Aborto

Intendiamo per aborto l'espulsione spontanea o provocata del prodotto del concepimento prima che siano passati 180 giorni dal momento dell'annidamento dell'ovulo all'interno dell'utero (sette mesi). L'aborto spontaneo è dovuto a cause legate alla salute della donna e/o dell'embrione o del feto.

L'aborto provocato riguarda invece o una legge dello Stato o un evento al di fuori della legge vigente. L'aborto volontario non costituisce più, in Italia, un illecito penale ed è regolamentato dalla legge 22 maggio 1978 (n. 194). La legge distingue tra l'aborto nei primi 90 giorni di gravidanza (si conta da una settimana circa dopo l'ultima mestruazione), e l'aborto oltre questo termine.

Nel primo caso, "la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito, si rivolge ad un consultorio pubblico, istituito ai sensi dell'art. 2, lettera a) della legge 29 luglio 1975, n. 4 e 5, o a una struttura socio sanitaria a ciò abilitata dalla regione o a un medico di sua fiducia" (art. 4).

Il consultorio e la struttura sociosanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici, hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione di gravidanza sia motivata dall'incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna, e della persona indicata come padre del concepito, le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione di gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto.

Quando il medico del consultorio o della struttura socio sanitaria, o il medico di fiducia, riscontra l'esistenza di condizioni tali da rendere urgente l'intervento, rilascia immediatamente alla donna un certificato attestante l'urgenza. Con tale certificato la donna stessa può presentarsi ad una delle sedi autorizzate a praticare l'interruzione di gravidanza. Se non viene riscontrato il caso di urgenza, al termine dell'incontro il medico del consultorio o della struttura socio sanitaria, o il medico di fiducia, di fronte alla richiesta della donna di interrompere la gravidanza sulla base delle circostanze di cui all'art. 4, le rilascia copia di un documento, firmato anche dalla donna, attestante lo stato di gravidanza e l'avvenuta richiesta, e la invita a soprassedere per sette giorni. Trascorsi i sette giorni, la donna può presentarsi, per ottenere la interruzione della gravidanza, sulla base del documento rilasciatole ai sensi del presente comma, presso una delle sedi autorizzate" (art. 5).

Dall'ingresso nella struttura ospedaliera l'applicazione della legge è obbligatoria. L'interruzione volontaria di gravidanza, dopo i primi novanta giorni, "può essere praticata: a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna; b) quando siano accertati processi patologici tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica e psichica della donna" (art. 6).

L'aborto è l'interruzione di un processo vitale. Qualunque processo vitale viene interrotto sulla base di una motivazione di ordine superiore e legato al bisogno di sopravvivenza della specie. Dal punto di vista psicobiologico l'aborto è quindi una patologia, e come tale va affrontata. Le motivazioni che comportano l'interruzione di questo processo vanno attentamente ricercate e scoperte a tutti i livelli micro-macro biologici, psichici, e di sistema, al fine di porvi rimedio.

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