La lettera a Babbo Natale di Roberto Granzotto

Uhm, vediamo... Carissimo... No, carissimo fa troppo consumista... Caro Babbo Natale... Uhm, no, caro suona troppo confidenziale... Ah!, ecco Egregio Dr Babbo Natale, un altro anno è trascorso e sono grato al Bambin Gesù per le emozioni che mi ha regalato. La mia vita è ricca di soddisfazioni, anche se un po’ routinaria, organizzata com’è in un ciclo diurno e uno notturno che si alternano, non ci crederai, l’uno di giorno e l’altro di notte. Qui a Santa Lucia di Piave vicino a Conegliano veneto in provincia di Treviso nel prosperoso Nordest (grazie per il rispetto della privacy, manca solo specificare che abito in vicolo Bus, ndg ) ogni mattina alle sette in punto mi alzo dalla sedia già vestito per scendere a consumare la colazione guardando l’oroscopo su Canale 5.

Prendo il motorino, d’inverno, o d’estate la mia Ford Fiesta rossa sempre nuova fiammante e alle 7.30 sono già in fabbrica, dove fino a mezzogiorno fraco el botòn del tornio a controllo numerico col pollice destro. Durante la pausa pranzo in mensa con mio fratello dirigente sindacalista rifondarolo, al quale assomiglio come una goccia d’acqua tranne per il fatto che lui invece della Fiesta rossa ha una Lexus metallizzata e in ufficio si gira i pollici mentre io in stabilimento li alterno. Infatti dall’una alle 17.30 fraco el botòn del tornio a controllo numerico col pollice sinistro. Certo, non sono tutte rose e fiori come potrebbe sembrare da questa descrizione idilliaca; come dite voi nell’ambiente natalizio, pasquale e soprattutto Pasqualino Del Grosso, ognuno porta la sua croce, che nel mio caso è l’aspetto fisico ripugnante più volte documentato dal quel fottuto bastardo del mio biografo non autorizzato il crine impomatato di antiruggine, l’occhio bovino, l’ispido baffetto, l’ombelico anale (questo però è inedito, nde) le vesciche sugli alluci e soprattutto quelle che vi potete immaginare sui pollici. Le donne pertanto mi dileggiano, evitano, respingono e mi rigettano i pasticcini sul vestito della domenica. Esse, per dirla con Crocicchio, non apprezzano le mie qualità di ragazzo semplice, genuino, sincero, onesto e così buono che non farei del male nemeno a quel rottinculo d’immerda del mio biografo non autorizzato. I miei rapporti con l’altro sesso? Nei migliori dei casi non ce ne sono stati, nei peggiori frequento ogni fine settimana un abattoir alla periferia di Padova dove Manera e Tosoni mi appendono per i capezzoli a degli uncini da macellaio per percuotermi violentemente i genitali con una mazza da cricket e spegnermi i toscani sulle chiappe, per cui non c’è da meravigliarsi se mi ritrovo con le tette flaccide della Baldini e il culo come la faccia di Vigevano. Ma con l’avvento delle tecnologie moderne osteggiate da mio fratello dirigente sindacalista rifondarolo, come quelle dei disabili visivi o motori anche la mia vita di handicappato estetico si è totalmente rivoluzionata per il meglio. Ed è qui che veniamo al ciclo notturno.

Infatti ogni sera alle sette, inesorabile com’emiliofede mi siedo davanti al pc che mi hai portato l’anno scorso ed entro in chat (col nickname del biografo non autorizzato) per restarci fino all’inizio del ciclo diurno. Ed è stato così, tornando al punto iniziale, che il 2004 mi ha portato quattro passioni sconvolgenti, una per ogni stagione. Marsha, l’infermiera discotecara del Sagittario, era mica male, ma quando ci incontrammo alla festa di carnevale si capì che con quei tacchi era troppo alta per me. Mi eccitano, i tacchi a spillo, dovrei quindi cercarmele non più alte di cinque piedi e mezzo, ma chiaccherando sul web non si può sempre capire, insomma non puoi intraprendere una corrispondenza proponendoti come uno che cerca una nana feticista, mi capisci... Finita lì, ma non ho rimpianti tanto sua altezza ha le tette piccole e le gambe storte. Il che mi ha fatto pensare dunque, questa ha le tette piccole, le gambe storte, si chiama Marsha e viene da New York... Uhm, sta a vedere che abbiamo delle conoscenze in comune... Non avrei mai potuto appurarlo, perché con la primavera mi si presentò Milana, la giornalista psicologa della Beeb. Manco a dirlo, tette piccole e gambe storte. Ma stavolta niente a che fare con il suo collega Mauro Suttora, tanto per non fare nomi. Inebriato dal desiderio di innamorami, per qualche settimana persi la testa, tanto che mi rivolsi per una buona parola ai suoi amici trentini Berger e Valcanover.

