Ha ragione Berlusconi: è tutta invidia 

"L'amore ci lacererà", cantavano i Joy Division un paio di giorni fa in questo blog, mentre ci dividerà l'invidia secondo la testa d'asfalto del primo ministro italiano (con le mie scuse ai Joy Division per l'azzardato paragone). Ma a ben vedere, paradossalmente, Berlusconi ha ragione: io l'invidia la sento, la percepisco montare in rabbia, e la pulsione all'omicidio è contenuta solo grazie a una trentennale educazione politica nonviolenta

Perché altrimenti, cazzo, se fai un giretto a piedi in centro come ho fatto due volte questa sera di fine settimana, senza una moneta in tasca, vedi quelli e quelle che al bar di moda tirano fuori come niente banconote da cinquecento euri. 500, non cinquanta. Ma non li invidio per questo. Sono gli stessi che vantano vacanze nelle isole tropicali, e li compatisco per questo: reputo idioti coloro che viaggiano in aereo per una stupida vacanza mentre io l'ho sempre usato esclusivamente come occasione di lavoro che mi avrebbe fruttato un'esperienza culturale per imparare una lingua nell'arco di mesi. Non li invidio neppure per esibire abbronzature pagate in un centro estetico, giacché io il sole lo prendo gratis leggendo il Corriere e Topolino su una panchina al parco, dove conosco gente molto più interessante. Non li invidio neppure per questo, neanche un po'. Non li invidio neppure per viaggiare nei SUV: Lì casomai è odio più che invidia, a causa del danno ambientale che provocano, e anche qui l'istinto omicida va contenuto, ma per altro motivo, non l'invidia.

Ma allora perché li invidio? C'è un limite oltre il quale la disuguaglianza sociale non è più sopportabile. L'individuo può essere ben disposto a guadagnare poco per farsi strada, ma quando la differenza dai privilegiati si fa talmente tanto grande, quando la forbice si allarga tanto che vivi l'umiliazione di non poterti permettere 50 centesimi di cartine per il tabacco mentre un altro ne tira fuori 500 (euri, non centesimi) per fare il figo con una puttanella, ebbene è a questo punto che cominciano le rivoluzioni nei paesi avanzati.

Se tu hai il meno del due per cento della popolazione adulta che guadagna indecorosamente centinaia di volte di più del restante novantotto per cento, hai passato il limite e a un certo punto il novantotto per cento s'incazza di brutto. Non me lo auguro né auguro a nessuno la violenza, ma semplicemente constato che non mi sorprenderebbe: una mia collega di call-centre parla bene sette lingue e prende 600 euri al mese. Vorrei sapere quanto è stipendiato Renzo Bossi che ha fallito due o tre volte l'esame di maturità.

Ripeto di non volere incitare alla violenza, ma vi ricordo che ci fu un momento in cui le Brigate rosse avevano oltre centomila simpatizzanti. Non torniamo indietro a quei tempi, cerchiamo piuttosto di RIEQUILIBRARE un pochino lo squilibrio socio-economico. E non dico mica la rivoluzione, dico solo almeno un pochino, per decenza.

Perché è l'indecenza che provoca invidia, non tanto la maggiore ricchezza altrui quanto la sua ostentazione insultante. Sei povero? Sei un cretino. Hai due lauree e parli quattro lingue? Sei scemo, io parlo a malapena l'italiano ma ho un SUV Porsche da sessantamila euri (fortuna volle che al momento non avessi sottomano un Kalashnikov)..

Non mi darò mai alla lotta armata, me lo impedisce la mia esperienza nonviolenta nel Partito radicale, ma altrimenti la tentazione sarebbe forte, molto forte

2 commenti:

Unknown ha detto...

Va bene se tolgo la stella a tre punte della mia mercedes per non mostrare alcun segno ostentato di ricchezza?
In verità, non ho nessuna mercedes perché non me ne frega di mostrar niente ma solo di essere:-)

Unknown ha detto...

Va bene se tolgo la stella a tre punte della mia mercedes per non mostrare alcun segno ostentato di ricchezza?
In verità, non ho nessuna mercedes perché non me ne frega di mostrar niente ma solo di essere:-)