Perché le persone si drogano (male)?

infatti il problema non è tanto il perché un individuo adulto scelga consapevolmente di alterarsi, ma di come sia costretto a farlo.

proverò ad azzardare qualche ragionamento, premesso che per quanto mi riguarda non cerco scuse nel disagio esistenziale, che pure c'è fin dall'infanzia ma onestamente non è così terribile o disabilitante quanto lo è per tante altre persone più sfortunate su questo pianeta che soffrono problemi ben più gravi quali fame, sete, guerre, pestilenze, dittature, malattie congenite, torture e violenze.... invece diciamo pure, per quanto forse troppo rigorosa nei miei confronti, che lo faccio semplicemente perché mi piace, per edonismo, perché qualcuno deve finalmente trovare il coraggio di superare l'ipocrisia e dichiarare che alterare il proprio stato psichico è bello, è piacevole. sennò chi te lo farebbe fare se l'alcohol avesse il sapore e gli effetti del kerosene?!?

e proprio qui, intorno all'alcohol e altre droghe, verte il punto che mi propongo di illustrare, se avrete un pochino di pazienza. in verità a me l'alcohol non è mai piaciuto. a parte una prima sbronza a 17 anni, episodio isolato, non ho mai bevuto pesantemente prima dei 26, per divenire alcolista ben oltre i trenta. ora ne ho quasi 45 e come testimonia la mia recente assenza dal blog circa una volta al mese (ma siamo onesti, la media vera è ogni tre settimane) faccio una mega sessione alcolica di quelle serie, vale a dire sbronzarsi per tre giorni di seguito al punto di pisciarsi addosso, dormire per strada e in un paio di occasioni perfino svegliarmi in carcere o in ospedale, insomma cose poco dignitose che non aiutano l'autostima.

quando lo faccio a Londra vado a birra di alta gradazione, mentre se mi capita in Italia funziono a Tavernello. la ragione della differenza risiede unicamente nelle accise sui due tipi di bevande, per cui nel Regno unito costa lievemente meno la birra e invece in Italia il Tavernello e consimili viaggiano a circa un euro al litro. la birra ad alta gradazione (tipo Ceres per intenderci) mi provoca al risveglio un mal di testa di cui altrimenti non ho mai sofferto, al contrario dei vini in cartone il cui sapore però mi disgusta. insomma, in entrambi i casi, uno schifo, una vita d'immerda, un'esistenza e un talento sprecati, il che aggiunge disperazione alla depressione.

il che però non è del tutto vero (vedete come siamo bugiardi noi drogati?!), perché non avete idea di che gente straordinaria si conosce dormendo per strada o sui treni notturni, rifugiandosi di giorno al calduccio di una qualche biblioteca pubblica. altra gente dall'esitenza e talento sprecati ma di una intelligenza ed umanità sorprendenti: l'altroieri notte ho conosciuto una docente precaria che parla otto lingue (è precaria da un quarto di secolo...)

a volte transito negli altri posti abituali dei vagabondi e loro mi aggiornano sui "colleghi" deceduti nel frattempo: freddo, infarti, violenze di fascisti. il freddo è il grosso problema stagionale, altrimenti d'estate è ovviamente più facile adattarsi a una panchina in qualche giardino pubblico, anche se naturalmente gli sbirri non stanno a guardare e una grossa difficoltà consiste nel (ri-)conoscere per starne lontani i luoghi "sputtanati" dai vagabondi più sciatti che non asportano i propri rifiuti (ovviamente consistenti in bottiglie e lattine). è tutto sommato per me un'esperienza affascinante che permettendomi di arricchirmi culturalmente, conoscendo questa umanita emarginata, toglie disperazione alla depressione, ma devo ammettere che è facile parlare così, in quanto ho comunque il mio lavoretto di telemarketing e questo abbandonarmi al drogarmi e vagabondare è per così dire una distrazione, non una costrizione alla quale sono condannati i più sfortunati.

