ALLA SCOPERTA DI NUOVE POETESSE

[da ITALIANI IN BULGARIA numero 13 del 2 marzo 1998]

BLAGA DIMITROVA è sicuramente la più nota tra le poetesse bulgare contemporanee, anche per essere stata un’attivista per i diritti umani e poi vicepresidente della repubblica. Perciò in questa occasione in cui finalmente riprendono alcune pagine di letteratura bulgara non ci soffermiamo sulla già conosciutissima Dimitrova, quanto piuttosto su alcune giovani, giovanissime poetesse, o comunque ancora poco note, che abbiamo scoperto anche grazie all’aiuto del professor Uberto Malizia. La poesia al femminile è florida in Bulgaria e rifiorisce anche in queste pagine con tre autrici pressoché inedite.

LIDIA ROVNIAKOVA è una cantante lirica di origine russa il cui libro di poesie abbiamo scoperto per caso. DENITSA UZUNOVA, appena diciassettenne, con la poesia Confessione ha ottenuto il premio del Centro culturale europeo “Aldo Moro” di Lecce, conferito a nome del consiglio direttivo dalla presidentessa Clara Minichiello. La cerimonia di consegna del premio alla giovanissima poetessa sta avendo luogo in queste ore a Lecce. IRINA YORDANOVA, autrice della raccolta Fiori di ippocastano,  è la scoperta del prof. Malizia.

MAZZO DI FIORI APPASSITI (di Lidia Rovnyakova)

Un mazzo di fiori appassiti,
un mucchio di lettere,
sparpagliate per terra;
il cuore – come fa male
i sogni deperiscono incessantemente

Pensieri perseguiti nella notte
come foglie secche al vento.
La mia solitudine -
un dolore, un affanno amaro

Sentieri, strade – malanni,
giumelle piene di malinconia,
e di dolore immenso, e lacrime.
E nelle lacrime – l’addio.

CONFESSIONE (di Denitsa Uzunova)

Tra la foresta mi sento vera,
avvolta tra i suoi reconditi segreti.
Sento il sussurro delle foglie.
Il canto ammaliante di uccelli coloriti.
La sua unica padrona sono,
m’abbracciano gli alberi coi rami.
Dalle loro radici vedo il firmamento,
vedo la corsa tra il sole e le nuvole.
Allargo le braccia, come volar mi sento.
Mi libero da ogni pensier sensato.
Insomma, qui è il mio convento,
della mia gioventù il santuario segreto.
Potessi, rimarrei all’eternità.
Potessi, ma me ne devo andar.
La mia foresta mi dona la felicità
Ed è qui che intendo sempre tornar.
Senza tregua i suoi aromi aspirai,
perdendo il senso della realtà.
Essa non mi ha ingannata mai.
Piena di spensieratezza è l’anima mia.
I piedi miei sono coperti di aghi di pino,
di foglie cadute i capelli miei,
mi sono trasformata in foresta,
sento il cuore fior, stracolmo di felicità.

Il buio del mio convento arrivò.
È ora di andare via.
Ma sempre tornerò, finché viva sarò.
Perché solo qui felice veramente sono io.

SPERANZA (di Irina Yordanova)

Attraversa il mare un raggio di sole
Come carezza di rapide labbra,
la notte si fonde e cede, e muore,
bagnata di luce sorge l’alba.

Il suo calore mi abbraccia e sveglia
con mille scintille in tenera danza
davanti agli occhi si scioglie il cielo
e nasce azzurra e bella speranza.

Con un sorriso fatto di fiori
mi porge le mani e mi avvolge
in un mondo diafano colmo di sogni
e mi guida sicura e dolce.

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