L'altroieri Londra non è stata teatro solo della manifestazione alcolica del/nel tubo (vedi post precedente) ma anche di quella contro la terza pista di Heathrow, la costruzione della quale raderebbe al suolo il villaggio di Sipson e comporterebbe un ulteriore aumento dell'inquinamento già allucinante: un paio di milioni di persone compresa la vostra MW respirano kerosene e hanno il sistema nervoso scosso da un migliaio di velivoli al giorno, uno ogni 40 secondi (e 90 decibel) nelle ore di punta, il che spiega la follia di questo blog, si potrebbe facilmente ironizzare.

e questo blog, incolpevoli vittime i frequentatori abituali, ne ha fatto un tormentone ricorrente contro l'imbecillità/corruzione politica e gli interessi pelosi degli affaristi riccastri. non voglio assurdamente abolire gli aeroporti, dei quali occasionalmente capita di servirmi anche a me (con moderazione: mai sotto le 400 miglia di viaggio, che è una bestemmia contro l'ambiente, né per stupide vacanze tropicali). la cazzata originaria consistette nel volerne fare lo scalo principale, negli anni dopo la guerra, alla periferia ovest della città, sapendo benissimo che qui il vento tira prevalentemente da ovest e quindi quasi sempre si atterra controvento sorvolando la città (sì, bel panorama emozionante, lo so).

non occorreva un genio a capirlo: già dall'ottocento la città si espanse principalmente verso ovest proprio per sfuggire ai fumi di carbone portati in centro dal vento. solo un somaro (compresa una famiglia reale di somari) poteva non capire che l'hub andava fatto a est. ma ormai è lì, bisogna reggere la concorrenza di Parigi e Amsterdam costruendo una terza pista e un sesto terminal (dopo la fallimentare inaugurazione del quinto). il governo di quell'altro somaro di Gordon Brown spinge, spinto dalla lobby aeronautico-cementizia, mentre paradossalmente si oppone il neo-sindaco conservatore Boris Johnson, che ha preso più voti in periferia che in centro, e mandato ieri un suo rappresentante a sostenere i manifestanti, che si sono dispiegati per formare un gigantesco NO visibile agli atterranti.

anche l'Economist, che di certo non è un organo anti-capitalista, qualche settimana fa si è dichiarato contrario all'espansione, proponendo di ricominciare da capo con un nuovo aeroporto a est della città. uhm, anche qui sento puzza di affarismo, appalti e corruzione. infatti un settimo aeroporto civile londinese, sotto-utilizzato e a est della città, esiste già: si chiama Southend (on sea) e sarebbe la collocazione ideale se soltanto fosse decentemente collegato dalla ferrovia. ma qui siamo nella città dove il progetto Crossrail del passante veloce est-ovest si trascina penosamente da 15 anni con preventivi di appalti in continua moltiplicazione. quando c'è da fare un bel magna-magna, tutto il mondo è paese, e sicuramente ce magneranno sopra pure i francesi statalisti, ma almeno le ferrovie le sanno fare come si deve

2 commenti:

Dyo ha detto...

E così, in una botta sola, ho tradotto un po' di inglese e sono venuta a conoscenza del casino che sta accadendo in GB per la costruzione della terza pista.
Sei una risorsa, Miss Welby.
:)

Michele Boselli ha detto...

e tu sei una Dyo!