Incidente di Kyshtym
L'incidente di Kyštym (dal nome della zona più colpita, Kyštym, nella provincia di Čeljabinsk, Russia), anche noto come incidente di Majak, è stato uno dei più gravi disastri nucleari della storia, classificato al livello 6 su 7 della scala INES, inferiore solo agli incidenti di Černobyl' e Fukushima. Avvenne nell'impianto nucleare di Majak, un sito militare dell'ex Unione Sovietica che ospita un impianto per la produzione di materiale nucleare (soprattutto plutonio) destinato alla fabbricazione di bombe atomiche attraverso il riprocessamento del combustibile proveniente da reattori nucleari. Il 29 settembre 1957, un guasto al sistema di raffreddamento ad acqua di uno dei tank (300 m³) di riprocesso contenente 70-80 tonnellate di scorie nucleari in fase liquida, provocò l'esplosione chimica (ovvero di tipo ordinario, non nucleare) del tank stesso. L'esplosione fu stimata di potenza 70-100 tonnellate di TNT, pari a circa 310 gigajoule. In seguito all'esplosione furono riversati nell'atmosfera radionuclidi (cerio-144, zirconio-95, stronzio-90, rutenio-106 e cesio-137) per un rilascio totale di radioattività pari a 74 PBq, rispetto ai circa 5300 PBq fuoriusciti durante il disastro di Chernobyl. La contaminazione fu così massiccia che si preferì aspettare che la pioggia facesse depositare la polvere radioattiva prima di intervenire. Un'area di 23.000 km² comprendente le province di Chelyabinsk, Sverdlovsk, Tyumen, risultò contaminata al livello di 3,7 kBq/m² di deposito di stronzio-90. Le 273 000 persone di quest'area furono esposte a una dose collettiva di 2500 sievert-uomo, cioè una media di 10 millisievert a persona. La popolazione dell'area contaminata con più di 74 kBq/m² di stronzio-90, e cioè le zone più colpite di Kyštym, Ozërsk, Kasli, 10.000[3] persone, fu evacuata e trasferita altrove. Il Governo ritiene la zona non pericolosa per gli esseri umani, tuttavia persiste traccia di radioattività anche elevata in molte zone ancora pesantemente contaminate.
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