NyLon! - capitolo 22
Cinquecento miglia più a est oltre il mare del Nord, in una città della lega anseatica a vostra scelta, il Frocio radicale unico Nicolino Tosoni - che in quanto mio Editore devo trattare con riguardo nel descriverne l’epiche gesta -, fumava nervosamente una sigaretta pensando a come l’effimero incontro con Andrea la Turka fosse precipitato nella passione di una relazione permanente. Bülêntelifyildiz Åtatunçiller-Demireleçževitÿ, il corpo perfetto risplendente in spiragli di luce soffusa che penetravano complici le fessure della tapparella abbassata creando eccitanti giochi erotici di sofisticati chiaroscuri, era sdraiata accanto a lui, il braccio sinistro proteso oltre la nuca a mettere in evidenza il seno compatto e maturo, la gamba destra piegata ad arco sulla sinistra, e la pelle vellutata leggermente imperlata dalle gocce di pioggia dorata che dal nobile Organo dell’augusto Editore si erano su di lui insinuate tenui ed astute.
- Ti è piaciuta la pioggia dorata, Nanatroccola mia adorata?
- Non è precisamente il mio concetto di fantasia sessuale
- Capisco, Nanatroccola, preferisci il fist-focking. Girati di là, mettiti così...
Sei miglia sopra di loro, nella prima classe dello Svirgin-gigabus la Raffa fumava nervosamente una sigaretta pensando che era giustamente proibito fumare in aereo e dovrebbero essere censurati anche i rapporti zoomosessuali nei romazetti radicali. Sdraiata accanto a lei, esausta giaceva Maria Cristina, il corpo perfetto risplendente in spiragli di luce soffusa che penetravano complice la tendina dell’oblò semi-abbassato all’orizzonte creando eccitanti giochi erotici di sofisticati chiaroscuri, col braccio sinistro proteso oltre la nuca a mettere in evidenza il seno compatto e maturo, la gamba destra piegata ad arco sulla sinistra, e la pelle vellutata leggermente imperlata dai succhi vaginali della Raffa.
L’editorialista newyorchese Mauro Suttora-Bordini, che a tempo perso faceva anche il criptico critico letterario, fumava nervosamente una sigaretta pensando al contenuto esistenziale dei libri su Roberto Granzotto. La sua vecchia mistress by default - l’editorialista newyorchese meglio nota col nickname di Metro Goldwin Mayer -, la massa informe rilucente in un coraggioso spiraglio di luce schifata che penetrava inorridita dalle fessure della tapparella abbassata creando abominevoli masochismi di chiaroscuro, era sdraiata accanto a lui, il salsicciotto sinistro proteso oltre la capa a mettere in evidenza il flaccido tettume, la zampa destra ripiegata sulla sinistra, e la raggrinzita pellaccia pelosa fradicia per il sudore che secerneva abbondante mentre i primi smog del mattino s’insinuavano tenui ed astuti in Roosevelt Island.
- MGM, che ne pensi di una frase come "s'insinuavano tenui ed astuti", inserita in un contesto determinato da un quadro complessivamente piuttosto ripetitivo e osservato nell'ottica più ampia di un punto di vista d'insieme, oserei dire incastrato come un tassello di un gigantesco puzzle quale è il profondo erotismo, oserei dire la carnalità intrinseca e la sensualità talvolta gratuita di questi testi che io personalmente trovo misteriosi, enigmatici, oserei dire criptici?
- Mah, non ti saprei dire...
- Ecco, lo vedi, eh? Lo vedi che ho ragione io quando parlando di serie misure da adottare mi riferisco a questi autori dalla dubbia moralità? Ebbi già occasione di ribadirlo in altra sede, alla presentazione dell'antologia delle opere di Piero Welby, quando auspicai che infine la piantasse con questo smoderato uso irriguardoso dello strumento del piacere nella narrazione, strumento peraltro interessante ai fini di una rivalutazione sul piano...
- Sì, sul piano e sull'organo! Ma sant'iddio, Mauro, piantala! Sarai mica diventato cattocomunista?
- Lascia che ti dimostri come io possa amare soavemente, senza essere bombardato da quei messaggi subliminali...
- Sublimi e anali?
- Ma no! Lo vedi che sei condizionata anche tu? Io ho detto subliminali, ma il tuo subconscio ha voluto capire sublimi e anali! E by the way io non sono cattocomunista, sono luterano
- Sìììììì, schizzami nell’utero e poi nell’ano!
Con un urlo lancinante vincendo il ribrezzo, Suttora-Bordini prese la MGM e la gettò dal quindicesimo piano del casermone. L’urlo lancinante passò in secondo piano causa il rutto assordante della MGM stessa e il disinteresse dei lettori nel seguire le vicissitudini di giornalisti afflitti dalla deprimente quotidianità del nostro di noi tutti trascinarci penosamente a penzoloni in questa tragica valle di lacrime e sangue. Sangue e merda. Lacrime, sangue e merda. Seguì su Classic FM l’Ave Maria di Schubert seppellire il suo maestro Beethoven insieme a Paganini, e tutti e tre dichiararono: Basta requiem a Radio radicale!
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