NyLon! - capitolo 9

Sono trascosi nove giorni, e intanto lei è andata e, ahimé, è venuta, ma con qualcun altro. Accoccolati sul divano davanti al televisore in Roosevelt Island, la Raffa e Mauro si coinvolgevano per l’ennesima volta nel romantico cult-movie della loro infanzia, Charade, immedesimandosi nelle parti di Audrey Hepburn e Cary Grant. Il battello-mosca portava anche me dal quartiere latino sulla riva sinistra verso il Trocadero sulla quella destra, dove mi aspettava Abigail. La riconobbi cammuffata da stradino che rimuoveva i sanpietrini dall’Etoile per sostituirli come aveva ordinato quel frocio del sindaco, e le feci il segno convenuto per raggiungere il vicino McDonald sui campi elisi, il McDonald dei campi elisi essendo un posto sicuro dove Capezzone non ci avrebbe mai scoperti: lui faceva il turno di notte in quello di Piazza di Spagna, qualche chilometro più in giù. Abigail mi aggiornò.

- Da un momento all’altro Daniele è in partenza dal bambino del presidente per incontrarti a Londra

Talvolta noi agenti segreti non siamo ben sintonizzati sui nostri stessi linguaggi in codice.

- Cosa intendi per il bambino del presidente?

- Ciampino, of course, you idiot

- Ricevuto - la recepii e complimentai - Brava, ottimo lavoro. Come hai fatto?

- Semplice, Daniele fa sempre il contrario di tutto quel che sostengo, per principio. Ma stai attento, il ragazzo è piuttosto furbetto

- Tranquilla, andrà tutto per il meglio

- Facciamo l’amore?

- Abigail, sei sposata

- Moralista

Erano proprio trascorsi nove giorni e, nel caso non abbiate capito, eravamo a Parigi, dove con Abigail avevamo l’abitudine di incontrarci segretamente ogni volta che lei non avesse una riunione di segreteria a Roma o io una fedifraga meretrice nel mio letto a Londra. Accompagnai Abigail alla stazione di Bercy e la salutai con un bacio. Non c’era mai stato niente di più che qualche bacio, tra me e Abigail. Vabbé, anche sui rispettivi capezzoli, ma ben poco più in giù. Presi il metrò per la stazione Nord e tre ore dopo l’Eurostar mi recapitava a Waterloo, dove cambiai immediatamente verso Gatwick scioperi permettendo, la EasyJet stava per consegnarmi niente meno che un intero Capezzone.

Sono trascorsi dieci giorni e col turco e il Capezzone siamo nel pub irlandese per il giovedì sera di dysko-musik polacca. Ora, se è ragionevole aspettarsi che i pub irlandesi siano prevedibilmente popolari qui a Londinium, la dysko-musik polacca lo è ancora di più nel quartiere polacco di Acton, dove ho conservato un pied-a-terre che torna utile per ospitarvi il Capezzone. Credetemi, non farete fatica, la dysko-musik polacca fa ribrezzo, ma fa proprio cacare di brutto, mai sentito niente di peggio. Il muscoloso DJ polacco è laureato in imbecillità e la puzza sotto le ascelle si sente a venti metri di distanza. Capezzone ne è conquistato. Lo faccio accomodare (Capezzone) sul lettone del pied-a-terre di Acton e mi arrangio sul divano vicino. Cerchiamo di prendere sonno e in effetti lui subito si addormenta per le sue abituali quattro ore. Io no. Mi giro e rigiro, mi contorco e divelgo. Questo Daniele Capezzone che mi dorme vicino è straordinariamente più attraente di quanto mi aspettassi dalla foto sul sito. Alto, con gli occhi azzurri, il crine di cavallo e quel muscoloso petto glabro lo si direbbe più somigliante a Marco Cappato, che infatti lo interpreta in questa storia. Preso da un raptus, non resisto alla tentazione e gli zompo sopra. Neanche troppo spiacevole ma al tempo stesso un po’ banale, nel senso di banana anale, della prima esperienza omosessuale della mia vita mi rimarrà sempre il dubbio: l’ho avuta con Cappato o Capezzone?

Sono trascorsi dodici giorni e finalmente entra in scena il candido magnate indo-orobico John Patel! Peccato che per adesso non mi venga in mente niente da fargli fare e bisognerà aspettare una settimana per inventarmi qualcosa. Nella prossima puntata l’inquietante PPC; Capezzone impara l’inglese the hard way; il terrificante Test Tosoni di radicalità; e naturalmente John Patel alle prese con la più lunga parentesi nella storia della letteratura radicale.

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