La RSPCA (Royal Society for the Prevention of Cruelty on Animals), principale e benemerita associazione animalista britannica, riceve ogni anno oltre 100 milioni di sterline in generose donazioni, ma non tutti sarebbero spesi bene: circa 200mila sterline alla settimana prenderebbero la via degli studi legali per perseguire contadini ed altri per crudeltà verso gli animali (con metodi discutibili come la preparazione dei testimoni contro le regole delle corti) e criticati da una serie di sentenze contrarie per avere sequestrato e ucciso animali sanissimi e che in realtà erano tenuti in buone condizioni. Speriamo che la macchina pubblicitaria impazzita della RSPCA si calmi prima di sputtanare una battaglia sacrosanta.
Intanto il governo britannico promuove la sua serietà sui cambiamenti climatici, con degli sforzi che però lasciano un po' perplessi. Tre anni fa la ministra per l'agricoltura e l'ambiente Margaret Beckett lanciò con gran fanfara il frutto di una lunga e costosa iniziativa di comunicazione intitolata "Il clima di domani è la sfida di oggi": pubblicità televisiva, un sito web, volantini, CD, altro materiale promozionale e un fondo di 12 milioni di sterline. Nel frattempo il ministero dei trasporti (quello che vuole espandere Heathrow e costruire più strade) lanciava la sua campagna "Agisci sul CO2", e altre milionate di sterline finite nelle tasche dei consulenti sono state spese senza coordinamento tra loro da una lunga serie di agenzie governative con importanti cose da dire sul riscaldamento globale: Carbon Trust, Energy Saving Trust, Environment Agency, Directgov, Natural England, Waste Resources Action Programme... Adesso l'attuale ministro competente, Hilary Benn, è un po' incavolato e minaccia di tagliare loro i fondi per queste inutili auto-promozioni.
[sintesi di un paio di notizie ambientali tratte da Private Eye. la foto non c'entra niente ma serve a risollevare il blog dall'italica carrellata elettorale nei post precedenti]
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