Questa tipa con gli occhi verdi smeraldo più belli del mondo che mi ipnotizzano... per favore potresti sputare il chewing gum prima di baciarci? (non ero io, era lei quella col chewing gum), e il suo gatto drogato di Catnip vogliono psicanalizzarmi. Grazie tante - mi riprendo dalla catalessi - ho già conosciuto una tale Dora Pezzilli, anni fa, che mi psicanalizzò fin troppo. Anzi, a pensarci bene, per quanto ricordi Dora Pezzilli non ha affatto le tette piccole e le gambe storte, tutt’altro, anche se ormai avrà la sua bella età e comunque adesso ci gira sopra il Dr Tabar Depetro. Arriva l’estate e sul web trovo Blagovesta, la solita bulgara che per qualche misteriosa ragione al mio biografo non autorizzato urge compulsivo il bisognino di appiopparmi di quando in quando nella narrazione di queste improbabili avventure. Suppongo sia superfluo precisare che Blagovesta, pur essendo una ficona della madonna da ogni altro punto di vista, aveva le gambe storte e le tette piccole... (ma è una condanna? Cos’avrò mai fatto di male nelle mie vite precedenti, il corrispondente di Oggi?!?) Comunque un pregio Blagovesta ce l’aveva lavorando nella city se ne intende di materia finanziaria e mi rimette a posto i conti. Prima di conoscerla pagavo interessi pazzeschi su un buco di diecimila euri nella carta di credito, poi lei ha fatto qualche telefonata di insulti ai manager della mia banca e miracolosamente mi sono ritrovato diecimila euri di attivo per cambiare la Ford Fiesta rossa. Vallo a capire, il mondo della finanza. E povera Blagovesta, gran troia da ventimila euri, improvvisamente le è scaduto il visto e non l’ho più vista. Tutto sommato la ricorderò con piacere è stata l’unica bulgara dalla quale sono uscito con più denaro di quanto ne avessi prima di entrarla.

Caddero le foglie e suonarono i campanellini. L’autunno mi portò Diana, la fotografa buddhista per corteggiare la quale dovetti recarmi alle riunioni buddhiste dove recitano la preghiera intervallata dai dannati campanellini. Diana non me l’ha ancora data, né succederà nel prossimo futuro, giacché è contenta di orgasmare coi fottuti campanellini. Non c’è da meravigliarsi che il buon Turko non pucci il biscotto da mesi le sue co-filosofarie tipo Phyllis M Dyason si accontentano di godere co ‘sti cazzi di campanellini irritanti. Meno male che a distogliermi l’attenzione da Diana è sbarcata qui la scollatura di Abigail, che purtroppo però si è portata dietro suo marito Giulio Carmelo Porfirio Roberto Crodino Palmanfredi, questo tipo dalla cattiva abitudine di allungarsi il nome ad ogni puntata e che di aspetto assomiglia a Bruno Mellano di ritorno dal Laos.

Caro Babbo Natale, siamo arrivati al 24 dicembre e ti scrivo dal 737 trainato dalle tue renne verso Londra, dopo che la notte scorsa mi è apparsa in sogno sullo schermo del pc la beata vergine Dora Pezzilli con una freudiana profezia “...nuota, Granzotto, vola... Anzi, prima prendi la Fiesta rossa per andare al San Giuseppe e imbarcati per Stansted, che con la Ryanair costa solo 40 euri, e poi nuota, Granzotto, vola verso l’amor tuo agognato...”

Caro Babbo Natale, ti prego, quest’anno regalami Rebecca. FINE

PS caro Babbo Natale, devo dire che siete tutti nu poco shtrunzi, tu, Dora Pezzilli, la Ryanair e pure le renne. Da Stansted ho pagato l’equivalente di 20 euri di treno fino a Liverpool Street, poi 40 euri di taxi fino a Victoria, che’ c’era lo sciopero del tubo e il dannato tassista ci teneva a farmi vedere come ci si ingorga in Oxford Street, e da lì un altro treno e altri 20 euri per Gatwick dove abita Rebecca lì vicino e la British mi ci avrebbe portato direttamente per meno della metà del totale e mi dava pure da mangiare, che adesso ho una fame della madonna che mi sbaferei Tosoni crudo (visto che mi si chiama in causa faccio notare le troppe virgole, nde ), ma ho finito i soldi con quel che mi han rubato sul cambio e tanto è tutto chiuso perché è Natale ed è chiuso pure il portone a casa di Rebecca, che’ il suo vicino di casa mi ha detto che passa le feste a Venice...

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