La stilometria statistica è una nuova tecnica basata su un algoritmo che esamina dal punto di vista matematico quanto un libro (uno dei miei, o il tuo?) possa divenire un popolare successo commerciale. Elaborata da un gruppo di informatici della Stony Brook University di New York, si fonda sulla frequenza di uso delle parole e alla loro tipologia grammaticale, ed è risultata in modo sorprendente accurata al 84% (gli scienziati ammettono che il restante 16% nel determinare il successo di un libro è dovuto a pura fortuna).
Costoro hanno preso 800 libri di tutti i generi (classici, fantascienza, poesia...) e con il loro software li hanno comparati con le informazioni storiche sul loro successo di vendita o comunque popolarità, informazioni che pure hanno inserito come dati per farli analizzare dal programma, riscontrando che quelli di maggior successo contengono una quantità superiore di congiunzioni, sostantivi e (ahimè purtroppo) aggettivi, mentre in quelli di minor successo prevalgono verbi ed avverbi.
Hanno anche scoperto che quelli di minor successo tendono a includere descrizioni di azioni ("lo volle", "la prese"), mentre sono andati meglio quelli più inclusivi di processi mentali come "ricordò" e "riconobbe", anche se a me, personalmente, devo dire che risulta difficile la distinzione: sarà forse perché qui di fianco scrivo narrativa surreale del tipo "lo prese violentemente per il culo dimenticandosi della sua ex moglie, riconoscendo a sé stesso di volerla ancora tanto quanto la Ferrari nel garage". Con una frase del genere il software sarebbe andato in crisi, ma niente paura: non sono tra gli autori riconosciuti che ha voluto ricordarsi prendere in considerazione!
"Prevedere il successo di un lavoro letterario pone un enorme dilemma sia agli editori che agli aspiranti scrittori" - spiega uno degli autori dello studio, il professor Yejin Choi dell'Associazione dei linguisti computazionali. Per approfondire, articolo sul Telegraph
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