Polpetton, capitolo VII
Mauro guardava attonito il girotondo danzante delle parole e cercava disperatamente il senso del "doppio" quando il suo computer, con quel particolare segnale, lo avvisò che aveva ricevuto posta; "Andrai a Ginevra?" diceva il messaggio.
Il mittente del messaggio era il suo collega giornalista romano Dentano Gaetamaro, che lui aveva sempre stimato ma ne era stato ricambiato solo con querula invidia per il suo successo e una risentita querela quando, violando un tacito accordo nell'ambiente radicale, aveva rivelato pubblicamente la di questi parentela con Rhoda Pellizzi, che era la sua vera suocera.
Sì, sarebbe andato a Ginevra, naturalmente. Soprattutto per conoscere di persona i grandi scrittori e le grandi scrittrici che emergevano fecondi dal brodo di coltura radicale, ma anche per promuovere il suo, di libro: il congresso avrebbe rappresentato l'opportunità ideale di lancio pubblicitario tra le migliaia di partecipanti provenienti da tutti i continenti. Ma per riuscire a terminare in tempo il suo capolavoro avrebbe dovuto lavorare di buona lena. Si dispose dunque, sia pur con disgusto, a riprendere la lettura dei diari segreti di Roberto Granzotto e delle eclatanti rivelazioni che essi contenevano sui suoi rapporti con le sei "vecchie puttane" che vi aveva elencato assegnando loro anche un voto:
Elyf Meleksyan, Armena di Turchia, Ankara 2002, voto: 5
Maria Szumska, Slovaca di Polonia, Varsavia 2003, voto: 6
Alice Romanciugy, Ungherese di Romania, Bucarest 2004, voto: 5
Katerina Marnera, Cipriota di Grecia, Atene 2005, voto: 5
Praskovia Pavlova, Serba di Macedonia, Skopje 2006, voto: 8
Milana Avramonova, Ebrea di Bulgaria, Sofia 2007, voto: 9
Varsavia, dicembre 2003
Caro Roberto,
nel'estate del 2004 conobi a Varsavia una tradutrice polaca, Maria Szumska, che però era di madre slovaca ed era lei stesa una gran slovaca. Anche lei è più vechia di me ed è quasi calva, ha le orechie a sventola e dentatura equina, colo taurino, spale da agricoltore, mani come badili, gambe da calciatore, ginochia vacine e i piedi piati.
Oltre che abastanza brutina, Maria è anche piutosto antipatica. Non ho mai conosciuto una persona più noiosa di lei quando parla di che cosa ha fato al suo club o raconta di come è andato il barbecue con i suoi stupidisimi vicini di casa. In efeti penso proprio che l'unica cosa più noiosa di lei siano proprio quegli idioti dei suoi vicini di casa con il loro danato barbecue. Non mi sono mai spiegato come sia potuto acadere, ma mi sono inamorato di Maria come mai lo ero stato di nesuna altra dona al mondo.
Dopo averle fato una corte serata durante tuto il mese di agosto, finalmente la sera del 24 si lasciava andare al primo bel bacio, nela sua auto parchegiata in Armij Ludowej. Nel'arco dela setimana ci furono due momenti di acarezamento più profondo, in uficio. Poi lei doveva partire per le vacanze col marito cornuto e il 29 mi salutò con un bel bacio in ascensore. Pasera' un mese prima che io tornasi a Varsavia il 29 setembre.
Vene a prendermi in auto a quel'aeroporto tuto rosa e si capì subito dala tensione erotica scatenatasi nel'istante steso del'incontro che sarebe suceso qualcosa. Facemo l'amore insieme per la prima volta, al quatordicesimo piano dell'hotel Mariot. Lo facemo tante volte quel giorno e il giorno seguente, col sotofondo un po' sdolcinato degli Eurythmics, Ten Sharp e Roxete... mentre gli ultimi due giorni dei miei quatro di permanenza a Varsavia lei non vole (perché?).
Durante la mia asenza per la prima volta faciamo l'amore per telefono, tre noti di seguito, due o tre volte per note per lunghe ore fino ale quatro del matino. Le parlo io, le facio dei discorsi incredibilmente osceni sul mio cazo, il suo culo, la sua fica, la chiamo troia, a lei piace, e così la terza note per la prima volta glielo meto in boca; sperimentiamo nuove posizioni, la prendo e la sbato fortisimo. Uso il cazo per acarezarle il viso e le tete, che si scuotono quando le schiafegio. Aprofondiamo l'amicizia parlando anche di altro in tenereza, lei mi susura "ti voglio" e "ho bisogno di te". Ogni nuova volta che faciamo l'amore è sempre più forte e sempre più belo.