ma sto divagando, sul tema pur interessante dei miei occasionali compagni di sventura, mentre invece l'intento era di scrivere sulle sostanze psicotrope. ora, appurato che mi drogo per vivere altre emozioni più intense, se volete diciamo per "evadere" dalla noia, per obnubilarmi temporaneamente dalla tragica constatazione che ogni giorno un milione di italiani pende dalle labbra di Emiliofede e anche di più da quelle di Brunovespa -, beh forse vi chiederete perché lo faccia con una sostanza che non mi piace, addirittura che odio per il suo effetto di favorire la violenza. oh, a scanso di equivoci mi corre l'obbligo di precisare che nel mio caso, fortunatamente possedendo una radicata infarinatura della cultura della non-violenza, non ho mai fatto male fisicamente a nessun altro tranne me stessa. però è ben noto cosa produce l'alcohol a chi si introduce in un'automobile o in uno stadio.

effetti nefasti che sono del tutto opposti a quelli dei derivati della cannabis: hashish e marijuana inducono alla pace con sé stessi e il prossimo, alla meditazione introspettiva, a guidare più lentamente e scrivere meglio (io senza falsa modestia mi reputo una buona penna, ma quando sono sbronza scrivo da cani). allora io vorrei tanto capire perché qualche governo con evidenti influenze mafiose ha deciso che invece di potermi fare una canna in santa pace - senza dover patire il giorno dopo il mal di testa e le mutande inzuppate -, sono invece costretta a rifocillare i supermercati britannici e le cantine ed osterie italiane. ovviamente la mia curiosità è retorica e la risposta sta nella sua stessa formulazione.

ora, stabilito che se io, per motivi che sono cazzi miei, sono masochista o edonista o semplicemente idiota per cui mi voglio drogare, fin qui ci siamo che ho la libertà di farlo in quanto il mio corpo mi appartiene, beninteso finché non arreco danni ad altri? invece no: se io voglio trascorrere un fine settimana innocuo per la società devo mettere in bilancio venti sterline per un grammo di maria che in realtà è pessimo skunk trattato chimicamente, altre venti sterline di trasporti per andare e tornare da Camden Town, e in più rischiare il passaporto se mi beccano. in Italia non va meglio: anche a Milano la cannabis costa come l'oro (ma la cocaina meno!) e se non ti aiuta qualche conoscente trovarla richiede una mezza giornata (invece la cocaina nevica sempre puntualissima alle 20.30).

a questo punto mi è d'obbligo precisare che non amo la coca. l'ho provata una volta e curiosamente non mi ha fatto un tubo. probabilmente era di qualità scadente. ma quest'ultima considerazione mi fa riflettere sulla qualità delle sostanze, appunto. dal cartone di Tavernello da un euro al litro non puoi certo aspettarti un'esperienza da sommelier, ma neppure di rimanere avvelenato dal metanolo: l'azienda produttrice ne sarebbe travolta. ricorro quindi mio malgrado a una sostanza dal prezzo accessibile, dalla qualità mediocre ma non indecente, e il cui uso e commercio non comporta gravi conseguenze penali.

ho provato a proporre queste argomentazioni agli "alcolisti anonimi" e i loro omologhi italiani, che frequento ogni tanto perché da circa tre anni ho preso consapevolezza del mio problema di abuso di alcohol. purtroppo devo dire che nel mio caso queste riunioni sono di una tale tristezza da fare più male che bene. se ad altri hanno fatto bene buon per loro, è chiaro. osservo però che consistono generalmente nell'elencazione da parte di tutti (si parla a turno uno per volta facendo un giro del tavolo), di funerali e malattie che nella settimana precedente hanno colpito i rispettivi parenti o concittadini, e finché si tratta di una suocera fulminata in chiesa può essere confortante e infonderti speranza in un mondo migliore, ma quando viene una interminabile sequela di interventi all'anca o al ginocchio... beh, confesso che premo il bottone di emergenza per chiamarmi da un cellulare all'altro simulando di dovermene andare per un'urgenza, e salto sulla bicicletta per correre al bar a farmi una Ceres.

