temporale che ci è dato, lo spazio della vita ? Siamo in grado di separare gli ausili dalla nostra corporeità “cosiddetta” naturale? Per esempio, le pillole che assume un diabetico (tipo 2) per compensare la sua patologia ( la metformina ) modificano le reazioni biochimiche del suo corpo e gli permettono di vivere poiché agiscono proficuamente sul metabolismo degli zuccheri. La metformina non cresce sugli alberi: occorre produrla industrialmente, eppure è lo strumento chimico che rende il più “naturale” possibile la sua vita. La medicina riesce a bloccare, in molte patologie, i processi degenerativi ed a procrastinare, nel tempo, gli esiti infausti che altrimenti ne conseguirebbero, ma la natura deve avere, nella nostra quotidianità, una lettura nuova e conseguente alle estensioni tecnologiche che abbiamo introdotte e delle quali l’abbiamo arricchita.

Quando, per motivi vari, si verificasse la rottura della sinergia, che instauriamo in ciascuno di noi, tra corpo e coscienza, allora e solo allora, assisteremmo alla vanificazione di quella leva che prima citavo: non solleveremmo più alcuna cosa e tanto meno il mondo, almeno fisicamente. Saremmo nella condizione di avere il corpo senza coscienza del sé o la coscienza senza controllo del corpo: in queste situazioni potrebbe scattare l’accanimento terapeutico, un accanimento della medicina nell’uso di strumenti che invece di attivare situazioni di rispetto per la persona sarebbero in grado di creare artificiose (o addirittura ideologiche) “innaturalità”. Perché ciò non avvenga, a dispetto della volontà del singolo e/o della collettività, e perché esistano tutele normative della volontà personale sull’accanimento terapeutico, Piergiorgio Welby si è molto impegnato sollecitando la promulgazione di apposite leggi e riconoscimenti di norme già esistenti. Il libro non racconta tutto questo, ma urla, per chi ha orecchie per intendere, le ragioni di una persona semplicemente desiderosa di veder esaudita, rispettata, la sua volontà: la rinuncia a quelle artificiali estensioni per realizzare una serena naturale conclusione della propria vicenda umana, scendere dal treno alla fermata Ocean Terminal !

a Piergiorgio Welby testimone di una nuova alleanza tra natura e cultura

in principio l’uomo prese coscienza
di sé e del suo corpo vide il cosmo
fuori di sé fece leva sulle membra
per conoscere e cambiare il mondo
la natura guardò con penna-bisturi
e classificò terra acqua fuoco aria
seppe che tutto ovunque è materia
ordinata organizzata volle variarla

l’evoluzione della materia ha sviluppato
livelli di coscienza sempre più allargati
aggregazioni ampie mondiali universali
la specie umana ha curato salvaguardie
al singolo alla comunità non ha svelato
né il male né l’esito finale siamo orfani
del senso della vita eppure siamo certi
della sua bellezza infinita in ogni modo

quando si rompe l’alleanza tra corpo
e coscienza che senso ha un’accanita
sopravvivenza? la sacralità dell’uomo
chiede solo indulgenza alla medicina
agguerrita senza alcuna compassione
pietà per la fine della vita senza fine

Giorgio Bagnobianchi
Top ten delle bugie preferite dai britannici

La Bbc riporta uno studio su tremila persone dal quale emerge che il maschio britannico mente tre volte al giorno, la femmina solo due ma è più brava e convincente. Le bugie più frequenti degli uomini...

1. Non ho bevuto troppo
2. Va tutto OK, sto bene
3. Non me ne sono accorto
4. Non era così caro
5. Sto arrivando
6. Sono bloccato nel traffico
7. No, il tuo sedere non è grosso
8. Scusa, ho perso la tua chiamata
9. Hai perso peso
10. E' proprio ciò che avevo sempre desiderato

...e quelle delle donne:

1. Va tutto OK, sto bene
2. Non so dove sia, non l'ho toccato
3. Non era così caro
4. Non ho bevuto troppo
5. Ho mal di testa
6. Era in saldo
7. Sto arrivando
8. La migliore da anni
9. No, non l'ho buttato via
10. E' proprio ciò che avevo sempre desiderato
Burnt coffins 'fuel Naples pizza ovens'

Investigators believe some pizza restaurants in Naples are using wood from stolen coffins to bake their famous pizzas. The southern city's favourite dish is said to rely on smoke from wood-fired stoves for its celebrated flavour. But police think many restaurant owners across the notoriously lawless port are purchasing cut-price wood from a gang of coffin thieves operating in the city... Independent
Mario Romani è stato un calciatore italiano, di ruolo attaccante con una grande vena realizzatrice. Gioca sin dal 1925 a Ferrara con la SPAL e fa coppia con il suo gemello del gol Aldo Barbieri, mettendosi in luce come protagonista e spalla ideale di Barbieri. Vince anche la classifica dei cannonieri nel 1930 con 24 reti in 28 gare, poi ne segna 17 nel 1931 e 18 nel 1932. In questo stesso anno compie il grande salto con il Milan e ha un avvio fragoroso: segna 19 reti in 31 partite, due meno di Giuseppe Meazza, diventando a 26 anni un calciatore emergente nel panorama nazionale. Nel 1937 torna alla SPAL in Serie C dove realizza le ultime 12 reti prima di chiudere con il calcio giocato nel 1938. Con 130 reti segnate, è il calciatore più prolifico di tutti i tempi della SPAL. Muore a Ferrara il 26 maggio 1977
Donna muore per spazzola del cesso infilatalesi nel culo

Mi conoscete per titolazioni irriverenti, ma io stessa non avrei mai pensato di giungere a tanto: spiega l'autorevolissimo Telegraph che la 35-enne Cindy Corton subì questa bizzarra ferita nel cadere ubriaca nel cesso a casa di un amico nel 2005. Nonostante molteplici prove radiografiche del "coso" infilatolese nel retto, in questi anni occorsero due operazioni chirurgiche senza successo e la terza più recente e rischiosa le è costata la vita per dissanguamento. Il coroner (anatomopatologo, ndr) ha criticato il servizio sanitario britannico per incompetenza
La Top-Vergognescion del semestre:

Un bambino di otto anni osa gettare un fiore di tarassaco (per intenderci i "denti di leone", RADICIUM in Liguria, Cicoria/Sicoria in Lombardia/Piemonte ed altre regioni, Piscialetto/Pisciacane in Italia centrale, insomma ci siamo capiti) contro la Porsche di un 47-enne il quale, offeso dal tragico insulto alla sua nobile auto, lo prende e carica in macchina per dargli una lezione conducendolo alla locale stazione di polizia, che stava già montando una operazione anti-rapimento su segnalazione di un autista di scuolabus che aveva assistito alla scena.

Il portavoce della quale polizia - che ha restituito ai genitori un bambino "terrorizzato" -, lo loda per la sua prontezza nel riportare il potenziale crimine. Potenziale mica tanto: il conducente della Porsche è stato incriminato per rapimento, e se la polizia tedesca volesse essere così gentile di gonfiarlo di ceffoni, beh, noi garantisti radicali in questo caso forse chiuderemmo un occhio...Ecchecazzo d'imbecille fottuto bastardo d'immerda!
Radical Pain - Dolore Radicale - Capitolo 8

(i precedenti: 1-2-3-4-5-6-7)

Giurista maestro di Dupuis all'università di Lovanio, Gabriel Mudaeus perse la testa nel tentativo di spostamento della sua statua (la sua, non quella di Dupuis), come testimoniano queste immagini provenienti dalla cittadina belga di Brecht (la sua, non quella di Dupuis), da non confondersi (o forse sì, perché no?) con l'omonimo drammaturgo.



In sintonia con la mia precedente segnalazione sulla statua della Vergine Maria, tutti i quotidiani europei titolavano univoci e cubitali in prima pagina

L'IMMOBILIARISTA SUTTORA CONDANNATO DALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELLA STATUA
Le reazioni politiche. Cappato: attentato demolitore alla giustizia umanista. Capezzone: frattura interna alla testa dell'opposizione dipietrista. Dupuis: vorrei essere tenuto fuori da queste puttanate. Pannella disneianamente equanime in ordine alfabetico: cough, sgrunt, umpf, zzzz...


Egli Dupuis era sconvolto dalla distruzione del suo ante-maestro fiammingo cui seguì il compaesano gesuita Leunardus Lessius, prossima vittima di statuicidi, mentre nella sua caverna nelle Montagne dei Rospi Mutanti il Granzotto si aggiornava sulla sua stessa autobiografia opera del Cominelli.... Da Milano a Pordenone, il Granzotto convise con Dora Pezzilli sulla montana via Monte Pelmo, la marittima via Lignano e infine, dove lei ancora abita tuttora, in via, ahinoi, via Goldoni.

