Roberto Granzotto balzò sul treno a Milton Keynes e in meno di un’ora arrivò in Euston station. Prese la strada laterale alla stazione ed entrò per la prima volta, ma finalmente deciso, in quei grandi magazzini unici al mondo, o meglio in Europa: avevano un’altra sede anche in America. Appena entrato vide sulla sinistra gli articoli che più gli piacevano, ma erano inadatti e troppo cari. Tutto era carissimo, tranne alcuni capi di abbigliamento in offerta speciale. Ne prese un paio, giusto l’essenziale, cavandosela con venti sterline, il resto l’avrebbe preso dopo in Oxford street e dintorni. Marble arch era un posto speciale per Granzotto. Da ventenne vi aveva tenuto appassionati comizi politici allo Speaker’s corner di Hyde park. Da trentenne batteva i ristoranti libanesi di Edgware road fingendosi rappresentante di caffè espresso per raccogliere informazioni sui terroristi islamici.
Granzotto era una spia, un agente MI7, ma questa volta non avrebbe varcato il Tamigi sul ponte di Vauxhall verso l’imponente palazzo dei servizi segreti britannici. Stavolta era finalmente in vacanza e si diede allo shopping delle dieci cose che doveva, voleva comprare, ma facendo attenzione ai prezzi. Aveva tempo libero da godere e dal basso ventre sentiva crescere il desiderio che non voleva fare esplodere prima di quella sera, che si preannunciava come una eccitante prima volta in alcuni locali di Kensington molto particolari.
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