Tre setimane trascorono così prima di rivederla a Varsavia il 24 ottobre. Maria mi dice di avere sentito una vampata di calore nela pancia al momento di reincontrarci. Faciamo l'amore nel'unico leto del nuovo apartamento. E' il primo raporto anale completo dove glielo meto dietro servendomi del buro, è il primo raporto orale in cui le leco tuto; le meto dentro anche una banana. Oh, quali amplesi e sodomie, caro Roberto, nela catolicisima Polonia!
Un altro mese paserà prima di rivederla a Varsavia, dove ormai si è fato l'inverno, col vento artico che dal mar Baltico prende velocità sula pianura polaca e ragela la cità di venti gradi soto zero. Anche Maria è più fredina, mentre ci stringiamo l'uno al'altra sula Marszalkovska in cerca di una buona bisteca. La volta precedente ho fato lo sbaglio di venirle dentro e così lei è stata angosciata due setimane senza mestruazioni. Perciò facio fatica a riconquistarla e faciamo l'amore solo due volte, una davanti e una dietro. Dopo quatro giorni riparto e 21 ne paserano prima di rivederla, ma già s'intuisce che questa storia deve finire: il marito cornuto sospeta qualcosa e la clandestinità si è fata per lei insostenibile. Con uno scambio di tenere letere aviene il tristisimo, dolorosisimo adio.
---
Bucarest, setembre 2004
Caro Roberto,
per lunghi mesi non guardai altre done, ma col tempo mi ripresi e l'ano sucesivo fu sesualmente piutosto intenso: mi portò Alice Romanciugy, ungherese di Romania (Baia Mare, nel nord-est del paese), 37 ani, separata con due figlie grandicele, ativista del Partito verde, petegolisima e noiosisima, parlava in continuazione, naturalmente solo in ungherese, pur sapendo un po' di francese. Ricominciava la storia del'incomunicabilità linguistica, ma stavolta ero solo io a non poter parlare mai. Questa storia andò avanti per due o tre mesi di peraltro pregevoli fornicazioni, nonostante Alice non abia le tete, poi lei mi portò al congreso dei verdi e lì conobi una delegata bulgara, Milana, ala quale sul momento non prestai grande atenzione ma sarebe prepotentemente rientrata nela mia vita quatro ani dopo.
Nel fratempo ci fu un episodio minore con Romània Romanciugy, la figlia magiore di Alice con la quale non voli andare a fondo anche perché al'epoca era minorene, ma merita di esere menzionata perché con lei il problema linguistico ragiunse vete inconcepibili: in pratica, mentre le altre potevano balbetare una qualche lingua ma non volevano, nel suo caso Romània pretendeva di parlare inglese ma non lo sapeva...
Romània - Now go.
Roberto - Why must I go?
Romània - Go.
Roberto - Maybe you mean that YOU are going to go.
Romània - Maybe.
Roberto - Maybe what?!?
Romània - Maybe.
Roberto - Mh, I se.
Romània - This today, is concert beautiful in Sala Festival.
Roberto - Maybe you mean that tonight there wil be a nice concert.
Romània - No. Yes.
Roberto - Then?
Romània - Stay together.
Roberto - I beg your pardon?
Romània - I and you, for concert.
Roberto - Sory, it is imposible, I have a lot of work.
Romània - Why?
Roberto - Because tomorow there is plenary sesion in Parliament.
Romània - Why?
Roberto - They use to do so, on Wednesdays and Thursdays.
Romània - Why?
Roberto - I don't know, probably because of democracy, ask them.
Romània - Now go.
Roberto - Why must I go?
Romània - Go.
Roberto - Maybe you mean that YOU go.
Romània - Maybe.
Roberto - Maybe what?!?
Romània - No. Yes.
Roberto - GIVE ME A BREAK!
---
Atene, novembre 2005
Caro Roberto,
Al'inizio del'ano ci fu una storia pietosa che poi lasciai decadere per noia, con una giornalista brutina e lamentosisima, ma almeno italianofona. Poi ci fu qui ad Atene un altro di quei convegni dove mi invitano a fare i saluti uficiali. Parlò per primo l'ambasciatore francese, che solo a metà dela nobile prolusione si rese conto che nesuno lo stava traducendo. A me chiesero in quale lingua avrei parlato, e disi che potevo farlo in inglese, ma volero apioparmi un'interprete d'italiano che risultò parlare italiano come tu parli svedese. Morale della favola, rispolverai il mio greco antico con grande aplauso degli astanti; solo il povero ambasciatore francese non capì.
Comunque questa Katerina Marnera, dicianovene greco-cipriota, è abastanza carina (finalmente una con le grandi tete) e molto simpatica: ogni volta che apre la boca è una barzeleta. Per esempio ti dice "Io HO stata lì dove mi SONO rubati i documenti".
