STATISTIKA KARTA: AIDS ED ALTRO ALLE FRONTIERE BULGARE
Forse qualcuno dei lettori ha gia' avuto esperienze con la famigerata STATISTIKA KARTA, un cartoncino giallo sopravvissuto alla caduta del comunismo che bisogna compilare entrando nella Repubblica di Bulgaria e restituire all'uscita completo dei timbri degli alberghi ospitanti (altrimenti il visitatore viene "multato" per ogni notte che non ha passato in albergo, oppure se non ha denunciato alla polizia il luogo ove comunque abbia trascorso la sua pur breve permanenza).

Oltre alla mitica STATISTIKA KARTA, per i visitatori occidentali occorre beninteso pagare un visto il cui costo varia tra i 40 e gli 80 dollari secondo le disposizioni del giorno e l'umore dei doganieri. Ma fin qui si capisce che si tratta di misure in qualche modo di ritorsione verso i paesi occidentali che se da una parte impongono prezzi assai piu' ragionevoli per i visti, d'altra parte impongono pure altre severe restrizioni burocratiche per il rilascio del visto stesso (lettera d'invito, disponibilita' finanziaria, ecc.)

Ora, pero', quello che mi ha fatto girare le balle oltre misura e' stata l'imposizione di un test anti-HIV obbligatorio che ho subito tornando in Bulgaria dalla Macedonia alla frontiera di Deve Baer / Ghiueshevo, e soprattutto il modo in cui la procedura dovette realizzarsi: un modo razzista ed inutile ai fini sanitari.

Sulla mia STATISTIKA KARTA infatti, alla voce "motivo della visita", invece della sigla TUR (=turista), o BUS (=businessmen), o JUR (=giornalista), fu scritto POS, per la semplice ragione che in quanto italiano o "occidentale", si dovesse presumermi sieropositivo, ed in modo che, all'uscita dal paese quando si deve restituire la STATISTIKA KARTA, l'ufficiale potesse dedurre da quel "POS" che io ero tenuto ad esibire il certificato risultante dall'esame obbligatorio eseguito nel frattempo, altrimenti c'era il rischio non mi lasciassero uscire.

Ora, io riprendo a scrivere in questa conferenza per manifestare la mia solidarieta' a quanti vengono emarginati per la loro sieropositivita' o per la mera presunzione di essa: per dieci giorni ho vissuto con addosso un'etichetta razzista, senza poter lasciare il paese, ed ho capito. Per dieci giorni ho vissuto sulla mia pelle (al di la' dell'abusiva intrusione di un ago nelle mie vene), l'umiliazione e la discrimanazione dei sieropositivi HIV.

A cio' si e' aggiunta la rabbia per l'inutilita' di questo esame ai fini della sanita' pubblica. Infatti tale esame:

1 - Non viene sistematicamente imposto a tutti gli stranieri ma principalmente a quelli "sospetti", cioe' gli occidentali.
COME DIRE CHE UN LIBANESE O UN COREANO SONO SANI PER NAZIONALITA'!

2 - Non viene sistematicamente imposto a tutti i visitatori, ma solo a quelli che sono prevalentemente residenti nel paese o, a discrezione e secondo l'orario di lavoro dell'ufficiale sanitario (se in quel momento e' a pranzo o meno), a quelli che richiedono un visto permanente (un mese) e non di transito (36 ore).
COME DIRE CHE CHI SI FERMA SOLO 36 ORE NON HA IL TEMPO DI ANDARE A PUTTANE !

3 - Non viene sistematicamente imposto a tutte le frontiere ma solo in alcune, e sempre compatibilmente con i tempi digestivi dell'ufficiale sanitario di turno alla frontiera e la sua piu' o meno zelante applicazione delle disposizioni ministeriali.
COME DIRE: SAPPIAMO CHE I SIEROPOSITIVI ARRIVANO PREVALENTEMENTE DA QUI, E SE UNO INVECE ARRIVA DA LI', PAZIENZA !

