I super-ricchi non viaggiano in autobus ma se lo facessero, ironizza il Guardian, gli 85 individui più facoltosi del mondo troverebbero comodamente posto in un caratteristico autobus londinese a due piani. Queste 85 persone possiedono tanto quanto la metà della popolazione del pianeta: 85 su un autobus, 3.5 miliardi a fare la fame sui marcipiedi.

Sembra facile demagogia? Mica tanto, magari poteva sembrarlo 40 anni fa, ma la faccenda è talmente peggiorata da far venire il vomito. Infatti non si discutono i meriti di chi abbia fatto fortuna con il lavoro, l'impegno, le idee geniali, bensì il modo: la ragione principale di tale mostruoso arricchimento a spese dei poveri risiede nell'avere comprato la classe politica dei rispettivi paesi, ottenendo così legislazioni a loro favorevoli in termini di meno tasse a spese dei servizi sociali, tolleranza sui paradisi fiscali, per non parlare di patente corruzione endemica come in Italia, che è al sesto posto nella classifica mondiale dei paesi dove i ricchi sono diventati più ricchi e i poveri più poveri.

Uno schifo dalle conseguenze sociali spaventose: per esempio si riflette sulle donne, che questa settimana al forum di Davos (dove i riccastri non arrivano in autobus) per la prima volta saranno meno che in precedenza, ed erano già poche (16%). La ricchezza spropositata che insulta la miseria è, oltre che sessista, anche nepotista: ovvio che i figli di papà, per quanto magari (molto spesso) idioti, abbiano maggiori opportunità di frequentare le scuole migliori, dove invece faticherebbe ad entrare un figlio di contadini quand'anche fosse un bambino prodigio.

Questa astronomica disuguaglianza non aiuta per niente l'economia mondiale: anche nella classica ottica capitalista, che piaccia o meno, se un povero cristo non ha nemmeno i soldini per prendere l'autobus sarà ben difficile farne un consumatore a vantaggio degli imprenditori onesti che si accontentano di un ragionevole margine di profitto.

I numeri di Oxfam sono impressionanti: la ricchezza del 1% ammonta a 110 trilioni di dollari (un trilione è un miliardo moltiplicato per mille, fanno 12 zeri dopo il 110), equivalente a 65 volte la "ricchezza" di mezzo mondo. Oxfam non sono quei pirla falliti delle Brigate rosse, ma un'organizzazione rispettabile che partecipa al forum di Davos con questo documento e delle proposte sensate ai riccastri: tassazione progressiva; trasparenza negli investimenti; astenersi dall'usare la loro ricchezza per ottenere favori politici in spregio della volontà popolare e invece essere propositivi nei confronti dei governi affinché siano assicurate cure sanitarie a tutti (con loro stesso beneficio di aziende interessate al benessere dei consumatori).

Questi ragionamenti di Oxfam, che tutto sommato non chiede troppo, o gli appelli di Papa Francesco, troveranno riscontro negli uomini più potenti del mondo? La risposta è ovviamente

 NO 

Consoliamoci nella vana speranza che Dio li fulmini

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