NYLON! 2

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Come nuovo segretario del partito ho dovuto prendere delle decisioni impopolari per rimetterlo in sesto dal disastro politico e finanziario accumulatosi in un decennio di rovinosa gestione da parte dei catastrofici manager e impiegati statali. La cosa più urgente era spostare la tesoreria a Milàn in modo che Bernardini potesse essere affiancata dall’imprenditore Schnur nel segare i rami secchi. Il co-tesoriere di Rita, Pasquale Danilo V, l’abbiamo mandato a Delhi per gestire in outsourcing il call centre che adesso opera multilingue 24 per 7 nel chiedere soldi anche al resto del pianeta oltre ai soliti militonti italiani. A Roma pertanto non rimaneva che un organo peraltro già scivolato in secondo piano, la segreteria politica, e quindi tanto valeva spostare anche quella per fare un po’ di soldi (o almeno smettere di fare debiti) vendendo l’ottantasei di Torre Argentina. E poi, se non fosse per il papa e il vaticano, sul piano internazionale la Roma delle barzellette Berlusconi e Ciampi non conta più niente da 17 secoli, quindi ho spostato la segreteria qui a Londra. Anche per mia comodità, così per andare al lavoro posso contare su autobus che funzionano e taxi che costano meno. E poi col Chunnel siamo a due ore e mezzo dal centro della capitale europea Brussels o da un romantico fine settimana a Parigi. Downsizing e streamlining sono diventate le nostre nuove parole d’ordine esperantiste, per cui ho smontrioskato le matrioske in un unico soggetto politico strategicamente posizionato a Islington, dove ci sono anche i quartier generali mondiali di Amnesty e Greenpeace, così basta scendere nel cortile della scuola col famoso muro dei Pink Floyd per ritrovarsi a combinare qualcosa insieme. L’unico aspetto negativo di questa mossa è che ci ha scatenato contro un attacco furibondo da parte dei media xenofobi di Murdoch, il quale ha squinzagliando la sua stampa scandalistica a caccia di nostri scheletri nell’armadio. Il Sun spara in prima pagina Turko travestito da Turka e palesemente fatto come una biscia, col titolo cubitale “I radicali portano in Europa 70 milioni di musulmani drogati e culattoni”, incitando una campagna di odio sfociata nel brutale pestaggio del povero Strummer. Il News of the World è risalito a Dora Pezzilli che dietro lauto compenso ha rivelato tutti i particolari su un episodio risalente al 1989 di toccamento di Pisello nel vagone letto Budapest-Pordenone-Roma. Il Times ha scovato e pagato profumatamente Carlo Manera per farsi raccontare nei dettagli e serializzare a puntate tutte le sodomie di Nicolino Tosoni. Sky, Fox e Star hanno avviato la coproduzione di un colossal su quelle di Marco Pannella, che a questo punto è diventato un peso. Ingrato mi è il compito di mandare in pensione il Leader, che tutto sommato ha fatto mezzo secolo di lavoro abbastanza soddisfacente, ma abbiamo anche bisogno di soldi, che non bastano mai, per cui l’ho ceduto a Berlusconi in cambio di Shevchenko, che ho venduto per 50 milioni di paundi al Chelsea Football Club del miliardario russo Avramovich. Mi dispiace solo perché personalmente tifo per l’Arsenal, ma loro hanno offerto meno, avendo già Thierry Henry che è più bravo. Pazienza se questa stagione vincerà il Chelsea, non può sempre vincere l’Arsenal, e in fondo la cosa più importante è che non vinca il Manchester United. Appioppato Pannella al centro-destra (mo’ so’ cazzi loro), sto trattando su un secondo tavolo per cedere Bonino al centro-sinistra di Montezemolo in cambio di Schumacher, che conto di rivendere al migliore offerente tra Mercedes e BMW. Pazienza se l’anno prossimo vinceranno i tedeschi, non può sempre vincere la Ferrari, e in fondo la cosa importante è che almeno in Formula 1 non vincano gli americani. Sistemate queste faccenduole (sorprendente che i moderni romani non ci avessero mai pensato, ma erano troppo