Granzotto PI e il caso Unabomber - Epilogo -
“E così Dreon era davvero la vittima...”
“Sì. Era facile prevedere i suoi spostamenti perché le assemblee radicali sono annunciate pubblicamente. Quindi bastava piantare le bombette nei supermercati delle località dove Dreon si sarebbe recato, per aumentare la probabilità che esplodessero nelle mani dell’Armando”
“Un metodo un po’ contorto per eliminarlo...”
“Maldestro, Adriano, maldestro” - rispose l’enciclopedico Granzotto lasciando poi intendere la sua dimestichezza con l’esperanto – “e anche sinistro”
“Perciò si diede tanto da fare per ottenerne la scarcerazione?”
“Già, finché era dentro non poteva farlo fuori”
Non restava che procedere alla mesta incombenza dell’arresto. Sul sedile posteriore dell’Alfa guidata da Polesel, fu Granzotto a rompere il silenzio sulla domanda che aleggiava nell’aria: il movente, il perché. “Ho una mia teoria: i suoi film pornografici. Guardandoli, non c’è maschio che non si senta umiliato dalle dimensioni del pene di Dreon, perfino io che sono superdotato”
“E’ davvero così spaventoso?” indagò il capitano.
“Una rarissima, patologica combinazione di lunghezza equina e diametro elefantiaco. Ti basti pensare che perfino Cicciolina si è sempre rifiutata di girare film porno con lui”
Varcando il ponte sul Piave si trovarono fuori dalla giurisdizione della pretura coneglianese, con parziale sollievo del capitano che avrebbe così risparmiato una brutta grana al pretore, la quale se ne sarebbe dimostrata grata continuando a fare la spesa nel negozio della moglie del capitano.
Giunti sul posto, Polesel parcheggiò in una stradina laterale e si rivolse al superiore con una mano eloquentemente posata ad accarezzare la fondina della pistola: “Capità, vulite che venco angh’io?”
“Non occorre, Polesel, sono certo che il reo non opporrà resistenza”
E non ci fu neppure bisogno di dire alcunché, quando questi aprì la porta di casa: dalle facce da funerale dei due vecchi amici, espressioni che trasudavano pena, incredulità e delusione, l’Ignazio La Russa di Carità di Villorba intuì che era tutto finito.
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