è il fine-settimana e quindi si scarica un altro dischetto di vent'anni fa. La prima parte di questo file riguarda l'AIED.

Una associazione per sua natura, si forma sulla base di bisogni che non hanno trovato risposta, o non a sufficenza da parte delle istituzioni nel loro complesso.La configurazione associativa, e' fatta di singoli che sulla base di obiettivi e finalita' comuni, non perseguenti fine di lucro si pone in alternativa, in contrapposizione o come interlocutore nei confronti delle istituzioni agendo ruoli di promozione tutela, e contrattualita' politica necessari a perseguire gli scopi associativi e con l'obiettivo che essi venga no fatti propri dalle istituzioni e dalla societa' nel suo insieme.

L'AIED alla sua nascita era nato sulla base di un bisogno di informazione-educazione ai problemi relativi alla limitazione delle nascite,all'informazione e all'uso della contraccezione, all'informazione sessuale, alla maternita' e paternita' responsabile,alla lotta contro l'aborto clandestino, alla sterilizzazione volontaria. Le battaglie delle quali l'Aied era fra le protagoniste, erano le stesse che in quegli anni si svolgevano nel Paese e che erano condotte dalle sinistre e dai laici e dai movimenti femministi.

L'identita' dell'Aied in quegli anni era essenzialmente politica, e la sua organizzazione territoriale come attivita' di consultorio era basata in gran parte sul volontariato, e comunque nel rapporto attivita' consultoriale, associativa prevaleva quella di tipo associativo; Voglio dire che le attivita' che nei consultori veniva svolta si reggeva su un meccanismo non stabile, e che vi era separatezza tra coloro che lavoravano e prestavano la loro opera professionale al consultorio e coloro che ne detenevano la responsabilita' politica, e coloro che ne detenevano la responsabilita' amministrativa.

Lo statuto dell'Aied rispecchiava questa realta' e stabiliva questa separatezza nelle responsabilita', individuando nelle cariche del Presidente e del segretario una divisione dei poteri ed un reciproco meccanismo di controllo. Cio', per ovvie ragioni, consentiva l'individuazione di una precisa linea politica nei vari consultori, e d'altra parte provocava all'interno dell'associazione tutti i meccanismi e i rischi tipici di una struttura di questo genere.

In quel periodo d'altronde l'Aied si proponeva in grande misura come un prodotto alternativo, al mercato ginecologico classico privilegiando alla specialistica, con la quale non aveva senso entrare in concorrenza, altri tipi di servizi quali il rapporto umano, un diverso approccio medico paziente e tutte le tematiche femministe di quegli anni. D'altronde era proprio di questo che l'utente sembrava avere piu' bisogno stante la mancanza di qualsiasi struttura non erano sorti i consultori, l'aborto era ancora solo clandestino, la contraccezione vietata, ecc.

Eravamo quindi sia interlocutori politici,che struttura di riferimento per assolvere a bisogni ai quali le istituzioni non avevano dato risposta. La straordinaria provocazione dell'Aied consisteva nel fatto che comuni cittadini che con la medicina poco o nulla avevano a che fare, fondavano una struttura medico-politica senza fini di lucro, ponendosi al servizio dei cittadini.

Il rapporto dell'Aied con le istituzioni era chiaramente di opposizione, sia per cio' che riguardava i contenuti (legislazioni varie) sia negli schieramenti politici. (prevaleva all'Aied l'anima radicale, socialista (quella di allora) laica.

Il grande cambiamento avvenne con l'approvazione della legge sull'aborto. Fino a quel momento l'Aied si era caratterizzata come una delle maggiori protagoniste di quella battaglia, con l'entrata in vigore della 194 e la nascita dei consultori, inevitabilmente a meno di non essere contrari sia a quelle legislazioni che a quei contenuti, l'Aied si trovava a fare i conti con una scelta di identita'. Appoggiare la LEGGE 194 significava, bene o male collaborare per renderla applicabile, approvare la nascita dei consultori in Italia cosi' come previsti significava metterci su un piano di concorrenza con le strutture pubbliche o andare a coprire le mancanze li dove il pubblico non fossse stato adeguato alle necessita'. Le scelte che l'Aied ha deciso di fare le conosciamo tutti, come tutti sappiamo che la legge 194 rappresenta una delle piu' grosse beffe nei confronti delle donne e del problema dell'aborto che nemmeno noi, con la nostra migliore buona volonta' abbiamo potuto superare.

Sarebbe stato ben illusorio riuscirci, per lo meno nei termini come questo problema e' stato da noi affrontato. Abbiamo in soldoni accettato questa legge (e sia ben chiaro penso che all'epoca non si poteva far altro). Cercando di farla rispettare nel migliore dei modi. Un altro cambiamento nel frattempo e conseguenza di questi eventi, era avvenuto: i consultori Aied si erano "stabilizzati" come gestione interna ai consultori stessi. Quelli che erano stati dei volenterosi pionieri, dopo anni di lavoro all'interno dell'associazione, si erano trovati praticamente soli. Piu' l'immagine politica perde, va lustro, piu' si accentuava quella consultoriale, intendendo con questo termine il lavoro medico e specialistico che all'interno di varie realta' andava diversificandosi. Questa era d'altronde la logica conseguenza di una richiesta di mercato, che non avendo potuto trovare risposte nei consultori pubblici (spesso carenti) vedeva nell'Aied per le sue tradizioni e la sua serieta' un prodotto migliore.

Paradossalmente quindi, se da una parte la funzione storica dell'Aied era arrivata ad un momento di grossa crisi, iniziava un periodo nel quale piu' che risposte "politiche" pure, all'Aied si davano in gran parte risposte sanitarie. Questo ha fatto sì che in molte sezioni il lavoro politico-associativo sia di molto diminuito per lasciare il posto a problemi di tipo gestionale ed organizzativo.

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