The Polpetton Hash

Capitolo I - Il Polpetton

Il bavero dell'impermeabile rialzato, l'ispida barba incolta e gli spessi occhiali dalla montatura a professore di matematica, alle 22.19 di mercoledì 24 ottobre 2001 l'allampanato giornalista investigativo milanese scese dal puntualissimo intercity "Fogazzaro" alla stazione ferroviaria di Conegliano veneto.

Non era stato difficile, soltanto cinque ore prima in via Rizzoli, convincere il direttore ad inviarlo a intervistare i dissidenti radicali di Castelfranco veneto che come fastidiose zanzare punzecchiavano Marco Pannella con la loro trovata dei liberali veneti. "Bisogna pomparli per privare il satrapo mesopotamico del monopolio ideologico nell'area del pensiero liberale" era la linea politica del potente gruppo editoriale che possedeva l'influente settimanale Domani.

"Al diavolo i liberali veneti", pensò invece il giornalista oltrepassando la stazione di Castelfranco e pagando di tasca propria al controllore il supplemento per arrivare a Conegliano, un posto che stando alle informazioni pazientemente raccolte in mesi di certosino lavoro da infiltrato nei forum politici su internet, curiosamente brulicava di soggetti molto più interessanti sui quali investigare.

Era quella la bigotta e puttana pianura tra il Piave e il Tagliamento dove idealmente i pensiero liberale si apriva a ventaglio per abbracciare il vasto bacino di ribollore politico che da un lato scendeva oltre l'immalinconita Trieste ex mitteleuropea giù nei maledetti Balcani e dall'altro si spingeva oltre la primaverile Praga del '68 fino a disperdesi nelle sconfinate distese siberiane di hramoviana memoria.

Era da lì dove avrebbe cominciato l'indagine sui due roberti, liberi imprenditori federalisti enotecnici, che coi loro capitali tenevano saldamente in pugno il Partito radicale e se ne servivano come copertura per le loro losche attività mafiose transnazionali: Roberto Granzotto, l'ex pilota di formula uno fondatore del tentacolare impero finanziario Maletton, e Roberto Polezel, il quasi ingegnere elettronico che come il suo segretario Capezzone non si era mai laureato ma aveva fatto fortuna vendendo tecnologie robotiche ai terroristi australiani.

Un sogghigno luciferino illuminò il reporter al pensiero di come si sarebbe roso d'invidia il suo avversario di sempre, quel cremasco Sir Beppe che l'aveva umiliato con una carriera folgorante fin dai tempi della scuola, sempre primo della classe in inglese, come si sarebbe roso quando sarebbe finalmente uscito con straordinario successo il capolavoro del quale accarezzava da tempo un'idea per il titolo: "Polezel & Granzotto SRL".

A capo scoperto sotto una pioggerellina leggera, dal primo binario Mauro Suttora si diresse verso l'uscita alla ricerca dall'autista di taxi Zoppas, che non conosceva ma sapeva sostare davanti alla stazione e assomigliare molto al leader repubblicano nord-irlandese Gerry Adams.

8 commenti:

Mauro Suttora ha detto...

instant karma's gonna get you

Riformistalchemico ha detto...

Orietta? Sarà mica l'orietta che è venuta a oriettare nel mio blog pannellando di qua e di la...

Riformistalchemico ha detto...

Tutto qui il polpettone? Sono incuriosito dalle vicissitudini di suttora ...

Michele Boselli ha detto...

per il polpettone bisogna pazientare ogni venerdì. nel frattempo come fan di Suttora puoi leggere ogni lunedì quest'altra avventura di cui è uno dei numerosi protagonisti: NyLon!

Unknown ha detto...

Ciao, Michele
sei proprio matto!
se oltre al Polpetton traduci anche i commenti, mi piacerebbe sapere come tradurrai "oriettare"

:PP

Riformistalchemico ha detto...

propongo: "moving in an orietting way" ... è il termine "pannellando" che potrebbe causare maggiori problemi ... ma sei te o non sei te colei che venne oriettando pannellianamente???

michele ha detto...

to Oriett è corretto. attenzione però che è un verbo irregolare: il passato è Oriatt e il participio passato Oriutt

Riformistalchemico ha detto...

She has pannelly oriutt in my blog!!!