Filippo Di Robilant. [roba vecchia dagli archivi bulgaresi di Londradical]

IL FASCINO DISCRETO DELL'ARISTOCRAZIA

In un torrido luglio un giovane italiano visita la Bulgaria senza neanche lontanamente sospettare che un suo avo ha giocato un ruolo importante nella post-liberazione bulgara. Tre mesi piu' tardi, rileggendo l'opera dello storico Simeon Radev "I costruttori della Bulgaria moderna", restiamo colpiti da un brano particolarmente interessante:

"[...] allora venne la proposta, nota come 'Proposta Robilant'. Di Robilant, ministro degli esteri italiano tra il 1886 e il 1887, era un vecchio combattente delle guerre per l'unificazione dell'Italia e, come Petkov, aveva perso un braccio nella battaglia per l'indipendenza della sua patria. Egli seguiva con molta compassione, intrisa di dolore, gli sforzi del popolo bulgaro per la sua autoconservazione ed era un appassionato ammiratore del talento bellico del re Alexander. La sua proposta suggeriva che il governo della Rumelia orientale fosse puramente e semplicemente assegnato al re bulgaro [...]

Sfogliando il libro di Radev sulla storia bulgara dopo la liberazione dall'oppressione ottomana, si trovano tante altre righe dedicate al conte piemontese, che uso' tutta la sua influenza nei circoli diplomatici europei per affermare l'unificazione del 1885 e per difendere l'indipendenza del giovane stato bulgaro: "[...] ieri Robilant ci fece una accoglienza molto gentile [...] disse che tutti gli erano riconoscenti per le parole proferite alla Camera in favore della Bulgaria, e che oggi non rinuncia a una sola parola di quel che disse allora (tratto dal telegramma da Roma di Konstantin Stoilov)"

Il nome di Carlo Felice di Robilant richiama alla memoria quello del giovane italiano in visita a Sofia, Filippo di Robilant, che dice: "No, credo si faccia confusione tra il mio bis-bisnonno, ministro degli esteri, e un generale della nostra famiglia che ha operato nei balcani durante la prima guerra mondiale. Lo chiamavano Robilant pasha..." Cosi' si scopre casualmente che un altro esponente della famiglia ha avuto a che fare con i balcani, ma il ricordo dell'affetto del ministro degli esteri italiano per la Bulgaria si era a tal punto diluito nella memoria della famiglia che il giovane discendente non sapeva che il suo avo avesse svolto un ruolo nei destini della Bulgaria.

Oggi Filippo ha 38 anni e lavora a Bruxelles come assistente della commissaria europea per gli aiuti umanitari Emma Bonino: anch'egli era nel gruppo che ha vissuto il recente increscioso episodio del breve arresto in Afghanistan della ministra europea e della giornalista televisiva Christiane Amanpour da parte dei fanatici fondamentalisti talebani. Il fratello di Filippo, Andrea, e' un affermato giornalista, mentre il padre, il conte Alvise, fu purtroppo brutalmente assassinato a Firenze all'inizio di quest'anno.

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