BONINO – (tanto soddisfatto che non osa credere a ciò che sente). Ma parlate sul serio?
CAPPATO – Sì, sì, parlo sul serio, e c’è dell’altro ancora. Pregai il signor Pannella di uscire di casa vostra con me, di abbandonarvi, di divorziare e di sposare me. La pregai e la supplicai persino questa sera stessa. Fu il suo rifiuto che ruppe ogni rapporto fra noi due. (guardandolo con grande disprezzo). Che cosa possa vedere di bello in voi, lo sa soltanto Dio!
BONINO – (raggiante e insieme punta da rimorsi). Ma, mio caro ragazzo, perché non me lo diceste prima? Io vi chiedo scusa! Su, andiamo; non serbate rancore, datemi la mano. Ditegli di stringermi la mano, Giacy!
PANNELLA – Sì, fatelo per amor mio, Marco. Dopo tutto ella è mia moglie, perdonatela. Datele la mano. (Marco, sbalordito, lascia ch’egli gli prenda la mano e la metta su quella di Emma).
BONINO – (stringendogliela con effusione). Dovete convenire con me che nessuno degli eroi della vostra letteratura può competere con il mio Giacy! (si volta verso di lui e con affettuoso orgoglio gli passa la mano sopra la spalla). Eh, Giacy, nessuno può resisterti, nessuno. Non ho mai conosciuto un uomo che non sia caduto dopo tre giorni.
PANNELLA – Non dite sciocchezze, Emma. Spero che non vi avrà fatto male (palpa la nuca a Marco, egli arretra per il dolore). Oh poveretto, che gonfiore! Occorre dell’aceto. (va al campanello e suona).
BONINO – Volete farmi un grande favore, Cappato? Oso appena chiedervelo, ma sarebbe una grande gentilezza che fareste a noi due.
CAPPATO – Che posso fare?
BONINO – (riprendendo il manoscritto delle poesie). Mi permettete di fare stampare queste poesie? Sarà fatto in edizione elegante, in carta sopraffina, con legatura di lusso, tutto di prima qualità. Sono poesie bellissime. Mi piacerebbe vederle un po’ in giro.
PANNELLA – (tornando di corsa dal campanello, felicissima della proposta e mettendosi tra loro). Oh! Marco, se non ve ne dispiace!
CAPPATO – Oh! A me non dispiace; oramai nulla più mi può dispiacere. Sono cresciuto troppo rapidamente questa sera.
PANNELLA – Quanti anni avete, Marco?
CAPPATO- Stamane avevo quarant’anni, ora ho… Maledizione, cito ancora quella dannata commedia. (leva di tasca i biglietti di “Candida” e li strappa con dispetto).
BONINO – Che titolo daremo al volume? Giacinto o qualcosa di simile, eh?
CAPPATO – Io lo intitolerei Come Cappato mentì alla moglie di Pannella.
[14 di 14. fine]
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