Commediografo italiano nato a Venezia nel 1707, Carlo Goldoni lascia la sua carriera giuridica per il teatro, raggiungendo il primo successo nel 1734 con la tragedia Belisario. All'età di quarantun'anni entra a far parte, come poeta drammatico, nella compagnia di Gerolamo Medebac di Venezia, rappresentando la sua prima commedia scritta interamente, La donna di Garbo (1743). Per la stessa compagnia e per il Teatro Sant'Angelo, il Goldoni scrisse numerose commedie, attuando quella riforma parzialmente cominciata nel 1738 con il Momolo cortesan. Con tale riforma, esposta nel Teatro Comico nel 1751, l'autore si propone di restituire dignità letteraria al teatro contrapponendo alle buffonesche improvvisazioni della commedia dell'arte il brioso e garbato studio dei costumi della sua commedia di carattere. Prendendo spunto dalla vita quotidiana ne rinnova la trama facendo uso di un linguaggio che evidenzia l'aspetto realistico delle situazioni create dai suoi personaggi oramai privi di maschere. Nel 1762 si trasferisce a Parigi a dirigere la Commédie Italienne; fu poi insegnante di italiano alle figlie di Luigi XV. Morirà a Parigi nell'anno 1793 lasciando la sua eredità spirituale a Roberto Granzotto.

8. continua
La Vergine Maria perde la testa  
per i fedeli idolatri, che bruceranno per l'eternità all'inferno

Il "chewing-gum" indiano minaccia di far crollare ponte

Il GUTKHA è una sorta di gomma da masticare composta di tabacco, l'agrume limetta (lime) e un misto di noci locali quali quella erroneamente nota come di Betel (Areca catechu), che ha proprietà terapeutiche ma l'eccesso (induce dipendenza) è cancerogeno.

Ora la Bbc riprende dal Telegraph India la notizia per cui la solidità di un ponte di Calcutta è messa in pericolo dal passaggio quotidiano di mezzo milione di persone che vi sputano sopra il gutkha. Poiché la combinazione del gutkha è corrosiva, come un acido, perfino dell'acciaio, dal 2007 a oggi ha dimezzato da sei a tre millimetri la protezione in acciaio della struttura del ponte di Howrah, che in quell'anno fu ristrutturato dopo 60 di onorato servizio proprio per la stessa ragione. Se la gente non smette di sputare, dice l'autorità portuale, il ponte dovrà essere chiuso per ragioni di sicurezza (vi transitano anche 100.000 veicoli al giorno, i quali occupanti pure sputano aggiungendosi al mezzo milione di pedoni sputazzosi)
Insegnante ateo spruzzato di "acqua santa"

Riporta da POMPANO BEACH il South Florida Times che due insegnanti credenti sono stati sospesi per bullismo mentre si investigano le accuse per cui avrebbero spruzzato di acqua "santa" una collega atea che nel marzo scorso stava discutendo le sue idee sulla religione con i suoi studenti in un istituto superiore di questa località dal nome suggestivo.
Produzione cinematografica cerca nudisti pelosi

Scrive The Local che un'azienda cinematografica scandinava cerca 70 nudisti pelosi (non solo i capelli lunghi) come comparse per girare in giugno il film "Teoria e prassi" ambientato nei follicolosi anni '70. Ne hanno già trovati 55 e cercano gli ultimi quindici. Se sei un/a nudista pelosa/o, cogli l'occasione rivolgendoti al direttore del cast Fredrik Fornänger
Gatto incontra serpente

Johann Karl August Radon è stato un matematico austriaco, noto per i suoi contributi all'analisi matematica. Persona amabile e portata all'amicizia, molto stimato tanto dagli studenti quanto dai colleghi, una nobile personalità. Egli dava l'impressione del tranquillo studioso, ma era anche socievole e amante delle feste. Amava la musica e la suonava con gli amici nella propria casa, essendo lui stesso un eccellente violinista. Il suo amore per la letteratura classica l'ha accompagnato per tutta la vita. Morì a Vienna il 25 maggio 1956
L'abito nuziale della ex moglie... 

Mr Kevin Cotter di Tucson, in Arizona, è stato piantato dopo 12 anni di matrimonio dalla moglie che si è portata via tutto lasciandogli solo l'abito da sposa, dicendogli che poteva farne ciò che voleva. Egli ha pertanto creato un popolare blog intitolato L'abito nuziale della mia ex moglie, con l'obiettivo di raggiungere 101 modi diversi di servirsene irrispettosamente
Suore massaggiatrici
Le intraprendenti sorelle dell'ordine cistercense hanno trasformato l'abbazia Marienkron di Monchhof, in Austria, in un centro benessere dove offrono massaggi e altre terapie per oltre cento euri a notte.
«Des enfants meurent à cause des gangsters de la Bourse »

Jean Ziegler, michelcollon.info

Dans ses livres qui ont marqué l’opinion, Jean Ziegler n’a cessé de dénoncer le caractère absurde et criminel des politiques du capitalisme envers les peuples du tiers monde. Il a été le rapporteur spécial pour le droit à l'alimentation du Conseil des droits de l’homme aux Nations unies de 2000 à 2008. Michel Collon l'a interrogé à Genève sur la crise, la Bourse, la faim, Obama, Israël… La crise t’a surpris ?
Dans sa violence, oui. Je ne pensais pas que les truands de la finance allaient ruiner l’économie mondiale à une telle vitesse : 1.800 milliards de valeurs patrimoniales ont été détruites. Pour les pays du tiers-monde, c’est une catastrophe totale. Mais aussi pour les pays industrialisés.

Ce sont encore les pauvres qui paient ?
Oui. Le 22 octobre 2008, les quinze pays de l’euro se sont réunis à Paris. Sur le perron de l’Elysée, Merkel et Sarkozy ont dit : « Nous avons libéré 1.500 milliards d’euro pour le crédit et pour augmenter le plafond d’autofinancement de 3 à 5% ». La même année, les mêmes pays européens ont réduit leurs subventions pour le programme alimentaire mondial (qui ne vit que de ces subventions) de 40 %. De six milliards de dollars à moins de quatre milliards. Ce qui fait qu’au Bangladesh, on a supprimé les repas scolaires. Un million d’enfants sont gravement et en permanence sous-alimentés. Ces enfants meurent donc à cause des gangsters de la Bourse. Il y a là des morts véridiques. Les spéculateurs, aujourd’hui, devraient être jugés au tribunal de Nuremberg.

Quelle leçon les puissants ont-ils tiré de la crise ?
Aucune. Prenons l’exemple de la Suisse. Le contribuable suisse y a payé 61 milliards de dollars pour le sauvetage de la plus grande banque : UBS. L’an dernier, en 2009, les dirigeants d’UBS, toujours proche de la faillite, se sont distribués entre eux des bonus pour quatre milliards de francs suisses ! Le pillage est total et l’impuissance des gouvernements qui se comportent comme des mercenaires est totale aussi. En tous les cas, en Suisse, en France, en Allemagne où j’ai quelques renseignements. C’est un scandale permanent. Le masque néolibéral est tombé évidemment, avec sa prétendue légitimité. Mais le cynisme et l’arrogance des banquiers triomphent totalement.

Et du côté du public, sens-tu une évolution ?

Non, si tu regardes les chiffres, ils sont catastrophiques. Toutes les cinq secondes, un enfant meurt de faim. 47.000 personnes meurent de faim tous les jours. Un milliards de personnes (c’est-à-dire un homme sur six) sont gravement et en permanence sous-alimentés. Alors que l’agriculture mondiale dans l’état actuel de son développement pourrait nourrir sans problème douze milliards d’êtres humains avec 2.700 calories par individu par jour ! Donc, au début de ce siècle, il n’y a plus aucune fatalité. Un enfant qui meurt de faim, au moment où nous parlons, est assassiné. C’est catastrophique. L’ordre mondial du capital financier globalisé est meurtrier - épidémie, décès par la pollution de l'eau , etc… - et en même temps absurde : il tue sans nécessité. C’est l’ordre des oligarchies et du capital financier mondialisé. Sur le plan de la lutte contre la faim, l’échec est total.

Tu as été, de 2000 à 2008, le rapporteur des Nations-Unies sur le problème de la faim dans le monde. Quel bilan tires-tu ? As-tu servi à quelque chose ?
Oui. La conscience a augmenté. Plus personne aujourd’hui, ne considère ce massacre quotidien comme un fait de la nature. On va en Europe, je crois, et en tout cas dans les pays de la périphérie vers une insurrection des consciences. Il faut une rupture radicale avec ce monde cannibale.

Alors que le problème de la faim n’est pas résolu, on dépense de plus en plus pour faire la guerre.
En 2005, pour la première fois, les dépenses mondiales d’armement (pas les budgets militaires, juste les dépenses d’armement) ont dépassé mille milliards de dollar par an. Nous vivons dans un monde d’une absurdité totale.

