Lo scorso fine settimana in via di Torre Argentina mi è stato permesso di partecipare alla riunione della segreteria allungata, o comitato ristretto, o cappuccino espresso che dir si voglia, senza diritto di parola né tanto meno di voto, in qualità di semplice osservatrice. La prima cosa che ho osservato è stato il radicale cambiamento di look del segretario Staderini, con frangetta brizzolata che cade su occhiali à la Wertmuller, trucco leggero e un filo di perle su una scollatura ancora un po’ scarsa, tailleurino verde NSU Prinz e sulle gambe storte purtroppo non può nulla neanche la chirurgia plastica perciò sarebbe meglio tornasse ai pantaloni.

Conclusa la relazione del segretario sulle nuove linee di iniziativa sartoriale, è stata naturalmente la volta del leader storico, che ha parlato solo 9 ore e tre quarti - interrotto da un paio di puntualizzazioni irrilevanti della Bonino che a un certo punto scocciata ha scelto a caso dalla sua agenda un impegno urgente come scusa per andarsene -, e senza mai citare Romolo Murri. Un segno dell’età, ma lungi da me insinuare che Pannella si stia rincoglionendo, anzi al contrario è lucidamente consapevole che gli restano ancora pochi decenni da vivere e non si può più permettere di spenderne un altro paio a parlare di Romolo Murri.

Il giorno dopo è stata la volta di un breve intervento di Bandinelli per altre 9 ore e 44 minuti, giusto uno di meno per rispetto al leader, durante il quale intervento il decano onorario degli artisti folk macedoni aveva cominciato a parlare della federazione balcanica, ma quando gli si è fatto notare che il progetto transnazionale è roba degli anni 80-90 morta e sepolta, per associazione di idee cimiteriale si è allora profuso in una articolata analisi dei nostri rapporti col Partito democratico, per concludere che, da agnostici, non possiamo verificarne l’esistenza o meno prima del trapasso dalla nostra vita terrena allo stato vegetativo bersaniano.

A trarre le conclusioni, mentre i paramedici rianimavano i sopravvissuti, ci ha pensato Armando Crocicchio con un misurato e quasi impercettibile gesto di comunicazione non verbale, scagliando il suo proprio busto marmoreo da mezzo quintale sulla testa gommosa di Cappato, dalla quale è rimbalzato su quella lucida di Litta Modignani, che è rimasto percepito sul colpo. Pare che Crocicchio ce l’avesse con Cappato perché questi l’ha nominato suo assistente parlamentare solo dopo che ha smesso di fare il parlamentare, ma c’è chi sospetta che, più o meno inconsciamente consapevole della cappatica gommosità, il suo vero obiettivo fosse proprio Litta.

[per correttezza, prima di pubblicare questo resoconto ne ho mandato una bozza per approvazione a Tosoni, il quale dice che andrò benissimo come verbalista ufficiale al posto di Bordin]

Nessun commento: