Orietta Callegari, Polpetton, capitolo IV

Ma quella sarebbe stata un'altra storia, si riebbe intontito Suttora da quei frastornanti ricordi, e nel riprendere la sua indagine si avvio' col suo incedere vissuto verso il Porno Eden, come la sua vecchia amica sessuologa Rhoda Pellizzi gli aveva insegnato ad anagrammare Pordenone... dove avrebbe potuto soddisfare i suoi piaceri, quelli del palato per primi, e quelli del corpo poi … già si immaginava l’indomani mattina sul campo da golf a riprendersi dalle fatiche della notte.

Riuscì a rimediare un gran bel pezzo di carne, coscia e capelli lunghi, proprio come piaceva a lui, e dopo averle offerto una raffinata cena da Noncello, per socializzare non trovò di meglio che portarla al cinema.

C’era in visione la trilogia di “Guerre stellari” e Mauro era la quindicesima volta che la vedeva. Mentre pagava i biglietti alla cassa del cinema, gli capitò in mano quella lettera che andava pian piano cancellandosi, la controllò, ne era sparita quasi la metà, la ripiegò con cura e la mise nel portafoglio.

All’uscita dal cinema, Pordenone era immersa nella nebbia e Mauro, stringendo il braccio di quella che aveva rimorchiato si diresse verso Villa Ottoboni, ma passando vicino alla locandina del film si accorse che le parole, ancora le parole, si prendevano gioco di lui e la tanto odiata parola “Guerre” scivolava via dal cartellone, lentamente. Mauro stupito e anche un po’ spaventato la seguì con lo sguardo, sorprendendola strisciare per terra, fino a quando la vide nascondersi dietro all’angolo del palazzo.

Come odiava quella parola! Lo faceva stare male… e nella nebbia si materializzò un ricordo.

Libertà, con le sembianze di una vecchia militante, avanzava verso di lui dolcemente, a piedi nudi sull’erba. E l’erba, felice, partoriva piccoli fiori azzurri ad ogni suo passo. E lui era l’erba.

E ad ogni suo passo ansimavano i lunghi capelli e accarezzavano l’aria. E l’aria, felice, provocava onde fruscianti. E lui era l’aria.

Nello sguardo aveva galassie, stelle e mondi senza bandiere, e nel sorriso un porto tranquillo (sogno di ogni marinaio) dove gettare l’ancora e restare per sempre. Era bellissima e lui l’amava.

Ma ecco, alle sue spalle, con passo baldanzoso, la raggiungeva un uomo nella sua splendente alta uniforme. Negli occhi aveva tutti i mercati del mondo, e nella bocca gli uragani e le tempeste di tutti i mari.

E con fare gentile, prendendola per il gomito la sospingeva là, verso l’angolo del palazzo, dove era in agguato la tanto odiata parola.

Mauro fece un balzo per cercare di fermarli, ma non riuscì a muoversi, urlò, ma non riuscì a superare il muro del silenzio, si sentì impotente e disperato.

Libertà stava girando l’angolo del palazzo, e il gesto stizzoso di lei che cercava di liberarsi dalla presa di lui fu l’ultima cosa che vide, dopo … gli scoppiarono gli occhi.

Ebbe un fremito, un muco amaro fatto di rabbia e di rancore gli riempiva la bocca, e sputò quel veleno che prese a strisciare per terra.

Non aveva più smesso di sputare quella schifezza da quel giorno lontano, quando gli scoppiarono gli occhi … e anche il cuore.

Quel gran bel pezzo di carne pensò che stesse male, e schifata lo abbandonò sui gradini dell’albergo.

Porno Eden, un cazzo” sibilò fra i denti Mauro “un’altra serata in bianco! … fanc*** l’antimilitarismo!”

1 commento:

Rebecca Opetsi ha detto...

Hello Miss Welby,
Beautiful,
I have seen the book.
That is so beautiful.
I hope to read it in English.

Greetings
Rebecca