Obama avait pourtant fait de belles promesses…
Il est vrai qu’Obama suit totalement la surdétermination de l’Empire. Je ne l’ai jamais rencontré, c’est sûrement quelqu’un de bien, mais la réalité qu’il affronte est effrayante. Les Etats-Unis restent la plus grande puissance industrielle au monde : 25 % des marchandises industrielles sont produites par eux, avec pour matière première le pétrole : 20 millions de baril par jour dont 61% sont importés. On peut l’importer de régions comme le Moyen-Orient ou l’Asie centrale, ce qui les force à maintenir une force armée totalement hypertrophiée, et le budget fédéral est donc complètement parasité par les crédits militaires… Mais telle est la logique de l’Empire.

Quel est ton sentiment sur ce qui se passe maintenant en Israël et comment cela peut-il évoluer ?
Je pense que Tel-Aviv dicte la politique étrangère des Etats-Unis avec le lobby de l’AIPAC, comme puissance déterminante.

Avant les politiciens, ce sont quand même d’abord les multinationales pétrolières qui décident d’armer Israël.
Oui, la logique fondamentale est que pour les intérêts pétroliers, il faut un porte-avion stable. Et l’Etat d’Israël mène - ce n’est pas moi qui le dit, c’est un rapporteur spécial des territoires occupés - une politique permanente de terrorisme d’Etat. Tant que ce terrorisme continue, il n’y aura pas de paix au Moyen-Orient, il n’y aura pas de fin au conflit Iran - Irak, ni rien du tout. Tout est sans issue sauf si enfin l’Union européenne se réveillait, tu comprends ?

Que pouvons-nous faire, nous Européens, pour la réveiller ?
Depuis juin 2002, existe un accord de libre échange entre Israël et les 27 pays de l’Union européenne qui absorbent 62% des exportations israéliennes. Dans cet accord, l’article 2 (c’est le même dans tous les traités de libre échange) dit : le respect des droits de l’homme par les partis contractantes est la condition pour la validité de l’accord. Mais les violences faites aux Palestiniens - vol de la terre, torture permanente, éliminations extrajudiciaires, assassinats, organisation de la sous-alimentation comme punition collective – tout cela, ce sont des violations permanentes des droits de l’homme les plus élémentaires. Si la Commission européenne suspendait pendant 15 jours l’accord de libre-échange, les généraux israéliens reviendraient à la raison immédiatement. Or, l’Europe des 27, ce sont des démocraties, c’est à nous de jouer, nous opinions publiques.

Comment ?
Il faut forcer nos gouvernements. Nous ne sommes pas impuissants. En Belgique, il y a beaucoup de problèmes, en Suisse et en France aussi. Mais une chose est certaine : les libertés publiques existent. Il faut se saisir de ces libertés publiques pour imposer à nos gouvernements un changement radical de politique, c’est tout. S’ils ne le font pas, alors il ne faut plus voter pour eux, tu comprends, c’est aussi simple que ça !

Mais tous ces gouvernements sont d’accord de soutenir Israël. En France, par exemple, que ce soit l’UMP ou le PS, ils soutiennent Israël.
Soutenir la sécurité et la permanence d’Israël, c’est une chose. Mais cette complicité avec le terrorisme d’Etat et la politique de colonisation, ce n’est pas possible. C’est la négation de nos valeurs, c’est « du fascisme extérieur » : c’est-à-dire que nos valeurs sont démocratiques à l’intérieur de nos frontières et à l’extérieur, nous pratiquons le fascisme par alliance.

Et enfin, le rôle des médias dans tout ça ?
Ils sont complètement soumis. Notamment en période de crise, les journalistes ont peur pour leur emploi. L’agressivité du lobby israélien est terrible. Moi, j’ai subi la diffamation la plus effroyable, et ça continue aux Nations-Unies d’ailleurs, c’est grâce à Kofi Annan que j’ai survécu. Israël est un danger pour la paix du monde, Israël cause d’effroyables souffrances. Et dans ce pays, les opposants comme Warschawski sont complètement marginalisés. Mais si l’opposition israélienne anticoloniale et anti-impérialiste n’a pas la parole, n’a pas d’influence, eh bien, nous allons vers la catastrophe. Il faut soutenir les opposants.

Et le rôle des médias à propos de la crise ?
La crise est présentée comme une fatalité, une catastrophe naturelle. Alors que les responsables sont identifiés !
Treno uccide trentenne all'andata e trentenne al ritorno

Riporta la Ctv che il treno New York - Toronto di venerdì scorso ha investito una trentenne sui binari a Buffalo alle 4 del pomeriggio e nel viaggio di ritorno un analogo incidente è costato la vita a un trentenne poco dopo la partenza a mezzanotte dalla città canadese.
Georges Darboy è stato un arcivescovo cattolico francese. Allorché il clero francese passava sempre più dala parte dell'ultramontanismo, Darboy restò uno degli ultimi gallicani, il che gli impedì di ricevere la berretta cardinalizia e gli fruttò anzi una reprimenda da parte del Papa contenuta in una lettera privata pubblicata per errore. Gli si rimproverava di mostrarsi più ossequioso del dovuto alle voci imperiali e di adottare contro le esenzioni dei religiosi un'attitudine che la Santa Sede (1869) lo costrinse ad abbandonare. Fu la ragione principale che lo indusse, durante il Concilio Vaticano I a schierarsi con la minoranza che considerava inopportuna la definizione del dogma dell'infallibilità papale. Le sue motivazioni erano di natura più politica che teologica. Darboy fu tra coloro che pensarono a un intervento diplomatico per mettere fine a queste difficoltà. Lasciò Roma prima del voto finale del 18 luglio 1870 esprimendo dichiarazioni che ritratterà qualche mese dopo la definizione del dogma, che finirà per sottoscrivere. Durante l'assedio di Parigi Darboy si comportò da vero pastore e guadagnò l'ammirazione di tutti. Arrestato il 4 aprile 1871, per ordine della Comune di Parigi e incarcerato nella prigione di Mazas, tutti gli sforzi dei suoi amici non riuscirono a salvarlo, perché il governo di Versailles aveva rifiutato tutte le trattative della Comune, in particolare lo scambio con Blanqui. Fu fucilato come ostaggio durante la Settimana di sangue, il 24 maggio, alla Roquette e morì benedicendo i suoi assassini. Dopo la Comune, i funerali di stato furono celebrati per lui e per gli altri ostaggi. La cella della sua detenzione e il muro dove fu fucilato sono conservati dall'inizio del XX secolo nella cripta della grande cappella del seminario di San Sulpizio d'Issy-les-Moulineaux.
Fashion-conscious men get a lift as the man-heel makes its entrance

Something is afoot in men’s fashion. So steady yourselves, because high heels for the heftier sex are making a comeback. Diminutive shoe aficionados including Karl Lagerfeld, Prince, Richard Hammond and Nicolas Sarkozy have long championed the discreet(ish) Cuban heel. Now, though, height-enhancing footwear has begun to permeate across a broader demographic. For the first time since Glam Rock peaked three decades ago, men of average height are discovering the delights of a few extra inches. Well-heeled shoes of all types, from craftily sized “status” shoes to 21st century platforms, are enjoying a new vogue... Times
Naked woman in 'yoga protest' at Parliament
A naked woman stopped traffic near the Houses of Parliament yesterday, by clambering on to a black cab for a five-minute ‘yoga protest’... Metro
New photocopy rules introduced in Tibet

People in the Tibetan capital of Lhasa will have to register their names if they want to make photocopies. City shopkeepers say the authorities are particularly concerned about material printed in Tibetan. This appears to be an attempt to prevent ordinary people from printing political pamphlets and other documents. It suggests the security forces still have a tight grip on the city, two years after serious riots. Individuals wanting to photocopy documents will have to show their ID cards and have the information recorded. Companies will have to register their names and addresses, the number of copies they want and provide the name of the manager in charge of the work. The police say they will carry out checks and punish any shop that does not abide by the new regulation... Bbc
Figura d'immerda di Yunikovich

Angry pig bites farmer's genitals and leaves him fighting for his life

A farmer has been left fighting for his life after a pig bit him in the private parts. Romanian Mihail Popescu, 53, is in a critical condition after being attacked by the angry pig. The animal refused to let go until emergency services arrived at Bihor, in western Romania. Emergency doctors said the farmer had almost died after suffering severe blood loss. Mirror

Corvi potenziali fumatori dal Telegraph. Ai corvi consiglierei di fumarsi qualcosa di meglio...
Dutch sex shop to give away "Pope condoms"

A Dutch sex shop will be giving away 2,000 "Pope condoms" this weekend in a dig at the Roman Catholic Church. De Condoomfabriek (The Condom Factory) said it wanted to make a point about sexually transmitted diseases, unwanted pregnancies and the Vatican's opposition to contraceptives. The condom wrapper carries the image of a papal figure with an unmistakable general likeness to Pope Benedict, though the figure's face is removed. It bears the words "I SAID NO! We say YES!" framing the papal image... Reuters
L’argent destructeur
Entretien avec le chroniqueur économique Paul Jorion
Par Stefan Fuchs, http://www.pauljorion.com 
La crise financière culmine depuis l’automne 2008 dans une crise du capitalisme global. Car la libéralisation débridée des marchés et l’expansion de la division internationale du travail n’ont pas pu tenir les promesses gigantesques de croissance et de prospérité. Dans la deuxième partie de la série d’entretiens « « Enseignements de l’hypercrise », Stefan Fuchs a eu un entretien avec Paul Jorion sur l’effet destructeur de l’argent. Jorion est chroniqueur économique du journal français « Le Monde ». Economiste structuraliste, il critique la mise sur le même plan de l’argent et du crédit comme une pure idéologie. Le capitalisme actuel serait selon lui à l’agonie.

