NyLon - capitolo 2
Le mani
in tasca e il capo abbandonato all’indietro, passeggiando pigramente lungo
l’Hudson increspato dalla brezza sostenuta che gli scompigliava la fluente
chioma corvina, Mauro respirava a fondo l’aria ad alta densità di elettroni nel
primo debole chiarore dell’alba all’orizzonte della grande mela, traendo il
bilancio di una anno di vita sentimentale dopo esserci arrivato. Erano le
quattro del mattino di un sabato d’agosto di un anno dominato dalla bellissima
Natasha, con la quale aveva vissuto la più intensa storia d’amore della sua
vita e dalla quale si era dovuto separare per salvare la vita di entrambi la
relazione dell’alta diplomatica russa all’Onu col giornalista investigativo
legato ai fastidiosi radicali italiani non era gradita alle oligarchie
moscovite, aveva fatto loro gentilmente capire la pervasiva quanto persuasiva
mafia russa newyorchese. La devastazione per la fine della relazione con
Natasha non poteva che essere altrettanto profonda di quanto fosse stata
elevata la loro passione, e nel vano tentativo di uscire dalla depressione si
era dato senza convinzione a un’indigena fringuella dell’Upper East Side.
Bella, alta, sexy, una sera che Liza era sbronza fradicia ne approfittò per
offrirsi di salire da lei a tradurle i testi di alcune melense canzonette
italiane, per scoprire così che era frigida come uno di quei frigoriferi che
avevano fatto la fortuna del candido magnate indo-orobico John Patel, che per
adesso però non c’entra niente in tutto questo. Lei sembrava molto tenera dopo
quella notte non passarono mai più di tre ore senza che Mauro ricevesse una sua
telefonata, sms, e-mail, biglietti d’auguri con cioccolatini, caramelle, fiori,
cactus allusivi. Per settimane condivisero colazione, pranzo, cena, rispettivi
divani-letto e ogni momento libero, come se le loro due persone si stessero
centrifugando in una di quelle lavatrici che avevano fatto la fortuna del
candido magnate indo-orobico John Patel, che per adesso però non c’entra niente
in tutto questo. Il vortice si consumò in fretta e lei cominciò piano piano a
riprendere tempo per se stessa palestra, jogging, parrucchiere, shopping,
abbronzatura, manicure, pedicure, brazilian, e uscire a bere e fumare con le
amiche. Il fatto che queste si chiamassero Carrie, Charlotte, Miranda e
Samantha avrebbe dovuto insospettirlo. Lo scaricò via e-mail. Improvvisamente
non volle più vederlo né scambiare una parola per telefono. Fino al giorno
prima parlavano di presentarlo ai suoi genitori upstate e progettavano un
romantico viaggio in Italia Roma, Firenze, Venezia, i laghi lombardi… Il giorno
dopo, senza una ragione apparente, lei non lo poteva più vedere.
- Sei troppo per me, mi sento soffocare, è
meglio lasciarci
- Va bene, rispetto la tua scelta, ma posso
almeno sapere perché?
- Voglio dirti la verità sono innamorata di un
altro
Ah, il solito sport dell’Upper East Side double
dating, overbooking… E il povero cornuto, cosa aveva fatto per un mese?
filosofeggiava Mauro con ironia, ché l’essere stato scaricato da Liza non lo
feriva minimamente al confronto delle sofferenze patite per aver perso la
giaguara siberiana. Si era distratto solo per un mese, senza innamorarsi.
Eppure era nuovamente felice, anzi felice più che mai mentre tornava verso casa
lungo il fiume, e con l’avanzar del chiaro i lampioni gli si spengean sopra
l’inceder disinvolto, e gli operatori ecologici sorridevano a ricambiare il suo
sonoro fischiettio dei movimentati motivetti jazz che gli erano rimasti nella
capa dopo quella notte di pinte da Vito’s sulla Broadway. E l’unica cosa che un
po’ lo disturbava era che gli fischiavano anche le orecchie, una vaga
sensazione di fastidio che avrebbe provato, per esempio, se in quello stesso
istante qualche scrittoruncolo plagiasse uno dei suoi articoli per l’Observer,
magari proprio quello su Liza. Ma se anche così fosse stato, non gliene avrebbe
potuto fregar di meno, giacché camminando in verticale verso quel cielo
rosazzurro soffitto di Manhattan, da trentasei ore Mauro era innamorato perso.
Nessun commento:
Posta un commento