NyLon! - capitolo 3
Nella
sede del partito in Cowley Street mi accolsero affannati Gary e Tim,
specialmente Gary. - Sbrigati, Charles ti sta aspettando da un’ora nel suo
ufficio - Ma se sono le nove, sono puntualissimo come sempre. Cosa vuole? E
cosa ci faceva qui di sabato alle otto del mattino?! Mi preoccupai. Era molto
strano che il leader fosse in sede all’alba. Mi tranquillizzai quando per prima
cosa mi offrì un doppio colpetto di malto singolo era il Charles di sempre.
Rifiutai educatamente - era un po’ presto perfino per me -, sbirciando le gambe
di Janine, la tesoriera del partito. Quarant’anni anche lei, ma portati un po’
maluccio. Era gonfia per i troppi malti singoli offertile dal leader, che
invece da bravo scozzese sembrava assorbire meglio tutti quei colpetti doppi.
Però s’intuiva ancora dalle gambe ben tornite che da giovane doveva essere
stata mica male. Cominciò lei a parlarmi, facendomi vento col Financial Times
che tutti sapevano facesse finta di leggere, dell’argomento che avevano
discusso a lungo con Charles.
- Siamo in fase di espansione, veleggiamo dal
venti verso il 25 per cento del mercato britannico, che comincia ad essere
saturo. È il momento di espanderci all’estero con una acquisizione di
prestigio, e l’attuale ottimo cashflow ce lo consente. Abbiamo individuato il
potenziale acquisto ma abbiamo solo un paio di mesi per lanciare l’OPA prima
dell’assemblea degli azionisti
Ci fu un attimo di pausa. Janine si era fermata
e mi guardava come se avesse già detto tutto. Io la guardavo interrogativo. Il
silenzio si prolungò. Evidentemente il mio sguardo non era abbastanza
interrogativo. Dovetti perciò esprimermi verbalmente raccogliendo la pazienza
accumulatasi.
- Azionisti di cosa cazzo di una minchia di una
fava stai parlando?
- Dei radicali italiani
- Mai sentiti
Replicai rivolgendomi a Charles significando che
mi aspettavo da lui i chiarimenti di natura politica. Charles deglutì ed
esplicò.
- Sono un giovane e piccolo movimento,
“liberale, liberista e libertario”, di proprietà dell’holding radicale
transnazionale, a sua volta controllata da un tale Atanasio Pannella, assai
popolare in Italia e altri paesi sfigati tipo Vallonia, Cecenia e Lucania. Per
documentarti il nostro dipartimento informazione consiglia la lettura di
“Pannella and Bonino Plc”, un ottimo libro di un famoso giornalista newyorchese
in tutte le librerie politiche qui attorno. Dopodiché ti infiltrerai nel loro
movimento per capire meglio i conti finanziari, le dinamiche interne, le
abitudini sessuali, se qualcuno è ricattabile, insomma voglio essere tenuto
costantemente aggiornato
- Ok, anzi, va bene, ma perché proprio io?
- Ovviamente abbiamo scelto te perché mi dicono
che parli italiano abbastanza bene. E perché il tuo ruolo qui, pur molto
importante e sottolineo importante, è piuttosto, ahehm, poco conosciuto…
- Oscuro, di scarso rilievo, insomma non
potranno sospettare che lavoro per noi
- … ma se hai bisogno di altro personale
rivolgiti pure a me per autorizzarli, e per i soldi chiedi a Janine. Cheers
Uscii in cerca del libro, lo trovai, sedetti su
una panchina nel chiostro dell’antico convento di Westminster una cui uscita
dava sul cortile all’omonima scuola privata femminile, rollai un cannellino
poco appariscente osservando da lontano le adolescenti in nanogonna e cominciai
a sfogliare le pagine per ingannare il tempo imparando qualcosa in attesa di
andare a pranzo con Vladimira, un’amica bulgara che lavorava lì vicino nella
redazione politica di Sky. Pranzammo di gusto, il cannellino mi aveva messo
appetito, e non sentimmo il bisogno di fare altro. Non si scopava da oltre due
mesi - non ci si attraeva più -, ma si stava ugualmente bene a spettegolare
insieme sui suoi colleghi della Bbc al piano di sopra dello stesso edificio.
Edificio che per me era off-limits perché nella redazione politica della Beeb
lavorava Liubomira, un’altra mia ex bulgara con la quale non scopavo più da
quasi quattro mesi - non ci si attraeva più -, ma ogni tanto ci si faceva
qualche pinta spettegolando sui suoi colleghi di Sky al piano di sotto. Non
sapevano l’una dell’altra, che biblicamente le conoscessi entrambe, e non era
perciò opportuno ch’io frequentassi il civico 4 di Millbank. Salutai Vladimira
con l’abituale slinguatina e, tornando a rimuginare su quanto avevo letto,
m’incamminai nelle tranquille stradine di questa metà al di qua del parlamento
della cittadella politica, la metà con i partiti e le televisioni, contrapposta
alla larghezza di Whitehall e dei ministeri che vi si affacciavano dall’altra
parte in direzione di Trafalgar Square. Sul moderno edificio di Channel 4
campeggiava cubitale la pubblicità del nuovo serial NY-LON, che avrebbe
debuttato il successivo martedì sera. Carino, il gioco di parole. Per
associazione di idee mi rinvennero le calze della Raffa e l’erezione. Accelerai
il passo verso casa con la sensazione che presto si sarebbe aperto un nuovo
capitolo.
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