Stefan Fuchs: Monsieur Jorion, vous étiez parmi les premiers à avoir prédit la crise américaine de « subprimes ». Vous-même travailliez aux États-Unis dans le secteur du crédit, et vous prédisiez dès 2004 une grave crise de ce capitalisme financier américain. L’élément déclenchant de l’hypercrise est selon votre analyse un mécanisme interne de l’économie globale telle qu’elle se développait dans le dernier tiers du 20ème siècle et qui a eu pour effet une concentration de plus en plus forte de l’argent en peu de mains. Comment décrivez-vous ce mécanisme qui conduisit presque à un tarissement de la circulation monétaire et qui déclencha cette crise extrême qui saisit ensuite aussi l’économie réelle ?

Paul Jorion: En comparant la crise de 1929 qui avait débuté aux États-Unis pour devenir alors une crise économique mondiale et la crise à laquelle nous avons affaire depuis 2007, on observe une parenté stupéfiante : la concentration de la richesse économique entre les mains d’une minuscule minorité. En vertu d’un mécanisme économique très simple. Lorsque l’argent n’est pas là où il est nécessaire, soit pour produire dans une entreprise soit dans les ménages pour acquérir des biens durables, ou bien encore parce que le salaire est insuffisant pour vivre du fait que les salaires réels stagnent ou sont même en recul, il faut alors se le procurer par le crédit. C’est une loi aussi implacable que logique : la concentration de la richesse est un processus qui s’autoalimente. Lorsque l’argent est réparti inégalement dans un système économique, cette répartition inégale s’accentuera avec le temps toujours davantage. C’est ce que nous vivons. L’argent n’est pratiquement jamais là où il est nécessaire, ni dans la production industrielle, ni dans la consommation. On doit toujours se le procurer via le crédit. L’argent et son prix ont aujourd’hui un rôle prédominant et qui va se renforçant continuellement. Le système financier dispose d’une omniprésence quasi-divine qui ponctionne un profit sur chaque transaction. Du coup, une part croissante d’intérêts est contenue dans le prix de tous les produits et de tous les services.

Fuchs: Qu’est-ce qui explique cette baisse des salaires réels ? Qui selon vous est responsable de ce processus de concentration ? Est-ce un rapport de forces politique, ou alors y a-t-il des mécanismes économiques ? Qu’y a-t-il derrière cela ?

Jorion: Pour simplifier grossièrement, il y a trois groupes sociaux dans nos sociétés. C’est ainsi que l’on le concevait au 18ème et 19 ème siècle. Il y a les entrepreneurs qui ont le concept d’un nouveau produit. En cas de succès, ils peuvent faire travailler d’autres qui vendent leur force de travail : les ouvriers et les employés. Et puisque le capital n’est pas toujours là où se crée une entreprise, il doit provenir de crédits. Il y a donc ainsi un troisième groupe, celui des détenteurs de capitaux. Dès qu’un gain s’est constitué, généré par la production, il faut le répartir entre ces trois groupes. Le détenteur du capital percevra d’abord les intérêts qui lui sont dus. Il existe ainsi un antagonisme naturel entre détenteur de capitaux et entrepreneur, un rapport de forces, qui détermine la hauteur des intérêts. Quand l’économie va bien, l’entrepreneur abandonnera davantage d’intérêts et de dividendes au détenteur de capital, et moins quand l’économie va mal. Il doit partager le reste avec ses ouvriers. Il y a ici aussi un antagonisme. L’entrepreneur n’est pas disposé à laisser à ceux qui travaillent pour lui plus qu’il n’est nécessaire. Quand ceux-ci sont organisés en syndicat, ils peuvent réduire la concurrence entre eux et présenter un front dans cet antagonisme. Depuis le milieu des années 1970, il y a cependant eu un facteur qui, au moins dans les grandes entreprises, a modifié radicalement ce jeu de forces. On a introduit le système des « stock options ». La firme de conseil McKinsey menait alors des recherches sur la manière d’éliminer l’antagonisme entre entrepreneurs et capitalistes, comment en faire deux groupes d’alliés immédiats. La réponse : aligner les intérêts des dirigeants et ceux des investisseurs. Le moyen : gratifier les managers d’options sur les actions émises par l’entreprise. Un dirigeant d’entreprise peut exercer ses options au moment de son choix. Naturellement, il ne le fera que quand l’action aura atteint un cours élevé. Il consacrera toute son énergie à ce que le cours de l’action monte, même si cela n’est possible que dans une perspective à court terme ou qui nuit même aux intérêts à long terme de l’entreprise. Les “stock options” marquent le début d’une nouvelle forme du capitalisme accompagnée d’un glissement des rapports de force entre les groupes sociaux. Dès lors, les capitalistes et les entrepreneurs sont alliés. Les salariés se retrouvent face à eux bien seuls. Le rapport de forces ne leur était déjà pas favorable initialement, leur position est désormais affaiblie d’une façon déterminante. Parallèlement, la financiarisation de l’économie devint massive. Le cours de l’action devient plus essentiel que la production proprement dite. La firme américaine Enron, aujourd’hui disparue, est un bon exemple de ce changement de paradigme. A un moment de son histoire, le produit proprement dit de l’entreprise était devenu le simple cours de ses actions. Grâce à un procédé comptable appelé « bootstrapping » [se soulever en tirant sur ses lacets], le succès de l’entreprise était directement lié au cours de l’action. Lorsqu’une action dépassait une valeur seuil, le profit enregistré par Enron s’accroissait. La production est devenue immatérielle à 100%. C’est le système des stock options qui rendit cela possible. Et parallèlement, il y avait stagnation, voire baisse des salaires réels qui ne croissaient plus avec le taux d’augmentation de la productivité.Dans ce contexte, le crédit est devenu, surtout aux Etats-Unis, une sorte de salaire d’appoint appelé à protéger contre la chute du niveau de vie et aussi contre un effondrement total de la demande. Mais les crédits signifient le paiement d’intérêts. 5 pour cents ne semblent a priori pas énormes, mais quand on doit payer un crédit immobilier à 5,3% sur trente années, comme cela est courant aux USA, on aura payé en fin de période le prix de la maison deux fois. Pendant ce temps-là, la spéculation poussait toujours davantage les prix immobiliers à la hausse. La valeur d’une maison pour une famille en était venue à correspondre à trente années de revenu disponible. Un prix véritablement astronomique. Justifiant tout cela se trouvent les théories de l’ordolibéralisme économique qui croit fermement à une autorégulation des marchés et n’autorise à l’État que des interventions minimales dans leur déroulement. Dans la pratique, l’instauration de ce système n’avait été, comme nous sommes obligés de le constater maintenant dans le contexte de la crise, qu’une avancée par essais et erreurs, quasiment une vaste expérimentation de laboratoire sur l’économie mondiale. On dérégule et on verra bien ce qui se passe. Les effets apparaissent avec un certain décalage dans le temps, et quand on peut les observer, il est alors beaucoup trop tard. Il n’y a pas que dans le cas de la catastrophe climatique que l’on à affaire à des phénomènes irréversibles, c’est vrai aussi dans le champ économique. Dans les années 1980, quand ces théories avaient été mises en pratique, on n’a pas eu une conscience claire de ceci : un système économique bâti sur le crédit multiplie les risques. Dans un système économique piloté par le crédit se constituent des chaînes d’emprunteurs, A doit à B qui doit à C et ainsi de suite. Quand un crédit fait défaut, toute la chaîne s’effondre à partir de celui qui fait défaut, comme des dominos. Contre le risque, l’industrie financière avait développé, avec son inventivité inépuisable, des instruments nouveaux, les fameux et problématiques “credit default swaps” ou CDS, des assurances de défaut du crédit. Mais, au lieu de contrôler ainsi les risques, ces instruments génèreront à leur tour des risques nouveaux. Car on peut les utiliser pour spéculer, on peut par exemple parier sur le fait que les obligations grecques se déprécieront. Tant pis pour celui qui aura mal spéculé. Exemple l’assureur US “AIG”. Perte pour le contribuable américain : 182 milliards de dollars, du même ordre que le sauvetage de “Fannie Mae” et “Freddie Mac”. 

