-3 Ieri nello stesso giorno dell'inizio della fine per il porco dittatore Mugabe dello Zimbabwe, per i prossimi 90 anni di Nelson Mandela - l'eroe della fine dell'apartheid e della riconciliazione - , ho seguito su ITV il concerto in Hyde Park. ha cominciato Leona Lewis con una ispiratissima versione di Bleeding Love con un paio di acuti da far accapponare la pelle. a seguire anche i banalotti Razorlight hanno fatto una performance migliore del solito di Before I go to pieces, titolo forse non esattamente appropriato all'occasione... prima che le Sugababes annoiassero ancora di più (gran bei tacchi da troie, però) con Push my bottom, scusate, volevo dire Push the button, c'è stata di mezzo la grande eroina organizzatrice della serata, la mitica 53-enne Annie Lennox, tutta in bianco in pantaloni e senza tacchi, ancora con una grande voce a guidare un coro di ragazzini di colore.
e poi ce l'ha fatta, è uscita apposta dalla clinica dopo un paio di settimane di... rehab per cantare proprio Rehab (e Valerie). ma come anche tutti gli altri si sono sforzati, l'ha fatto in una versione speciale, e le è riuscito bene, anche se la voce non era proprio al massimo ma è stato bello rivederla in forma col suo cespuglio sulla zucca e un paio di tacchi spettacolari, i migliori della serata. complimenti ad Amy Winehouse che tra tacchi e alveare risulti alta come me e adesso che stai meglio mantieniti in forma!
per una sera Gordon Brown si è potuto rilassare dai suoi guai, senza cravatta e con una fetta di anguria, per dichiarare che i suoi preferiti sono i Simple Minds (con Free Mandela nell'esecuzione di un ispiratissimo Jim Kerr) in quanto scozzesi come lui... ah, sapessi, caro il mio Gordon, quanto i Simple Minds fossero il gruppo preferito della mia primissima amante lesbica e me ne faceva una testa... come quella di Amy Winehouse! purtroppo dovevo pur farmi da mangiare e mi sono persa il duetto di Jamelia & Loysio, e apprendo ci fosse anche Zucchero. non rimpiango essermela perso ma invece maledirei le penne al sughetto di funghi (che mi hanno anche procurato un mal di pancia) per essermi persa la mia eroina d'infanzia Joan Baez. ma stavo attenta e secondo me ITV non l'ha trasmessa proprio per niente, speriamo qualcuno possa rimediare su YouTube.
poi, lo sanno tutti, è intervenuto Mandela stesso, fragile e stanco, com'è normale a 90 anni, ma con tre brevi sorrisi di felicità e il messaggio che vorrebbe la sua eredità di lotta politica e resistenza umana sia raccolta da nuove generazioni. No doubt about that, Nelson! dopodichè si è vista Andrea Corr cantare The world we created accompagnata alla chitarra dal co-autore (insieme a Freddy Mercury) Brian May dei Queen, e poi proprio i Queen ne hanno infilate tre mitiche di seguito: We we will rock you, We are the champions, e I want it all coi Soweto Gospel Choir.
alla fine, SORPRESONA SPETTACOLARE: è proprio lei, Amy Winehouse, dal microfono centrale a guidare come leading vocalist tutte le star riunite sul palco in coro per Free Nelson Mandela. e perbacco, Amy, quando mai ti trovi Annie Lennox come corista e come percussionista quello dei Queen!!!
1 commento:
Riecco le calzature: tacchi da troie.
Ma lasciando stare gli argomenti calzatur-troieschi ti devo muovere una contestazione: con la salsa di funghi usare le pennette è blasfemo. Se Mandela lo avesse saputo ti avrebbe cazziato in diretta.
luigi gobettiano
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