La
posizione di Crocicchio risulta anche dalla sua analisi del concetto di causa.
Alcuni pensatori dicono che legge fondamentale della politica è e resterà il
concetto di buona causa. Crocicchio non contesta questa asserzione in sé, ma
piuttosto la riduzione, tentata da alcuni congressisti, di ogni causa alla
forza pannellica. Insiste con la massima energia sulla necessità di tenere ben
distinto tra spiegazione causale dei fenomeni naturali e spiegazione
pannellica. Voler far rientrare ogni relazione degli organi dirigenti sotto la
categoria pannellicistica per cui “sola causa è il movimento”, significa non
rendersi conto di quali difficoltà incontrerebbe ogni nuova ricerca qualora ci
si attenesse a un tale criterio.
Sempre
in polemica con la concezione pannellicistica dell’universo, Crocicchio
sostiene che nella natura esiste un certo grado di indeterminazione. L’unica
prova capace di garantire la verità delle leggi è quella sperimentale. Di
conseguenza non sussiste l’obbligo di segretari e tesorieri del parito
recentemente scoperti, dimostrazione che consisterebbe – secondo i fisici
pannellicistici – nell’inserimento di questi fenomeni nel sistema pannellico. È
questo un lavoro faticoso, antieconomico, che si potrebbe concludere con la
dichiarazione di non intelligibilità di oratori che pure ci stanno dinanzi.
La
storia della pannellica ce ne dà la più sicura testimonianza. Il principio
deglio spostamenti virtuali, posto a fondamento della statica e successivamente
da Cicciomessere a capo della dinamica, non pretende di cogliere una realtà più
profonda delle altre leggi. Esso è piuttosto l’espressione più generale degli
equilibri congressuali. Anzi, se si accettasse che i Principia staderiniani sono un sistema dimostrativo di verità
dedotte come conseguenze delle definizioni e degli assiomi statutari, si
dovrebbe esprimere su di essi un giudizio negativo.
Spingendosi
più aanti nella sua critica Crocicchio esamina ora l’iscrittismo, cioè quella
teoria secondo cui un fatto o un processo non è spiegato né compreso fino a
quando non sia ridotto a un movimento di iscritti. Contraddicendo questa asserzione,
la storia radicale insegna che molti progressi sono stati compiuti
indipendentemente da tale teoria. Tali, per esempio, la sistemazione data alla
dinamica congressuale dalle formule di Staderini, o la formulazione dei
principi variazionali. Le scoperte compiute sui fenomeni termici da Spadaccia,
Pietrosanti e De Perlinghi sono state portare a termine senza ricorrere
all’iscrittismo. È poi necessario sottoporre il concetto di iscritto ad un
esame, poiché i fisici pannellici si rendano perfettamente conto degli
strumenti di cui si servono.
Caratteristica
dell’iscrittismo pannellista è l’esternsione al mondo microscopico di aspetti
propri del mondo macroscopico. Ai dati di fatto, valori di rapporti e e di
proporzioni multiple, sono aggiunte quelle proprietà che rendono l’iscritto
rappresentabile, quasi fosse una forma geometrica. Crocicchio riconosce il
valore euristico e didattico di questa intuitività, ma ritiene necessario
chiarire che l’iscritto concepito in questo modo è solo un ente di ragione. Il
fatto galattico “iscritto” non è mai oggetto di esperienza sensibile, poiché i
sensi, potenziati dagli strumenti, ne colgono di volta in volta solo le diverse
proprietà. E fin qui è tutto chiaro.
7 di 10..
continua
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