Transessualità

Si può definire transessuale una persona che fin dalla primissima infanzia si comporta come se, e si riconosce in, una identità psicologica diversa da quella alla quale appartiene il proprio sesso anatomico.

La transessualità non ha nulla a che vedere con l'omosessualità (dove l'oggetto d'amore è una persona dello stesso sesso), o il travestitismo (dove il soggetto adopera abiti femminili o maschili per eccitarsi).

Si presume che il transessuale rappresenti, sia dal punto di vista biologico che psicoevolutivo, il prodotto di una carente, o di una eccessiva, trasmissione di ormoni androgeni fin dal periodo di crescita intrauterina, tale da condizionare in senso femminile, o maschile, con equilibri diversi, la struttura fisica e psichica del soggetto.

Per questa ragione, il transessuale può desiderare far corrispondere la sua identità psicologica, a quella fisica e sociale, affrontando l'intervento chirurgico di evirazione, nel caso di transessuale anatomicamente uomo, o di ablazione delle mammelle e costruzione di un simulacro di pene nel transessuale anatomicamente femmina.

Nel nostro Paese questo è l'unico modo legale per un transessuale, di far corrispondere il proprio "sé" vissuto come reale, alla propria identità anagrafica. In altre legislazioni questo non è indispensabile, ovvero viene lasciata libera scelta al soggetto di rinunciare al proprio sesso anatomico, facendo salva la possibilità di cambiare, comunque, dopo periodo di prova, il proprio sesso anagrafico.

L'operazione di ablazione e costruzione del sesso anatomico e l'operazione di evirazione può essere eseguita, per ora a spese del singolo/a, da alcuni chirurghi operanti anche nel nostro Paese.

E' consigliabile tuttavia, anche per coloro che si rivolgono altrove, una accurata indagine personale sulle motivazioni profonde che inducono il soggetto ad intraprendere questa strada, prima di intervenire definitivamente a livello chirurgico.

L'intervento in sé comporta i rischi riguardanti un qualsiasi intervento chirurgico di una simile valenza operativa, ben più complesse invece sono le prognosi a distanza di tempo per ciò che attiene l'avvenuto cambiamento di identità, che l'intervento produce nel soggetto.

La transessualità può considerarsi un epifenomeno. Ovvero qualcosa "al di fuori delle apparenze", ma proprio perché "non palese" contiene in sé tutti gli elementi della completezza. Abolire chirurgicamente "una" delle parti del "sé" rappresenta "comunque" una rinuncia. L'adattamento può essere difficile, e può rivelarsi insopportabile.

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