Sabato scorso cambio tuti i miei orologi per il ritorno al'ora solare, poi ariva lei e mi dice: "tu sbaglio perche' cambio di ora avere essere una settimana prima".
Alora io le chiedo OTO VOLTE: "ma sei proprio SICURA?!?"
Risposta: "Sì, sì, io AVERE molto sicurissima, noi tutta nostra famiglia SIAMO cambiati gli orologi una settimana" (nota che, oltre a invertire sistematicamente il verbo ausiliare, curiosamente pronuncia le dopie come un sardo).
E vabeh, io le credo sula parola e ri-cambio i miei orologi. Poi durante la note mi asale un dubio: ma porco cane, ma com'è posibile che io sia arivato puntuale a tuti gli apuntamenti dela scorsa setimana se i miei orologi non erano agiornati?!?
Alora ariva questa ragaza e mi dice con aria inocente "io mi AVERE sbagliata". Così, come se niente fose... Morale dela favola: pigiato i botoncini degli orologi per la terza volta... Ti giuro che la sarei acopata.
Anche questa storia doveva finire ed e' suceso ieri sera quando mi ha becato a leto con la segretaria. Katerina deve avermi visto portarla al'Holiday In vicino a Iridanu, dove c'e' la sede. Giovane, simpatica, bel corpo, conoscenza italiano, ma niente feling: non ci piaciamo, faciamo l'amore solo una volta al'ano, atorno al due novembre, tanto per toglierci la sodisfazione e celebrare la ricorenza. Eros e thanatos...
---
Skopje, otobre 2006
Caro Roberto,
come ben sai, e come te del resto, adoro i tachi alti. Non c'è da stupirsene, visto che è una perversione piutosto comune, spiegata da eminenti scuole di pensiero psico-sesuologico col fato che sono un simbolo falico, overo nela loro forma richiamano alla mente il pene. Totem e tabù... Insoma, piaciono sia ale femine che tra l'altro così si sentono più alte, sia ai maschi che da parte loro sono sesualmente atirati magiormente da una dona che indosa scarpe con i tachi alti perché questo significherebe che la femina in questione è più troia.
Ahimè, l'esperienza dimostra il contrario: in base ad una casistica personale ho potuto constatare che le done abigliate in modo troiesco sono generalmente più frigide dela loro calorosa controparte aparentemente anonima. Ma se questa è la regola, una piacevole ecezione mi è capitata di recente, e per onestà inteletuale bisogna essere chiari e chiamarla per nome: una gran troia, ma come se ne vedono poche in questi tempi di recesione... una machina sesuale infaticabile che mi ha leteralmente suchiato ogni energia.
Devi infati sapere che a Skopje, una caldisima sera di tarda estate del 2006, sentendo suonare il campanelo dela sede del Partito radicale mi recai ad aprire la porta e una bionda ecezionale meno che ventene parlò con voce sensuale dall'alto dei suoi tachi a spilo: "Buonasera, è qui che ci si iscrive al Partito radicale?"."A E I O U": esaurite le vocali, non sepi cos'altro dirle e mi scostai per farla acomodare e amirarla anche di dietro.
Questa Praskovia Pavlova, disidente serba di Macedonia, è una belisima super-bionda poliglota (parla anche italiano!) con gli ochi azuri, insoma una tipo Marylin Monroe legermente più ciciotela (sapesi che tete!) Come ben sai preferisco le more, ma dinanzi a tanto ben di dio non ci si può tirare indietro schizinosamente e sono afondato sbrodolando inebriato nele sue carni bianchisime. Purtropo abiamo goduto di questi intensi raporti sesuali solo in un paio di ocasioni, perché lei aveva un fidanzato francese coi soldi. Il cornuto l'ha invitata a studiare a Strasburgo e sposarlo. Fine. Una cometa che ripensandoci si fatica a credere sia capitata nela mia vita.
---
La vita..., sospirò Suttora alzando lo sguardo dal diario per lasciarlo perdersi trasognato nel buio della notte oltre la finestra. Gli parve di vedere una cometa, lo scosse un brivido di solitudine nell'universo. Con Milana Avramonova, ultima delle femmes fatales granzottiane che aveva ottenuto il massimo voto nella maschilista classifica del virile erotomane, si sarebbe conclusa la lettura dei diari segreti e con essa il suo lavoro di indagine sul Granzotto medesimo.
Prima però di risprofondare nella lettura, e concludere così quella straordinaria avventura di giornalismo investigativo, doveva sistemare una vecchia faccenda che era rimasta in sospeso con Rhoda Pellizzi e Dentano Gaetamaro.
Nessun commento:
Posta un commento