I “pirati” musicali mantengono l’industria

Riporta l’Independent che i cosiddetti “pirati” che scaricano illegalmente musica dal web si rivelano in realtà coloro che spendono maggiormente (e legalmente) in musica rispetto a chiunque altro: una media di quasi 90 euri all’anno ciascuno, di gran lunga superiore a quanto spendono coloro che dichiarano non scaricare mai musica illegalmente. Ciò significa che l’atteggiamento governativo proibizionista di colpire duramente con misure penali gli scaricatori dal web si ripercuoterà negativamente sullo stesso settore discografico che intenderebbe proteggere: Peter Bradwell della think-tank Demos, che ha commissionato l’indagine condotta da Ipsos Mori, dice che i politici e le case discografiche “devono riconoscere che la natura del consumismo musicale è cambiata e i consumatori esigono prezzi minori e accesso semplificato”.

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