Napoleone Papini è stato un anarchico italiano nato in una famiglia in cui si respirano sentimenti repubblicani e antimonarchici, il fratello, Luigi, sarà anche assessore comunale repubblicano in Fabriano. E' giovanissimo quando viene arrestato il 7 ottobre del 1874 per cospirazione, in relazione al moto internazionalista di Bologna. Il 31 dello stesso mese, viene però dimesso dal carcere per la sua giovane età senza subire alcuna condanna. Partecipa alla ricostruzione della Federazione Umbro-Marchigiana dell'Internazionale, fonda il giornale "Il Martello" (uno dei più interessanti giornali internazionalisti dell'epoca, secondo il giudizio di diversi storici) e si distingue nella sua attività di vivace polemista con i repubblicani locali: lo scontro tra queste due tendenze diventa molto forte fino a portare, la notte del 2 ottobre del 1876, all'assalto della redazione del giornale da parte di un gruppo di giovani repubblicani.

In tutte queste attività, è discretamente seguito dalle autorità di Polizia che segnalano la sua capacità di spostamento, sotto copertura di commesso viaggiatore, ma la sua mobilità straordinaria riesce a confondere le idee anche alle autorità, proprio mentre fervono i lavori di preparazione della spedizione nel Matese, dove solo ventenne condividerà le fortune e le sfortune di tutti gli altri partecipanti alla sommossa fino a ritrovarsi nelle carceri di Santa Maria Capua Vetere e Benevento. Scarcerato dopo il processo, Napoleone Papini rientrò in Fabriano la notte del 26 agosto del 1878 e non fu notato da nessuno. Gli fu abbastanza facile riprendere l'agitazione interrotta (anche se l'organizzazione e l'agitazione procedevano tra le molte difficoltà frapposte dalle autorità di Polizia) ed insieme ad altri aderenti all'Internazionale organizza nella notte tra il 27 e 28 settembre del 1878 l'affissione di numerosi manifesti reclamanti la necessità del rovesciamento dell'ordine sociale e politico esistente. Preoccupati per i numerosi adepti che gli internazionalisti arruolavano dopo tale impresa, le autorità di PS decisero una azione più restrittiva e, dopo una seconda affissione di manifesti avvenuta a Fabriano nella notte tra il 3 e il 4 novembre dello stesso anno, iniziarono la repressione. Il manifesto scritto e fatto stampare da Napoleone Papini a nome dei "socialisti rivoluzionari marchigiani" dopo aver illustrato i mali che affliggevano i lavoratori chiamavano il popolo delle Marche a formare un solo partito e a raccogliersi attorno al programma e alla bandiera dell'Internazionale. Seguirono sette arresti e fu spiccato mandato di cattura contro di lui per cospirazione. Il processo a Papini ed ad altri internazionalisti terminò il 3 agosto del 1881 con la condanna ad un anno di carcere e mille lire di multa per il solo Papini.

A questo punto inizia l'avventuroso girovagare del Papini, dalla Svizzera passa in Romania, Bulgaria, Serbia, Trieste, Zara, Francia, Inghilterra ed infine in Argentina. Insieme a Pietro Cesare Ceccarelli, noto internazionalista, dopo la fuga dall'Italia aprirono un'attività commerciale in Braila con filiali a Bucarest ed in Bulgaria. Ceccarelli e Papini il 27 aprile del 1881 scrivono a Malatesta da Trieste e denunciano di aver lasciato la Romania con un passivo di 100 mila franchi e senza un soldo in tasca. Insieme a queste notizie il Papini comunica a Malatesta gli indirizzi di alcuni simpatizzanti socialisti di Belgrado con cui entrare in contatto. Tra l'agosto ed il novembre di quell'anno il Ceccarelli è segnalato a Parigi e Papini a Le Havre, in viaggio verso l'Inghilterra. Il 6 dicembre parte da Londra alla volta di Buenos Aires sul piroscafo Kepler, e nella primavera del 1882 scrive che si trova molto bene a Buenos Aires. Le autorità italiane, oltre al controllo pensano bene di attivarsi tanto che, in una nota da Buenos Aires al Ministro degli Esteri, si comunica che si procederà a diffondere notizie atte a gettare discredito sulle attività del Papini. Nelle note consultate presso l'Archivio del Ministero degli esteri non vengono citate attività politiche particolari del Papini, tutto si incentra sull'attività economica e sul tentativo da parte delle autorità italiane di screditare la persona. Altre fonti riportano che in Argentina il Papini continuò la sua attività anarchica. Nel 1885 ospitò per alcuni mesi Errico Malatesta durante il soggiorno argentino di quest'ultimo. Nella sua permanenza in Argentina ospitò anche altri esuli Italiani.

Napoleone Papini invece rientra brevemente in Italia il 18 luglio del 1913 e il suo ritorno a Fabriano desta un notevole interesse che culmina in una conferenza al Teatro Montini il 9 di agosto alla presenza di circa 300 concittadini e in un banchetto in suo onore con 120 partecipanti. Il 12 agosto incontra in Ancona, dopo 28 anni, Errico Malatesta. Partecipa poi, il 7 settembre, a Imola, ad un convegno di ex internazionalisti. Il 17 settembre, con il piroscafo "Duca di Genova", riparte per l'Argentina, per la città di Patagones, dove si era stabilito ormai da diversi anni insieme alla moglie ed una moltitudine di figli (otto o dieci). Napoleone Papini muore a Patagones il 6 aprile del 1925.

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