Fuchs: Je voudrais revenir sur la perspective de la majorité de la population. Dans un tel contexte, elle est mise à contribution deux fois, une première fois parce que sont déjà inclus dans les prix une grande part d’intérêts, et une deuxième fois en raison des crédits qu’elle doit souscrire afin de compléter un salaire insuffisant, ce qui signifie qu’on la fait payer à deux reprises.

Jorion: Dans les faits, débute à la même période, autour de 1975, l’introduction de la micro-informatique qui rendait possible une véritable explosion de la productivité. Mais cet accroissement de la productivité, les salariés n’en bénéficient pas. Leurs revenus resteront toujours davantage en retrait par rapport à l’évolution économique. La productivité est aussi augmentée partiellement par des rationalisations, autrement dit parce que les gens perdent leur emploi. En même temps, les prix augmentent parce que les intérêts et la spéculation les poussent à la hausse. Rien que dans l’essence et le gazole est contenu un bon tiers de gains spéculatifs. La majorité des Américains doit de ce fait compléter ses revenus grâce à du crédit alors que l’industrie financière prospère insolemment : les gains de productivité vont dans sa poche, les intérêts de toute manière aussi. C’est cela l’absurdité de la discussion autour des paiements des bonus des banquiers. Le pouvoir politique veut les limiter, et il fait valoir cela comme une régulation décisive du secteur bancaire. Or c’est un pur effet de surface. Ces bonus sont des commissions : un faible pourcentage des profits réellement générés par l’industrie financière. Quand des millions vont dans les poches des traders, c’est seulement parce qu’ils ont récolté des milliards pour l’établissement qui les emploie. Pourquoi les banques gagnent-elles de telles sommes ? Tout simplement parce que cet argent a cessé d’être redistribué aux salariés.

Fuchs: Vous faites partie de ces experts économiques structuralistes qui critiquent l’assimilation du crédit à la monnaie comme quelque chose d’idéologique au plus haut point et qui est responsable de l’invisibilité du processus de concentration de la richesse dont nous venons de parler. En quoi consiste l’erreur quand on dit que la monnaie en espèces et la monnaie scripturale seraient la même chose ?

Jorion: On parle de masses ou d’agrégats monétaires et de la création monétaire par les banques commerciales. Dans un calcul usuel, on additionne la quantité de monnaie liquide et ce dont les gens disposent sur leurs comptes et livrets d’épargne. On constate alors que le total croît continuellement, que la richesse croît constamment. On oublie alors que la monnaie liquide et la monnaie scripturale sont deux choses fondamentalement différentes. Supposons par exemple trois personnes qui ont, chacune, 10 euros en poche. Elles se prêtent cet argent l’une à l’autre. Si on calcule maintenant selon la manière conventionnelle, la somme a doublé. En effet, chacun des trois – en tant que prêteur – possède une créance de 10 euros en poche, et – en tant qu’emprunteur – possède 10 euros en espèces. Ce n’est pas une erreur de calcul, c’est la méthode prônée par le « science » économique. On parle de masses monétaires M1, M2, etc. L’économiste théoricien Schumpeter a très bien justifié pourquoi il conviendrait d’additionner la richesse réelle et la richesse « négative » que sont les dettes. C’est seulement en cas de crise que l’on reprend douloureusement conscience de la différence. La valeur d’un billet de 10 euros est 10 euros. Son pouvoir d’achat peut varier quand les prix montent, mais sa valeur reste fondamentalement la même. Quant à une reconnaissance de dette, son cas est tout à fait différent. Il faut l’évaluer en fonction du risque, selon la probabilité que le remboursement ait lieu réellement. Lors des crédits hypothécaires qui avaient déclenché la crise aux USA, leur valeur tombait à zéro. Et les masses monétaires M1, M2 fondaient soudainement comme neige au soleil. Où est passé l’argent, se demandait-on naïvement ? La monnaie liquide est toujours là, mais tous les crédits et reconnaissances de dettes ont disparu. Les économistes n’ont certes pas inventé ces calculs douteux uniquement pour faire plaisir au secteur bancaire. Objectivement, ceux-ci sont cependant très commodes pour l’industrie financière. Mais les économistes se sont trompés, on ne peut pas simplement additionner ces deux types de quantités. L’un des chiffres est réel, l’autre est virtuel.

Fuchs: La ligne de défense du secteur bancaire est que l’argent public employé pour leur sauvetage ne serait que des garanties et que cet argent ne serait en réalité pas réellement perdu et qu’il pourrait, dans certaines circonstances, être aussi bien restitué, que faut-il en penser ?

Jorion: Prenons par exemple une “mortgage-backed security”, un titre garanti par des hypothèques. Y sont contenus les crédits hypothécaires de 3000 propriétaires de maisons. Chaque fois qu’ils paient une mensualité, de l’argent parvient aux titulaires du titre (investisseurs). Si le titre papier est émis en 2007 et si certains débiteurs ont cessé de payer leurs mensualités, ce titre ne vaut peut-être plus que 83 cents par dollar (investi). Les banquiers disent alors que si les autres débiteurs continuent à payer, il n’y a pas de raison de décoter encore davantage ce titre, il suffit de le conserver sans s’inquiéter jusqu’à sa maturité. Mais ceci est ridicule, car rien ne vient soutenir la supposition que la situation s’améliorera nécessairement l’année prochaine ou dans deux ans. Sous-tend cet type d’argumentation la méthode de valorisation “mark to model” qui renvoie à la représentation d’une situation idéale où toutes les difficultés du présent auront été éliminées. Le taux de chômage par exemple ne varie pas brusquement d’une semaine à l’autre. Il est soumis à des cycles long. Aux USA, on a ainsi fêté dans l’euphorie le fait qu’en mars avaient été créés 162.000 nouveaux emplois. En y regardant de plus près, on constate qu’un tiers des emplois étaient des embauches provisoires pour le recensement décennal de la population, et un autre tiers avait été postulé à partir des fluctuations historiques de création et de disparitions d’entreprises aux USA. Ce qui veut dire que 50.000 seulement de ces emplois sont réellement nouveaux. On sait cependant que l’Amérique aurait besoin, pour confirmer son rétablissement économique, de 250.000 emplois neufs par mois pour les cinq années à venir. On peut bien sûr être un optimiste incorrigible qui image que demain au réveil tout se retrouvera miraculeusement comme avant la crise.

Fuchs: Est-ce à dire que les tristement célèbres “bad banks” sont des tombes où l’on a enterré de l’argent ?

Jorion: La probabilité d’une réanimation est en effet aussi élevée que dans un cimetière. En mars 2008, le ministre des finances américain Henry Paulson avait orchestré le rachat de Bear Stearns par JP Morgan. Il déclara par la suite à plusieurs reprises publiquement que ce sauvetage était unique et qu’il ne serait pas possible de le répéter. Il le redisait encore quand survint, 6 mois plus tard, la faillite de Lehman Brothers. On avait enfoui les déchets financiers toxiques de Bear Stearns et vissé par dessus un couvercle comme s’il s’agissait d’un deuxième Tchernobyl. Personne ne devait y toucher, personne ne devait savoir ce qui s’y cachait. Seule l’insistance des médias, de Bloomberg et de Fox News, a fait que le contenu a dû être dévoilé. On a dévissé le couvercle pour jeter un coup d’œil dans le sarcophage, et on a pu constater que ce qui s’y trouvait n’avait absolument aucune valeur.

Fuchs: Si je vous ai bien compris, vous attribuez à une sorte de perversion de la nature de l’argent, à un fétichisme de l’argent, le véritable arrière-plan historique et culturel de ce à quoi nous assistons maintenant sous sa forme extrême. On a fait, à partir d’un instrument destiné à l’échange, à savoir l’argent en tant qu’instrument de la circulation, un instrument d’accumulation de la valeur. En quoi est-ce un mésusage de l’argent, car, enfin, la formule de l’intérêt est pour nous, depuis la renaissance, liée à l’usage de l’argent ?