4 - All'uscita dal paese che all'ingresso immediatamente precedente mi aveva imposto l'esame obbligatorio, non mi e' stato richiesto di esibirne i risultati, nonostante la mia STATISTIKA KARTA riportasse l'odioso "POS", segnalandomi quindi come potenziale importatore del virus.
COME DIRE: L'ESAME E' OBBLIGATORIO, MA SE NON TI CI ATTIENI PUOI ANCHE FARLA FRANCA !

Tutto questo per dimostrare che una misura sanitaria preventiva concepita per salvaguardare l'igiene pubblica di un paese, ha in effetti ben poca (praticamente nessuna) utilita' in tal senso, salvo umiliare (forse come sadica ritorsione) i "ricchi" occidentali.

Concludo con l'elenco dei 6-7 documenti che devo essere pronto a produrre ogni volta che passo la frontiera:

1. PASSAPORTO (e adesso sono fortunato perche' ho il visto multiplo, altrimenti dovrei pagare 80 dollari ogni volta).
COME DIRE: NEL 1992 QUATTRO ITALIANI SI SONO ISCRITTI AL PR SOLO PER PAGARE I MIEI VISTI.
OPPURE: L'AUTOFINANZIAMENTO TOTALE DEGLI ISCRITTI BULGARI 1992 FU PARI ALLA META' DEL COSTO DEI MIEI VISTI NELLO STESSO ANNO.
OPPURE ANCORA: L'INTERO STIPENDIO ANNUALE DI UN DOGANIERE NEL 1992 E' STATO PAGATO DAL PARTITO RADICALE; DUE STIPENDI E MEZZO SE OLTRE AI MIEI CONSIDERIAMO I VISTI PAGATI DAI COMPAGNI DI PASSAGGIO.

2. STATISTIKA KARTA (se non sono stato in albergo, devo avere il timbro della piu' vicina stazione di polizia, il quale timbro posso ottenere dimostrando di essere residente in un appartamento il cui capo-condominio mi abbia registrato, una procedura che complessivamente richiede solo un paio di giorni...)
COME DIRE: E SE FACESSI CAMPING LIBERO IN ROULOTTE ?!?

3. RENT-A-CAR (se per andare all'estero, come per esempio a skopje in macedonia, ho noleggiato un'auto, alla successiva uscita dal paese, sempre per via dei dati riportati sulla STATISTIKA KARTA, devo produrre una dichiarazione della ditta di autonoleggio comprovante la restituzione del veicolo giacche' io sono presunto trafficante internazionale d'auto rubate...)
COME DIRE: LE AUTO RUBATE DAL PARCHEGGIO CUSTODITO DELL'AEROPORTO...

4. ANTI-HIV (gia' descritto sopra...)

5. VETERINARIO (adesso occorre produrre ricevuta di pagamento di DEM 3 oppure USD 2 per "disinfezione veterinaria").
COME DIRE: ANCORA NON E' CHIARO SE LA RENAULT 5 SULLA QUALE VIAGGIAVO SIA UN BOVINO O UN OVINO O UN SUINO !

6. COMPUTER (in tal caso sono i macedoni, che sembrano avere proclamato una repubblica contro i computers: marca e modello del pc portatile insieme alla data del transito, vengono scritti sul mio passaporto, presumibilmente affinche' io non lo venda in loco; le registrazioni di computers e automobili riempiono il mio passaporto al punto che non c'e' piu' spazio).
COME DIRE: LE PERSONE PASSANO (QUASI) LIBERAMENTE, MA I COMPUTERS...

vabbe', scusate lo sfogo finale, ma penso che la prima parte possa essere utile per, voglio ripeterlo, esprimere amicizia alle persone sieropositive con le quali per qualche giorno ho condiviso l'umiliazione imposta dalla burocrazia che, con l'etichetta "POS" sulla STATISKIKA KARTA, mi ha fatto capire personalmente quanto sia schifosa tale discriminazione.