Polpetton, capitolo IX

Era confuso, sempre più confuso e anche spaventato, se ne rientrò in albergo con la voglia di controllare ancora quelle lettere, in mezzo a tutte quelle parole che si prendevano gioco di lui, avrebbe trovato la soluzione. Sul tavolino accanto alla poltrona l'ultimo volume dei diari segreti di Granzotto era già aperto sull'ultimo capitolo e l'ultima delle sue "puttane".

Sofia, Agosto 2007

Caro Roberto,

come poter riasumere i miei precedenti scriti a puntate e mai spediti? In una sola parola: Solitudine. Solitudine che sentivo profonda già da tanti ani, e che mi ha portato a operare senza rimpianti questa scelta di solitudine ancor più profonda che vivo atualmente nela mia permanenza nei Balcani. Apena arivato a Sofia da Atene pasavo tute le serate in solitudine, eceto qualche cena con un paio di cari compagni che poi però poi mi lasciano ancora più solo quando tornano a vivere nel contesto del loro paese, potendo seguire il telegiornale bulgaro e così via..., queste cose "normali" di vita quotidiana nele quali io non potrò integrarmi che nel corso di ani se continuerò a vivere quagiù, e lasciandomi ale spale una storia personale presoché inservibile al mio nutrimento psicologico, se non come amara malinconia di un pasato felice che non tornerà più. Questa malinconia mi porta a degli abisi di depresione che non avevo mai conosciuto prima: a Sofia talvolta mi sveglio di note pensando quasi osesivamente alla morte. Ma adeso non vorei deprimere anche te e per tirami/ci su il morale lascia che ti raconti l'ultima.

Dunque l'aprile scorso, il matino seguente ala tua partenza, mi reco alla polizia dove devo andare ogni volta che rientro nel paese per farmi metere un timbro sula Statistika Karta (normalmente lo metono gli alberghi, ma io non sto in albergo e devo andare ala polizia). Dopo le solite due ore di coda nela bolgia infernale che è la sucursale del ministero del'interno in boulevard Maria Luisa, presento tuta la documentazione: pasaporto, Statistika Karta, Molia (cioè "preghiera") in duplice copia, e contrato di afito. L'impiegata alo sportelo, che parla italiano, mi chiede però anche la ricevuta di pagamento del visto.

Roberto: "Ma, guardi, ce l'ho a casa chisà dove, sepelita tra le cartace..."
POLÌZIA: "Deve portarmela: sono qui fino alle 17"
Roberto: "Ma, guardi, sicuramente non la troverò, chisa' dov'è finita"
POLÌZIA: "Allora deve pagare il visto: fanno 40 eurodollari"
Roberto: "Ma perché devo pagare il visto, se ho già pagato il visto?"
POLÌZIA: "Io non credo che lei ha pagato il visto. Lei non l'ha pagato"
Roberto: "Invece io ho pagato il visto quando sono rientrato da Ghiueshevo alle ore 21 del 10 aprile su una Ford Orion a nolegio targata Sofia 3109-LS. Può controlare coi suoi coleghi"
POLÌZIA: "E allora perche' non ha il borderò di pagamento?"
Roberto: "Ma, guardi, è una storia complicata, ma non è esclusa l'eventualità che lei posa capire: dunque, io sono rientrato con il mio colega, il quale ha pagato lui anche il mio visto, per cui si è tratenuto il borderò per farsi rimborsare dala tesoreria dela nostra premiata dita"
POLÌZIA: "Ma lei prima mi ha detto di averlo perso, ora mi racconta un'altra storia. Io non credo che lei ha pagato il visto. Lei deve pagare il visto: fanno 40 eurodollari"
Roberto: "Ma non vedo perché devo pagare il visto, visto che ho già pagato il visto"
POLÌZIA: "E allora come facciamo?"
Roberto: "Metetemi in prigione"
POLÌZIA: "COOME?!?"
Roberto: "Metetemi in prigione. Se non ho pagato il visto metetemi in prigione. Anzi, considerato che secondo lei ho anche racontato la bugia di averlo già pagato, metetemi in prigione anche per falso"
POLÌZIA: "Mannooo'... Allora come facciamo?"
Roberto: "Metetemi in prigione. Eh!"
POLÌZIA: "Senta guardi, non mi piacciono queste discussioni. Faremo come dice lei e controlleremo con la frontiera di Ghiueshevo. Intanto per stanotte si registri in un albergo altrimenti la mettiamo in prigione veramente"
Roberto: "La ringrazio per avere superato questo picolo problema burocratico. Arivederla"
POLÌZIA: "Umpf. 'derci"