Jorion: On peut dire que l’argent est un instrument neutre qui n’a comme tel un effet ni positif ni négatif. Il constitue un simple substitut du troc : une marchandise spécialement conçue pour l’échange. Une image tout à fait différente émerge cependant au plan historique. A l’origine, les sociétés féodales étaient dominées par la caste des guerriers qui s’appropriait les terres par la force. Ils sont ce que Hegel nomme les “Maîtres”. En face d’eux se tient la majorité de la population, les « esclaves » devenus “serfs” par la suite. Les uns travaillent, les autres règnent sur eux. Pour pouvoir faire circuler les produits issus de cette division du travail, il fallait les marchands. Ils vont de pays en pays, vendent leurs marchandises et vivent de leur profit. Pour ce commerce, on a besoin de l’argent comme instrument de la circulation. Au moyen âge et surtout pendant la renaissance, les régnants font une découverte surprenante. Ils n’ont plus besoin de la violence comme base de leur règne. L’argent rend le même service. Avec lui, on peut amener quelqu’un à travailler pour soi, sans autre violence. La révolution française et sa nouvelle redistribution du pouvoir n’a rien changé à cela. Les aristocrates ont vite compris qu’il pouvaient renoncer à leurs privilèges seigneuriaux s’ils possédaient suffisamment d’argent. L’épée ou le sabre ne sont plus nécessaires, on peut arranger tout cela de la même manière avec de l’argent. Aristote avait reconnu cet aspect de l’argent comme l’héritier de la violence sociale. L’argent reflète le rapport de domination et remplace l’instrument de la violence.

Fuchs: Que devrait-on donc faire pour neutraliser cet effet antidémocratique renforçant les dominations dans nos sociétés, pour l’affaiblir voir l’annuler ?

Jorion: Ce qui avait été fait en 1929, a été refait en 2007 : attendre jusqu’à ce que la concentration de la richesse sociale devienne telle que tout le système s’effondre. C’est alors seulement que l’on repense soudain à la redistribution. Dans les années trente, ce sont des instruments redistributifs que Keynes avaient proposés en Angleterre et qui furent appliqués également aux États-Unis. Pour Keynes, le plein-emploi était l’objectif primordial. Il faut se souvenir que l’on assistait alors en Angleterre à une montée en puissance parallèle du fascisme et du communisme. L’enjeu devenait crucial. La démocratie était menacée sur deux flancs par des idéologies totalitaires. Pour Keynes, il fallait combattre le mécanisme de concentration de la richesse. Il fallait que l’argent soit redistribué de manière plus équitable. Pour que les gens consomment à nouveau et puissent aussi acheter les marchandises produites par eux, il fallait avant tout leur donner du travail et rémunérer celui-ci d’une manière adéquate. L’instrument de la redistribution par l’imposition qui accompagne l’État keynésien, est, hélas, aujourd’hui émoussé. On a permis en particulier aux entreprises de l’économie réelle de se transformer en entreprises quasi virtuelles. Elles distribuent leur chaîne de création de richesse sur un grand nombre de pays, et bénéficient de la concurrence mondiale existant entre eux pour les derniers emplois restants. On permet à la richesse socialement produite de se réfugier dans un espace virtuel et quasi transnational. Il ne faut pas négliger non plus l’influence de l’argent sur la politique. Il est plus aisé de se faire élire à un poste politique quand on appartient à un parti soutenu par l’industrie financière. Cela a conduit aux États-Unis à un système qui se rapproche de l’ancien système électoral censitaire. La cour suprême des États-Unis a récemment suspendu pour les entreprises toute limitation des dons politiques. Et ce en invoquant le principe de la libre expression ! Naturellement, les entreprises ont des ressources financières d’un tout autre ordre que l’individu moyen. Avec de l’argent, on s’achète de l’influence sociale. Un coup d’état n’est donc pas nécessaire, pas besoin d’envoi de troupes. Une fois encore : l’argent procure le même type de service. 

Fuchs: Il y a une autre proposition de Keynes que vous préconisez, c’est la monnaie synthétique mondiale qu’il appela le “bancor” et qu’il a proposée à Bretton Woods, mais qui ne fut pas retenue. Dans quelle mesure cela pourrait-il nous venir en aide dans le contexte actuel ?

Jorion: Il faudrait vérifier si le bancor pourrait vraiment constituer une solution. Dans son principe, il ressemble beaucoup aux droits de tirage spéciaux que le Fonds Monétaire International a institués. La crise grecque et de l’euro a très nettement souligné qu’une monnaie devrait correspondre à un espace économique poursuivant une politique économique intégrée. Les États-Unis ont ancré dans leur constitution la solidarité économique entre les états de la fédération. La Californie et ses excédents d’exportation doit pouvoir répondre de la Géorgie beaucoup moins riche. Cela ne pourrait pas fonctionner autrement. On ne peut revendiquer tous les avantages d’un espace monétaire unique et sans risque de change pour son industrie domestique d’exportation et en même temps refuser toute responsabilité pour le déséquilibre économique au sein de cette zone économique. Je parle évidemment du champion du monde de l’exportation, l’Allemagne, et, au niveau de l’économie mondiale, de son concurrent, la Chine. On ne peut pas en tant qu’économie nationale, qui s’est quasi spécialisée dans l’exportation, reprocher aux autres qu’ils n’exportent pas autant. Vers où doivent-ils exporter ? Tant que la planète Mars ne s’ouvre pas comme un nouveau marché vierge, il n’y a pas d’issue. Le commentateur en chef du Financial Times, Martin Wolf, a très bien décrit cela. Les Allemands ont renié la parole du philosophe Immanuel Kant : un principe moral doit toujours valoir pour tous, il doit être universel. Mais tous ne peuvent devenir champions du monde de l’exportation.
Keynes a reconnu ce problème. Il était à la recherche d’un système qui serait en mesure de compenser des déséquilibres dans les bilans commerciaux. Le noyau de son plan bancor était de créer une monnaie de compte qui sanctionne les excédents aussi bien que les déficits commerciaux. Car les deux sont nuisibles dans le cadre d’une économie mondiale durable. Malheureusement, sa conception n’a pas pu s’imposer à Bretton Woods. Son concept général, il faut le mentionner, n’était pas neuf. Un système d’accords bilatéraux équilibrés entre l’Allemagne et d’autres pays avait été mis au point par Hjalmar Schacht qui avait été président de la Reichsbank et ministre de l’économie d’Hitler. Schacht a été jugé après la guerre à Nuremberg pour complicité dans la mise sur pied de la machine de guerre allemande. Il a été acquitté. Quoi qu’il en soit, Keynes n’a jamais fait mention de la parenté intellectuelle entre son propre projet et des applications d’inspiration commune dans l’Allemagne vaincue. Cela aurait jeté la suspicion sur leur bien-fondé dans la période d’après guerre et aurait pu compromettre toute chance de leur mise en application.

Fuchs: Le mainstream économique a déjà évacué la crise : « Des signes positifs se pointent à l’horizon », « Le pire est derrière nous ». Vous êtes beaucoup plus pessimiste, vous croyez au “double plongeon”, ce profil en forme de W où la deuxième jambe sera beaucoup plus dramatique que la première. Cette seconde partie, sur quelle champ se joue-t-elle ? Sera-ce une crise de l’endettement public ? Sera-ce une crise de la demande déclenchée par l’épargne ? Donc une crise déflationniste, se produira-t-elle?

Jorion: Je pose d’abord une première question : où se trouve donc ce mainstream dont vous parlez ? Il s’agit de quelques journaux, de quelques stations de télévision, certainement pas la majorité des opinions exprimées ! Il y a eu en avril un sondage en France. On demandait aux gens s’ils croyaient que la crise état terminée. 75 % ont répondu non. Ce qui se profile devant nous, c’est la maladie japonaise : une période de stagnation se traînant en longueur, accompagnée d’une déflation. Pour Keynes, la déflation était le plus grand des dangers. Plus personne ne dépense, car tout pourra être obtenu demain encore meilleur marché. L’économie se fige, le chômage monte en flèche, et on assiste à la paupérisation de large couches de la population. La récession va reprendre en vigueur, les états nationaux ont épuisé leurs munitions. Ils sont incapables de recharger leurs armes. Le sauvetage du secteur bancaire a épuisé les dernières réserves. Pour lui, les États ont dépensé plus qu’ils n’avaient. Dans leur grande majorité, ils sont tout aussi insolvables que la Grèce. La tentation est grande de réduire la charge de la dette par l’inflation. Mais l’inflation, c’est incendier la plaine, c’est un processus qu’il est impossible de maîtriser. On me pose souvent la question si nous sommes en train de vivre la crise finale du capitalisme. C’est en effet à une sorte d’agonie que nous assistons. Il ne mourra peut-être pas pour les raisons que Marx avait prédites. Mais cela n’y change rien. Le système peut être mortellement blessé, alors même que Marx se serait trompé. Il faut agir sans tarder, il faut empêcher l’industrie financière de causer davantage de dégâts. Depuis trois ans, je plaide pour l’interdiction des paris sur les fluctuations de prix. Mais rien ne bouge. Des sommes énormes sont soustraites à l’économie par des tours de passe-passe spéculatifs. Tout ça est très très dangereux.




