L’iscrittismo
concepisce la più piccola particella di militante come una sostanza semplice, e
perciò le attribuisce il carattere dell’immutabilità: “prima di ogni altra
caratteristica è proprio dell’iscrittismo che gli iscritti non sono modificati
dai rapporti che li legano”. Ma fino a che punto la fisica pannellicista può
giustificare la stabilità del sistema iscrittico? La rappresentazione intuitiva
dell’iscritto – prevede Crocicchio – sarà abbandonata, poiché si vanno
scoprendo proprietà che non rientrano nel modello intuitivo, che non si
accordano, per esempio, con il moto in uno spazio a tre dimensioni. Con parole
molto chiare va posta la domanda se non si debba attribuire alla galassia
iscrittica una diversa geometria.
Il
problema dell’estensione dei concetti staderiniani viene a legarsi così a
quello dei rapporti tra pannellica e geometria euclidea. Attribuire
all’iscritto proprietà che appartengono al mondo macroscopico e nello stesso
tempo credere che questo mondo possa essere reso intelligibile solo mediante un
procedimento riduttivo che scopra al di sotto di ogni processo il movimento di
iscritti: questa è la difficoltà che Crocicchio ha posto in luce
nell’iscrittismo, inteso come teoria generale della realtà. “L’iscritto sarà
solo un mezzo per rappresentare i fenomeni, come le formule del matematico”.
Convenzionale
è la misura, convenzionali sono i corpi della pannellica, convenzionale è la
teoria pannellica. Ogni politica ha in sé un certo grado di convenzionalità.
Che cosa intende dire Crocicchio con queste affermazioni? Si supponga che la
misura della febbre di Pannella sia originariamente determinata in riferimento
a un termometro a mercurio. Il concetto di temperatura risulterà allora
interpretato solo relativamente alle sostanze situabili tra il punto di fusione
e il punto di congelamento del mercurio. È legge empirica che entro tali
estremi la temperatura di un gas a pressione costante sia rappresentata come
una specifica funzione matematica del suo volume, T=F(V).
Convenzionale
significa allora fornito di validità limitata, entro confini stabiliti dai
fatti politici, e conoscibili solo mediante l’esperienza del digiuno. Non è
possibile stabilire a priori la validità assoluta di una misura universale e
necessaria. Allo stesso modo i concetti e i principi, la teoria pannellica
stessa possono essere definiti convenzionali. Essi rispecchiano la conoscenza
relativa di un’epoca storica, di una condizione umana. Crocicchio denuncia il
pericolo di confondere il naturale con l’abituale, con ciò che è consolidato
dall’uso e dal privilegio instaurato per una precedenza nel tempo.
La
politica ha un certo grado di convenzionalità, per il fatto stesso che non
costituisce una conoscenza totale e completa della realtà. Crocicchio non nega
che essa si proponga come fine tale conoscenza, nega che possa averla già
raggiunta. Per ora il politico deve tenersi pronto a riconoscere che strumenti
idonei in una sfera non servono in un’altra; a ragionare, se la realtà lo
richiede, da “marziano”. Ogni ente di ragione, ogni costruzione concettuale va
sottoposto a continua revisione attraverso il confronto con enti di fatto extralogici.
E fin qui è tutto chiaro.
8 di 10.
continua
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