BUON “COMPLEANNO” AMBASCIATORE

[da ITALIANI IN BULGARIA numero 4 del 23 ottobre 1997]

Naturalmente questa nostra rubrica dedicata ai profili degli italiani in Bulgaria non poteva che cominciare con l’ambasciatore a Sofia

TOMMASO TROISE, esperto di economia e commercio, ha iniziato la carriera diplomatica nel 1959 nel ministero degli esteri italiano e l’ha proseguita con missioni a Parigi, Tripoli, Tokio e Rio. La sua prima carica come ambasciatore fu nello Zimbabwe, fino poi ad approdare circa un anno fa in Bulgaria per sostituire l’effimero predecessore che a sua volta aveva occupato il posto di Agostino Mathis, che ricordiamo come uno dei migliori ambasciatori italiani distintisi da queste parti. L’attuale ambasciatore è sposato con una bella signora che appena arrivata non ha perso tempo nell’attivarsi in caritatevoli iniziative umanitarie. Per augurare loro un felice primo anniversario del loro arrivo in Bulgaria – e per farli conoscere meglio al pubblico non anglofobo -, riportiamo di seguito la traduzione di alcuni brani di un’intervista rilasciata dall’ambasciatore a Patrick Brigham del mensile Sofia Western News.

Quali sono le sue impressioni sulla Bulgaria?
È un paese molto interessante ed affascinante, forse unico al mondo per l’ampiezza e il modo pacifico dei cambiamenti. Ho chiesto io stesso di essere inviato qui per vivere questa esperienza storica. Nonostante persistano enormi problemi economici, la gente comune appare meno stressata. Parlando con giovani studenti ho ricavato l’impressione che piuttosto di emigrare preferiscano rimanere qui per fare del loro meglio per risollevare le sorti del loro paese.

Quali sono gli interessi italiani in Bulgaria?
Ci sono investimenti di piccole e medie imprese, questa categoria costituendo la grande massa del tessuto economico del nostro paese, che possono trasferire utili esperienze alle piccole imprese bulgare. Gli imprenditori italiani sono positivamente interessati al processo di privatizzazioni avviato dal nuovo governo bulgaro.

Come pensa che i bulgari vedano l’Italia?
Con un sentimento di amicizia sia a livello ufficiale che tra la gente comune, per via di ragioni storiche che ancor prima della regina madre, italiana, risalgono agli antichi romani che portarono qui la tradizione enologica e vi lasciarono impressionanti reperti archeologici. Siamo paesi mediterranei e noi italiani, specialmente i meridionali, siamo gente aperta e ci comprendiamo molto bene con i bulgari. Come noi i bulgari amano l’arte e soprattutto la musica: mi ha favorevolmente impressionato la grande presenza di pubblico alle esecuzioni di Verdi e Donizetti dell’Opera di Sofia, che ha tanti problemi.

Come vede il prossimo futuro della Bulgaria?
In questi anni di cambiamento ci sono state quattro elezioni svoltesi in modo democratico secondo gli osservatori del governo italiano. Per quanto riguarda la politica estera considero un fatto positivo la volontà della Bulgaria di aprirsi al resto del mondo, specialmente alla Unione europea e agli Stati uniti, e lo dimostra il loro desiderio di entrare nella NATO. Questo non risolve tutti i problemi, ma offre la base per un miglioramento, non solo economico.

Pensa che verranno più turisti in Bulgaria?
Il turismo ha grandi potenzialità, specialmente nelle bellissime zone montane, e i monasteri costituiscono un tesoro inestimabile. Se opportunamente organizzato, il settore turistico può puntare su queste peculiarità, a differenza di tanti altri paesi che non possono fornire queste esperienze uniche di itinerari spirituali. Pure le località marittime sono molto buone, ma occorrerebbe una politica dei prezzi per rendere le vacanze più competitive con le offerte di tanti altri paesi del mondo.

Quali consigli darebbe agli investitori?
Di fidarsi dei lavoratori bulgari, che hanno eccellenti livelli di esperienza nonostante i vecchi macchinari, e di guardare con attenzione al potenziale dell’agricoltura
  

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