Basculement stratégique au Proche-Orient

L’échec du remodelage du Grand Moyen-Orient a laissé le champ libre à une nouvelle alliance, celle du triangle Téhéran-Damas-Ankara. La nature ayant horreur du vide, Moscou comble l’espace laissé vacant par Washington. Le vent a tourné et il souffle fort. En quelques mois, c’est tout l’équilibre régional qui a été bouleversé.

Thierry Meyssan, http://www.voltairenet.org

L’équilibre du Proche-Orient a été entièrement modifié au cours des derniers mois. Tout d’abord, les capacités et les positions de plusieurs acteurs ont changé.

- Les forces armées israéliennes, qui avaient enchaîné victoire sur victoire durant des décennies, ne sont plus capables de maîtriser le terrain. Au cours de leur offensive contre le Liban (2006), puis contre Gaza (2008), elle ont montré qu’elles ont accru leur puissance de destruction, mais qu’elles ne parviennent plus à atteindre les objectifs qu’elles se fixent, en l’occurrence détruire le Hezbollah et le Hamas. En outre, leur arsenal, alimenté autant que de besoin par les Etats-Unis, ne garantit plus leur domination. Leurs chars sont devenus vulnérables aux RPG russes, alors qu’ils formaient l’outil central de leur blitzkrieg. Leur marine est menacée par les missiles sol-mer livrés par la Chine au Hezbollah et désormais dotés des système anti-brouillage qui leur manquaient en 2006. Enfin, leur domination aérienne ne résistera pas longtemps à la prolifération des S-300 russes, en cours de livraison dans la région.

- La quasi-indépendance du Kurdistan irakien organisée par les Etats-Unis, le développement économique de ce quasi-Etat sous tutelle israélienne, et le soutien trop visible des USA aux séparatistes kurdes du PKK ont contraint les militaires turcs à un revirement complet. L’Alliance atlantique n’apparaît plus comme la garante de l’intégrité territoriale turque et Israël devient un ennemi. Si Ankara veille à ménager Washington, le ton n’a cessé de monter avec Tel-Aviv depuis l’algarade opposant Recip Erdogan à Shimon Peres lors du Forum de Davos, à l’incident diplomatique relatif à la série télévisée La Vallée des loups.

- Le chaos irakien et la création du quasi-Etat du Kurdistan ont contraint les Etats riverains à se concerter pour se protéger de la contamination. D’autant que Washington a tenté de les déstabiliser tous pour les tenir à l’écart du jeu irakien. Ainsi les Etats-Unis et Israël ont soutenu en sous-main les séparatistes kurdes de Turquie (PKK), ceux d’Iran (Pejak) et ceux de Syrie. Par conséquent, l’axe Iran-Syrie a fait place à un triangle Iran-Syrie-Turquie. Celui-ci dispose d’une légitimité historique sans équivalent. Depuis la Révolution islamique, l’Iran est le chef de file des chiites. Après la destruction du Baas irakien par Paul Bremmer, la Syrie est devenue le leader incontesté du camp laïque. Enfin, la Turquie, héritière du califat, est le berceau du sunnisme. A eux trois, ces Etats couvrent la presque totalité du champ politique proche-oriental. Cette alliance clos le chapitre du Divide et Impera (diviser pour régner), que les puissances coloniales avaient su appliquer pour dominer cette très vaste région. Elle met particulièrement un point final à la Fitna, c’est-à-dire à la guerre civile musulmane entre sunnites et chiites. Déjà le roi Abdallah d’Arabie saoudite avait invité le président iranien Ahmadinejad à faire avec lui le pèlerinage à La Mecque, dont il est le gardien. Mais la Turquie est l’héritière des Ottomans, et à ce titre incarne le sunnisme historique. De plus, pour Ankara, ce nouveau triangle élargit enfin un horizon bouché par les interminables atermoiements de l’Union européenne.

- La dé-baasisation de l’Irak, c’est-à-dire la chasse ouverte contre les anciens cadres administratifs du pays, a provoqué un exode massif. En six ans, plus d’un million d’Irakiens ont été accueillis en Syrie. Cette hospitalité arabe inclut l’accès gratuit sans contrepartie aux établissements scolaires et universitaires ainsi qu’à l’ensemble du système de santé. Dans un premier temps, cette ample vague migratoire a provoqué une grave crise économique dans le pays, mais une fois digérée, elle lui apporte des cadres très qualifiés et une nouveau dynamisme.

- Les troubles organisés par les Etats-Unis au Yémen ont contraint la famille royale saoudienne à soutenir la politique du roi Abdhallah d’apaisement avec la Syrie et l’Iran. Par voie de conséquence, le clan libano-saoudien Hariri a été prié de se réconcilier avec le président Bachar el-Assad et de reconnaître la légitimité de l’armement de la Résistance libanaise. Du coup, le résultat ambigüe des élections législatives truquées —gagnées en voix par la coalition conduite par le général Aoun et le Hezbollah, mais gagnées en sièges par la coalition pro-US formée autour du clan Hariri et de l’extrême-droite chrétienne— a changé de signification et ouvert la voie à un gouvernement d’union nationale. Tandis que des chefs de guerre comme le socialiste Walid Jumblatt opéraient un virage à 180° pour s’aligner sur le sens du vent.

Cependant, cette évolution est fragile, Washington ayant peut-être la possibilité de déstabiliser la nouvelle troïka. Quoi qu’il en soit, plusieurs tentatives de renversement de Bachar el-Assad par des généraux corrompus ont été éventées avant même qu’ils ne puissent passer à l’acte. Les multiples attentats orchestrés par la CIA dans les provinces non-persanes d’Iran n’ont pas donné le signal de révoltes séparatistes. Tandis que la révolution colorée, organisée par la CIA et le MI6 à l’occasion de l’élection présidentielle, a été noyée par une marée humaine. Aux quelques dizaines de milliers de contestataires des quartiers nord de Téhéran a répondu une manifestation monstre de 5 millions de personnes. Enfin, Washington semble dans l’incapacité d’user une nouvelle fois du Gladio pour instaurer une dictature militaire en Turquie. D’une part parce que la nouvelle génération de généraux turcs n’est plus arc-boutée au kémalisme et d’autre part parce que le gouvernement démocrate-musulman de l’AKP s’est appliqué à démanteler l’Ergenekon (version actuelle du Gladio turc).

Washington et Tel-Aviv peuvent aussi monter des dossiers mensongers pour justifier d’actions militaires.
Ainsi ont-ils laissé entendre depuis 2007 qu’Israël aurait découvert et bombardé un centre de recherche militaire nucléaire en Syrie et que l’Iran conduirait un vaste programme de même nature. Plus récemment, les mêmes puissances ont accusé la Syrie d’avoir fait entrer des Scud au Liban. Toutefois ces imputations ne résistent pas plus à l’analyses que celles délivrées par le secrétaire d’Etat Colin Powell au Conseil de sécurité des Nations Unies à propos des prétendues armes de destruction massive irakiennes. Les diverses inspections de l’AIEA n’ont mit en évidence que des activités civiles, et la force de maintien de la paix des nations Unies au Liban a démenti la présence de Scud dans le pays.


L’entrée en scène de la Russie

La perte d’influence des Etats-Unis est si palpable que le général David Petraeus, commandant en chef du Central Command a sonné l’alarme à Washington. A ses yeux, le jeu joué par les Israéliens non seulement en Palestine, mais surtout en Irak, a plombé les projets états-uniens dans la région. Plus encore, l’enlisement des GI’s en Irak et en Afghanistan en fait des otages de la Turquie, de la Syrie et de l’Iran, seuls en mesure d’apaiser les populations révoltées. Dans une complète inversion des rôles, l’allié stratégique du Pentagone est devenu un boulet, tandis que ses ennemis régionaux sont ses boucliers.

Prenant acte de l’échec du remodelage US du Grand Moyen-Orient, Moscou s’est repositionné sur la scène régionale lors du voyage du président Dmitry Medvedev à Damas et Ankara.

Concernant les conflits avec Israël, la Russie a réaffirmé que le règlement politique devait être fondé sur les résolutions pertinentes de l’ONU (incluant l’inaliénable droit au retour des Palestiniens) et les principes de la conférence de Madrid (restitution des territoires occupés, dont Jérusalem-Est et le Golan syrien, en échange d’un Traité de paix).

En outre, Dmitry Medvedev a confirmé la préférence russe pour la solution à deux Etats. Compte tenu de la présence d’un million d’ex-Soviétiques en Israël, Moscou veut prévenir un exode prévisible en cas de chute du régime sioniste. Dans cette perspective, il a souhaité une réconciliation entre le Fatah et le Hamas, et a rencontré Khaled Mechaal, le leader politique de la Résistance palestinienne, alors même que celui-ci est qualifié de « terroriste » par les Etats-Unis. Il s’agit bien d’un pas décisif de la Russie : le président Medevedev avait refusé par trois fois de recevoir M. Mechaal de passage à Moscou, il a cette fois eu une entrevue avec lui, et qui plus est à Damas. A cette occasion, le président russe a souligné l’urgence croissante de la situation humanitaire à Gaza et déploré le désintérêt de Washington à résoudre ce drame.
Enfin, faisant allusion aux menaces israéliennes de bombarder les convois d’armes passant de Syrie au Liban, il a mis en garde Tel-Aviv contre une escalade de la tension.