Così ho trovato una picola pensione qui in centro, e ho fato una dele cose più ridicole che mi siano mai capitate: ho fato la valigia per viagiare cento metri. C'è di buono, però, che questa pensioncina è asai carina: c'è l'acqua (a Sofia è razionata), il biliardo, e la TV satelitare che prende Italia 1, così stasera mi vedo Ajax-Milan!

Prima però, nel pomerigio vado al congreso dei verdi come (unico) ospite straniero e facio il mio discorseto di circostanza in cui spiego che il Pr è trans, che ha fato questo e quelo per l'ecologia e l'ambiente, che loro in pratica non sono nesuno e non capiscono un tubo e che invece Panela col magioritario e la Balcania di Bandineli, ecetera ecetera, insoma le solite cose per evitarmi il disturbo che mi invitino nuovamente al prosimo congreso...

Beh qui ti rivedo? La Milana Avramonova che avevo conosciuto quatro ani prima al congreso dei verdi romeni. Si parla del più e del meno e salta fuori che lei è la più grande tifosa del Milan, non solo in Bulgaria ma a livelo mondiale: portachiavi del Milan, sciarpa del Milan, calendarieto del Milan, santino di Maldini nel portafoglio, perfino l'identità: il suo vero nome e' Svetlana. Naturalmente la invito a vedere la partita con me e pasiamo una serata molto piacevole rolando grosi canoni di erba, facendo l'amore e insoma chi l'avrebe mai deto che mi sarei inamorato di una funzionaria dei verdi, considerando certe megere che abiamo in Italia...

Lei è di Ruse, la cità del grande Caneti, e come questi ebrea. Ha 26 ani, molto carina, sia di viso con gli ochi verde-cerulei un po' ravicinati, che di corpo con dele bele tetone (anche se con un culone enorme che pero' atira noi veri uomini, altro che le fotomodele anoresiche), molto porcelosa a leto, e sopratuto parla decentemente inglese. Che belo! Ma fin dal'inizio la relazione è turbolenta, anche perché io le parlo sempre male dei verdi, poi bevo tropo e sono sempre chiuso in sede a lavorare anche il fine setimana senza mai uscire con lei trane che per cena.

Durante l'estate lei conosce un francese coi soldi che la invita a studiare a Strasburgo e a sposarlo. No, non mi sto confondendo con Praskovia, si trata di un altro francese pure lui di Strasburgo e pure lui coi soldi. E pure lui cornuto. Beh, anch'io. E così finì anche con lei: partì e io rimasi nuovamente solo, in questa solitudine che mi ucide lentamente. Per la verità ho avuto dele bele aventure in questi ani, me ne acorgo rilegendo questi diari, ma niente di permanente su cui costruire un minimo di progetualità per il futuro. E poi queste sodisfazioni sesuali non bastano a confortare che la mia vanità, perché il problema, a ben guardare, è di poter contare su una amicizia, un afeto duraturo, un punto di riferimento sentimentale... Ma, sarà perché sono tropo esigente nei miei gusti, o forse non mi ricordo più come si cortegia una brava ragaza, acidenti non la trovo, e chisà se mai verà...

Così si concludevano dunque i diari segreti di Roberto Granzotto, e una lacrimuccia spuntò sulla ruvida pelle di Mauro, la prima di tante che sarebbero seguite copiose ripensando alle di questi 6 donne in 6 anni in 6 paesi... Che ci fosse un significato satanico? L'ipotesi non lo sconvolgeva più di tanto, pensava contagiato dalla peste emozionale mentre trascinava faticosamente i piedi sul lungomare, appesantito da altre letture.

Aveva portato con sé il libro, con dentro quella lettera che andava pian piano cancellandosi. Seduto sulla spiaggia in riva al mare guardava il sole tramontare e non sapeva spiegarsi il perché tanta bellezza lo facesse stare male.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perche non:)