Orietta Callegari, Polpetton, capitolo II bis - Solo


Ebbe un attimo di smarrimento “Che ci faccio qui?” si domandò, e poi si ricordò, “il libro!”, doveva pubblicizzare la vendita del suo libro, “si vive anche di pane!” pensò.


Finalmente aveva digerito il cannolo, si sentiva bene. La piazza era affollata di gente, tra i quali molti amici, e Mauro S. pensò, distogliendo lo sguardo dai due giovani che se ne stavano andando, che mai niente lo aveva fatto sentire così “solo” come il bisbigliare piano di quei due, felici, l’uno all’orecchio dell’altro.


E la parola “solo” gli sorrise e si gettò dentro di lui e, come l’acqua con la farina, si impastò con la sua anima. Si alzò, e salutò Rita, si sentiva solo e aveva voglia di stare da solo.


SOLO!” pensò; proprio come doveva essersi sentito quel Pemo A. quando presentò la sua lista alle Elezioni On-Line, ultimo ponte lanciato dal vecchio salomonico tiranno radicale, per invogliare alla conquista dell’isola felice quanti, pur desiderandola, se ne stavano lontani per non aver a che fare con lui.


Camminava a passo svelto Mauro S., con l’intenzione di raggiungere la stazione, ma una leggera nebbia aveva cominciato ad avvolgere il paese, confondendo le case e le strade, e si sentì inghiottire dalla nebbia come catturato da un sogno. Strizzò gli occhi cercando di vedere lontano, e vide … vide Pemo nudo e selvaggio scorrazzare libero sull’isola felice.


Il ragazzo, scalpitante e irriverente, offriva l’immagine esatta del tormento giovanile e dell’ambizione senza limite e collegava l’istante di oggi con la storia passata, tanto cara al vecchio salomonico tiranno, che benevolo, ogni tanto, lo candidava, considerandolo comunque uno dei suoi figli, pur sapendo che aveva aderito, insieme a quelli “eternamente incazzati con lui, Lui LUI” e ad altri colpiti dalla sindrome “c’èpocademocrazia”, ad un altro partito radicale.


Mauro S. pensava a Pemo, solo ed infangato, quando si accorse di aver sbagliato strada. Infatti non era alla stazione, ma era davanti ad un castello, immerso in un verdeggiante giardino, ben curato con siepi all’inglese, e da dietro una di quelle siepi, spuntò fuori, con incedere elegante, trascinandosi dietro una lunghissima coda, un pavone!


Oltrepassando con lo sguardo quelle siepi e la sfida negli occhi del pavone, Mauro S. vide di nuovo Pemo, addormentato sotto alla luna.


Lo vedeva dormire il sonno tranquillo di chi è fedele solo a se stesso, mentre vipere gentili, sibilando al suo orecchio, cercavano di penetrare nel suo sogno; ma la luna lo proteggeva, e con i suoi raggi, dolcemente, gli inculcava il tarlo silenzioso del presentimento, e Libertà, che è UNA, premurosa come una madre, lo copriva con le sue ali.


Era solo nella nebbia, Mauro S., e ripensava alle copie del suo libro da vendere, e quando si mise tra le labbra una sigaretta, la debole luce del suo accendino illuminò un gigantesco cartellone pubblicitario che attirò la sua attenzione.


2 commenti:

Unknown ha detto...

ciao Missmatta!
nel terz'ultimo comma c'è un refuso, Mauro S. e rimasto Sauro M.

:P

Michele Boselli ha detto...

corretto, grazie