occupati a guardarsi in cagnesco tra loro), posso rilassarmi insieme ai simpatici amici che sono venuti a trovarmi nella nuova sede del partito per trascorrere un natalizio fine settimana londinese. Provenienti da Orio al Serio mi sono state mi scaricate le membra di gabinetto Raffa e John con Bernardini e Schnur. E da New York sono sbarcati i coniugi M&M Suttora portandomi come graditissimo regalo di natale la loro amica senza tette Gwen Stefani. Felicissimo di fare da cicerone alla comitiva di amici ansiosi di visitare i luoghi dove è stato girato NYLON, ho dato loro appuntamento alla sede del partito davanti al civico 4 di Cowley Street, dove i lettori ricorderanno Charles nella prima puntata servire doppi colpetti di malto singolo alla tesoriera Janine. Dopo la consueta visitina turistico-politica a Westminster - dove la Camera alta è stata arringata da Lord Patel esercitare il suo inglese indo-orobico nell’argomentare appassionatamente contro il Requiem a Radio radicale -, non potevamo che proseguire il pellegrinaggio verso l’avveniristico edificio di Channel 4, pure citato nella prima puntata, dove Mauro ha cortesemente declinato l’offerta di Jon Snow di condurre al suo posto il telegiornale delle 19, avendo già avuto un’offerta come vice-direttore di Emilio Fede nel capannone di Retequattro a Cologno monzese. Dalla Great Peter Street abbiamo svoltato a destra per il secolare mercatino di Strutton Ground, dove fra le altre cose si sbafano gustose specialità pasticciere della Cornovaglia, ma era ancora troppo presto tutto chiuso e non c’era nessuno, con grave disappunto della Raffa che sperava in un locale anche per poterci fare la pipì (è incontinente). E’ stato a questo punto che si è verificato l’increscioso episodio della Raffa orinare in una cabina del telefono in Victoria Street, con John Patel stenderlesi sotto implorandola d’innaffiarlo e Schnur di smanettarglierlo. Una scena normalissima in qualsiasi periferia britannica ogni alba del sabato o domenica, senonché qui siamo nella pulitissima Westminster a metà strada tra le omonime abbazia anglicana e cattedrale cattolica, dove Strutton Ground sbuca in Victoria Street proprio davanti a Scotland Yard. Insomma il posto meno indicato per la minzione cabino-telefonica con masturbatio aggravata. Grazie all’intervento del potentissimo Scaruffi del MI-007 siamo stati rilasciati da Scotland Yard dopo pochi minuti cavandocela con un blando ASBO - Anti Social Behaviour Order -, che ci intima di lasciare Westminster entro due ore e non rimetterci più piede per almeno altre dieci. Abbiamo solo due ore per correre lungo Whitehall a immergerci in una bovassa di lama nel cambio della guardia del reale reggente Olivier bin Dupuis, mentre con grave disappunto di Rita dobbiamo rimandare ad altra occasione l’invito a prendere il tè da dei tali suoi conoscenti Tony e Cherie nell’adiacente Downing Street. Invece da Trafalgar Square allunghiamo il passo lungo lo Strand. Veloce osservarzione del traffico sul vicolo laterale del Savoy, tanto per sfoggiare vanitosamente la mia dimestichezza con l’unica strada britannica dove si guida dalla parte sbagliata (la sola dove Granzotto non abbia distrutto le sue Ferrari Fiesta in un frontale), e poi via di fretta verso il quasi-prospiciente Covent Garden, dove questa volta a rallentarci è Schnur. Infatti, per via della stagione natalizia, le giovanissime attiviste delle charity abbordano i passanti travestite da babbenatale in minigonna è il turno di Patelli ricambiare il favore al segaiolo imprenditore e trascinarlo per la proboscidina su Aldwich verso l’imponente Marconi House della BBC, dove Mauro cortesemente declina l’offerta di Jeremy Paxman di condurre al suo posto la quotidiana Newsnight di approfondimento, avendo già avuto un’offerta come vice-direttore di Bruno Vespa in un capannone di Saxa rubra.

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