scherzi a parte, queste riunioni sono solitamente presiedute da qualche operatore/trice socio-sanitario, i quali più di una volta mi hanno controbattuto che anche la cannabis è pericolosa perché causerebbe schizofrenia. questo è uno dei "ragionamenti" della beata fava che mi avviliscono nella constatazione che l'ignoranza in materia sfiora l'imbecillità di chi si è veramente bevuto il cervello: e grazie al cazzo che se uno è schizofrenico, o predisposto alla schizofrenia, non dovrebbe assumere cannabis. ma è come dire che se uno ha la celiachia gli sarebbe sconsigliabile nutrirsi di pastasciutta.

un'altro aspetto "simpatico" (si fa per dire) di queste riunioni, consiste nel classico fenomeno dei nuovi arrivati che orgogliosamente dichiarano "bevo da trent'anni di cui venti picchiando moglie e bambini, ho perso la patente investendo a morte una squadra di ciclisti, PERO' NON MI SONO MAI DROGATO COME I GIOVANI DI OGGI". ah no, eh? il fatto è che in regime di proibizionismo le droghe non vengono considerate tali in base a una definizione scientifica, bensì alla loro illegalità: alcohol, tabacco e farmaci sono legali, quindi non sono droghe, la cannabis è illegale, quindi è una droga. invece l'organizzazione mondiale della sanità definisce droghe le sostanze che inducono dipendenza. spiego a queste persone che la cannabis non dà dipendenza. COOOSA??? manco avessi bestemmiato in parrocchia. no brava gente, mi duole informarvi che la cannabis non induce tossicodipendenza, al contrario di alcohol, tabacco, eroina, cocaina, psicofarmaci, gioco d'azzardo e televisione.

è pur vero che dà "tolleranza", ovvero se, poniamo il caso, hai preso stasera un cubetto di hashish e ti fumi solo un cannellino da un quinto di grammo, è probabile che domani vorrai fumartene cinque per un totale di un grammo in quanto sentirai meno l'effetto, ma una volta che ahimè è finito, e vabbeh, pazienza, non avrai alcun incubo o allucinazioni o tremori e sudorazione (né le mutande inzuppate e le relazioni affettive e lavorative compromesse). ed è anche vero, per amor di precisione, che una piccola percentuale di consumatori ne assume talmente tanta da sviluppare una dipendenza, quantomeno psicologica, ma sono casi rari: personalmente ne ho conosciute solo un paio su almeno duecento altre consumatrici.

da migliaia di anni la cannabis è un dono divino (non di-vino), che alcuni mafiosi bastardi, purtroppo aiutati da tanti moralisti magari in buona fede, vogliono farci credere conduca di per sé alla dipendenza di sostanze veramente pericolose, quando la semplice realtà del mercato è che tutti gli spacciatori ad ogni angolo di Quartoggiaro trovano molto più lucrativo appiopparti eroina e cocaina. e poi a me piacerebbe tanto sentir dire una bella cosa al presidente della repubblica Napolitano, che stimo, quando accarezza le bare degli alpini italiani morti inutilmente in Afghanistan: che regolamentare responsabilmente la produzione e il commercio delle droghe illegali disidraterebbe l'oceano di denaro con cui i terroristi comprano armi per macellare quei poveri cristi di militari che se proprio si dovevano immolare forse avrebbero preferito farlo per una causa più degna di questa buffonata di guerra afghana.

ecco, mi sono sfogata e adesso posso tornare al bar. mavalà che sto scherzando! anzi, vi rassicuro: dopo la sessione alcolica dei giorni scorsi il bilancio di oggi è di tre cappuccini e una Fanta. non so come mi sia venuto in mente di prendere una Fanta invece di una Ceres, tra l'altro ho risparmiato solo 20 cent

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