NyLon!, capitolo 21

Il veteroginecologo riminese Dr Tabar fumava nervosamente la pipa pensando alla sua vita da cani. Il candido magnate indo-orobico John Patel, il corpo perfetto risplendente in spiragli di luce soffusa che penetravano complici le fessure della tapparella abbassata creando eccitanti giochi erotici di sofisticati chiaroscuri, era sdraiato accanto a lui, il braccio sinistro proteso oltre la nuca a mettere in evidenza il petto glabro e muscoloso, la gamba destra piegata ad arco sulla sinistra, e la pelle vellutata leggermente imperlata dal liquido seminale che gli colava dalle labbra dopo la canina fellatio.

Il pilota di Formula 1 Jarno Trulli fumava nervosamente una sigaretta pensando a quel cornuto di Briatore. Heidi Klum, il corpo perfetto risplendente in spiragli di luce soffusa che penetravano complici le fessure della tapparella abbassata creando eccitanti giochi erotici di sofisticati chiaroscuri, era sdraiata accanto a lui, il braccio sinistro proteso oltre la nuca a mettere in evidenza il seno compatto e maturo, la gamba destra piegata ad arco sulla sinistra, e la pelle vellutata leggermente imperlata dalla nebbia della Ruhr che s'insinuava tenue ed astuta nel suo furgoncino Toyota. Non c’era da meravigliarsi che il cornuto lo avesse licenziato. Passi per Naomi, che tanto aveva le tette piccole e le gambe storte, ma con Heidi aveva esagerato: non poteva sistematicamente scoparsi ogni fotomodella del capo. Ragion per cui fu esiliato a Colonia e, come pilota italiano residente qui, a noi tifosi londinesi non rimase che il pluricampione del motomondiale Valentino Rossi, interpretato da Livio Schnur.

Il pluricampione del motomondiale Livio Schnur fumava nervosamente una sigaretta pensando a come in questa storia avrebbe potuto plausibilmente spacciarsi per Valentino Rossi. Bruna Colacicco, il corpo perfetto risplendente in spiragli di luce soffusa che penetravano complici le fessure della tapparella abbassata creando eccitanti giochi erotici di sofisticati chiaroscuri, era sdraiata accanto a lui, il braccio sinistro proteso oltre la nuca a mettere in evidenza il seno compatto e maturo, la gamba destra piegata ad arco sulla sinistra, e la pelle vellutata leggermente imperlata dall’olio Castrol che si insinuava tenue ed astuto da sotto la motocicletta di Schnur in una comparsata a Piccadilly Circus.

Quattrocento miglia più a nord, il gladiatore romano Giulio Carmelo Palmanfredi fumava nervosamente una sigaretta pensando a come il suo idilliaco matrimonio con la membra di segreteria radicale, che ne traduceva in italiano le avventure investigative nei misteri imperiali di Lindsay Davis, avesse potuto così repentinamente trasformarsi in un incubo scozzese una volta oltrepassato il fatidico Vallo di Adriano. Abigail Palmanfredi, il corpo perfetto risplendente in spiragli di rarissima illuminazione naturale che penetravano complice la finestra spalancata creando eccitanti giochi erotici di sofisticati chiaroscuri, era sdraiata accanto a lui, il braccio sinistro proteso oltre la nuca a mettere in evidenza il seno compatto e maturo, la gamba destra piegata ad arco sulla sinistra, e la pelle vellutata leggermente imperlata dall’umidità della brughiera celtica dal colore grigio-verde tendente al marrone come i suoi occhi immalinconiti da quella landa desolata del bardo Robert Burns dove pioveva sempre e gli indigeni parlavano bergamasco.


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