La Russie soutient le rapprochement politique et économique en cours entre l’Iran, la Syrie et la Turquie. Les trois Etats leaders au Proche-Orient sont entrés dans une phase d’intense coopération. En quelques mois, ils ont ouvert leurs frontières et libéralisé leurs échanges à marche forcée. Leurs économies bloquées par les années de guerre ont été soudainement ventilées. La Russie entend ne pas rester à l’écart de cette nouvelle zone de prospérité. Immédiatement, Ankara et Moscou ont abrogé la nécessité de visas pour leurs ressortissants. Ainsi un Turc peut entrer sans formalité en Russie alors qu’il n’y est toujours pas autorisé ni aux USA, ni dans l’Union européenne, bien que la Turquie soit membre de l’OTAN et candidate à l’UE.

Moscou a créé des instances permanentes de concertation à haut niveau, aux plans diplomatique et économique, avec Damas et avec Ankara, qui contrastent avec la politique des Etats-Unis.
En début d’année, la secrétaire d’Etat US, Hillary Clinton, avait sommé la Syrie de prendre ses distances avec la Résistance. Pour toute réponse le président Bashar el-Assad s’était immédiatement affiché aux côtés de son homologue iranien Mahmoud Ahmadinejad et du secrétaire général du Hezbollah Hassan Nasrallah et avait signé un document ironiquement qualifé de « Traité de distance réduite ». La rencontre avait été improvisée de sorte que Khaled Mechaal n’avait pas eu le temps de s’y rendre, mais le Hamas était associé à la démarche. Mettant ses menaces à exécution, le président Barack Obama a répliqué en reconduisant pour deux ans des sanctions économiques contre la Syrie.

Rosatom et Atomstroyexport, qui terminent la construction d’une centrale nucléaire civile en Iran (Bushehr) et sont en discussion pour de nouvelles, en construiront une autre en Turquie pour 20 milliards de dollars. Elle devrait être inaugurée dans sept ans. Un projet similaire est à l’étude en Syrie. Le manque d’électricité, dans une région qui a souffert des bombardements israéliens, est le principal handicap au développement économique. Du point de vue proche-oriental l’empressement russe à construire ces centrales n’est pas tant imputable à un appétit commercial qu’à une volonté de donner aux peuples concernés le moyen d’accélérer le développement économique que les Occidentaux leur ont si longtemps interdit. En outre Stroitransgaz et Gazprom vont assurer le transit du gaz syrien vers le Liban, Beyrouth étant empêché par son voisin israélien d’exploiter ses importantes réserves off shore.

Au plan militaire, la Russie a pris livraison de sa nouvelle base navale en Syrie. Celle-ci lui permettra de rétablir l’équilibre en Méditerranée dont elle est plus ou moins absent depuis la dissolution de l’URSS. Elle a également confirmé la prochaine livraison de missiles S-300 à Téhéran afin de protéger l’Iran des menaces de bombardement états-uniennes et israéliennes.

Tout en stigmatisant les provocations iraniennes, les diplomates russes ont répété qu’ils ne croient pas aux accusations occidentales à propos de prétendus programmes nucléaires militaires iranien ou syrien. Alors que le protocole des Etats riverains de la Caspienne ne prévoit qu’une fourniture d’armes à l’Iran si celui-ci était attaqué, le président Medvedev a évoqué une possible intervention directe de la Russie et mis en garde les Etats-Unis contre une guerre en Iran qui dégénérerait en Troisième Guerre mondiale. Sur ce fondement, il a apporté son soutient au projet de dénucléarisation de la région, c’est-à-dire de démantèlement de l’arsenal nucléaire israélien. L’affaire vient d’être portée devant l’AIEA.

Moscou attache une importance particulière à aider la Turquie à régler ses contentieux séculaires avec la Grèce et l’Arménie, incluant les conflits de Chypre et du Haut-Karabagh. De la sorte, Ankara pourrait s’éloigner définitivement de Tel-Aviv et de Washington et reprendre sa complète indépendance. Des pas importants, mais insuffisants, ont été accomplis par le président Abdullah Gül vis-à-vis d’Erevan. Passant outre 95 ans de haine, la Turquie et l’Arménie ont établi des relations diplomatiques. D’autres avancées devraient suivre vis-à-vis d’Athènes avec la bénédiction du patriarche orthodoxe Cyril Ier de Moscou. De ce point de vue, la visite de Recip Erdogan en Grèce est un événement historique qui relance le processus de réconciliation en Mer Egée, amorcé dans les années 30 et interrompu par la Seconde Guerre mondiale.

Bouleversant la stratégie US en Mer Noire et dans la Caspienne, Ankara a accepté un gigantesque investissement russe pour la construction d’un pipe-line reliant Samsun à Ceyhan. Il devrait permettre d’acheminer le pétrole russe de la Mer Noire vers la Méditerranée sans avoir à emprunter les détroits, impropres au transit de matières polluantes. Identiquement, Ankara étudie sa possible participation au projet de gazoduc russe South Stream. Si celle-ci devait être confirmée, elle rendrait inutile le projet concurrent des Etats-Unis et de l’Union européenne, Nabucco.

En définitive, le soutien russe garantit la pérennité du triangle Téhéran-Damas-Ankara face à l’hostilité des Etats-Unis et de l’Union européenne. L’équilibre stratégique du Proche-Orient vient de basculer. L’onde de choc pourrait se propager au Caucase.
Gol del seminarista veronese, partita tra preti finisce a calci
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Alla Clericus Cup, il monsignore: «Ora si confessino»
Infinite sono le vie del calcio e dei suoi cattivi maestri. Non si salva neppure il Vaticano. L’orribile calcione rifilato da Totti a Balotelli, durante la finale di Coppa Italia, fa scuola pure nella Clericus Cup, il torneo pontificio riservato a sacerdoti e seminaristi. Lo stesso che due anni fa, nel match inaugurale diretto dal fischietto professionista Stefano Farina, il presidente della Figc, Giancarlo Abete, salutò così: «L’arbitro sarà aiutato dal fatto che tendenzialmente sacerdoti e seminaristi tengono un comportamento corretto anche in campo». Contro la tendenza si è andati sabato scorso, a soli tre giorni dalla «follia» del capitano della Roma, ripresa e diffusa da tutte le telecamere. Di mezzo c’è un giovane seminarista veronese, Davide Tisato...continua sul Corriere del Veneto
Sua Eminenza Rotta In Culo Il Cardinale Tarcisio Pietro Evasio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, quello che argomenta la relazione tra omosessualità e pedofilia, e che alla vigilia della semifinale di calcio Barcelona-Internazionale ha dichiarato di tifare per il Barça contro l'Inter in quanto juventino, ignaro che l'Internazionale ha così salvato il culo alla Juventus regalando loro il settimo ed ultimo posto italiano in Europa, tanto che paradossalmente tutta la Juve tifava Inter!

A questo emerito cardinale esperto di calcio (nonché di sessualità "omo-pedofila") vadano le mie migliori congratulazioni come migliore IMBECILLE DEL SECOLO (per tacer del fatto che Mourinho è cattolicissimo devoto che prega due volte al giorno, cara la Sua Eminenza IDIOTA). Eminenza, vada a farsi fottere in culo e poi anche a cagare, giacché un'azione aiuta l'altra. E a questo punto il 22 maggio una vittoria in Champions del Bayern di Ratzinger puzzerebbe un po' sospetta, eh?
Mareno, un'altra strage di gattini, i volontari Enpa ne salvano alcuni
Ancora gattini abbandonati e recuperati dai volontari dell'Enpa: l'ultima triste scoperta è stata fatta martedì sera nei pressi del depuratore di Mareno - riporta la Tribuna di Treviso -, dove quattro dei piccoli mici erano già morti. Altri quattro sono stati tratti in salvo, curati e rifocillati dalle volontarie dell'Enpa. I piccoli si trovavano dentro ad un sacchetto. In queste ultime due settimane sono stati 37 i gatti abbandonati e salvati dall'Enpa di Treviso [...] "Chiunque abbia un gatto lo sterilizzi - l'appello lanciato da Adriano De Stefano dell'Enpa - qualora dovessero nascere dei gattini lasciateli con la mamma che si occuperà di tutto fino alla fine dello svezzamento, poi è possibile contattarci per trovare loro una famiglia al numero 347.5931683