L’uomo è nato libero, ma ovunque è in catene 
– Jean-Jacques Rousseau

A chi appartiene la vita?
Speciale eutanasia a cura di Leon Pinese*
 
CASI DI RIFIUTO DI CURE

11 febbraio 2004. Muore a Porto Empedocle, provincia di Agrigento, la signora Maria, 62 anni, che rifiuta un’amputazione. Dicembre 2006. La Nuova Sardegna riporta il caso di una paziente di 41 anni, che aveva da tempo manifestato ai genitori la volontà che fosse lasciata morire nel caso le fosse accaduto qualcosa di menomante. Una scelta più volte ribadita con un cenno della testa davanti ai magistrati, funzionari e periti giunti al capezzale per verificare la sua lucidità e volontà.

TORTURA LEGALIZZATA

Abbiamo bandito la tortura dei tribunali e delle carceri (almeno in linea di principio) e perfino dei patiboli, ma poi la ripristiniamo nelle stanze asettiche degli ospedali. Stato e Chiesa ritengono loro diritto tenere in vita una persona contro la sua volontà con l’utilizzo di analgesici o altre terapie che altro non fanno che prolungare la sofferenza del malato. La vita media, in occidente, è cresciuta enormemente, e il progresso delle tecniche mediche sottrae ormai quasi completamente il momento della morte alla “natura” e lo consegna alla complessità delle terapie e dei macchinari che comportano lunghe agonie terminali. Unico giudice della propria vita è il paziente, a meno di non volerci ergere a dio noi stessi. Dio e la natura, infatti, non parlano direttamente. È sempre un umano, finito e mortale come tutti noi, che si arroga la prerogativa di essere profeta o vicario di dio, o decifrare la volontà morale della natura. Il malato terminale è oggi l’unico condannato a morte (innocente oltretutto) contro il quale ci sentiamo autorizzati a imporre la tortura (e non per qualche ora, spesso per giorni o anni) quale forma di esecuzione. Non solo, pretendiamo con questo di fare il suo bene, di tutelare la sua vita e magari la sua dignità. Se non vogliamo che il nostro medico diventi il nostro aguzzino, legalizziamo l’eutanasia!

LE CONTRADDIZIONI DELLA CHIESA CATTOLICA

Stato e Chiesa sono favorevoli all’espianto di organi ma contrari all’eutanasia. 24 febbraio 1957: dichiarazione di Pio XII a favore della liceità dell’uso di analgesici, anche quando è prevedibile che abbiano l’effetto collaterale di accelerare la fine del paziente. 11 ottobre 1992: Chiesa cattolica favorevole alla pena di morte (catechismo della Chiesa cattolica art. 2267), regnante Giovanni Paolo II, ma contraria all’eutanasia (Chiesa cattolica belga favorevole). Ma la vita ci è stata regalata da Dio e di un regalo ognuno è libero di fare ciò che vuole. Ognuno ha il diritto di pensarla come vuole: questo è vero. Ma nessuno ha il diritto di imporre il proprio pensiero agli altri: e questo è cattolico.

CASI CONTROVERSI

Elena Moroni. Uno dei casi che senza dubbio fece più scalpore in Italia fu quello di un ingegnere di Monza, Ezio Forzatti, che il 21 giugno 1998 si introdusse nel reparto di terapia intensiva dove la moglie Elena Moroni, 46 anni, si trovava ricoverata in coma irreversibile a seguito di edema cerebrale. Egli aveva con sé una pistola scarica, che usò per minacciare il personale di servizio e tenerlo a distanza mentre staccava il respiratore che teneva in vita la moglie e, una volta accertatane la morte, si lasciò arrestare dagli agenti di polizia nel frattempo sopraggiunti.

Eluana Englaro. Molto dibattuto in Italia, per le implicazioni e politiche che ha avuto, anche in relazione al dibattito sull’eutanasia e sul testamento biologico, è stato il caso di Eluana Englaro, una giovane donna di Lecco che, dopo un grave incidente stradale avvenuto nel 1992 è rimasta in stato vegetativo persistente fino alla sua morte nel febbraio 2009. A seguito della richiesta del padre della donna di sospendere ogni terapia, e dopo una lunga vicenda giudiziaria, un decreto della Corte’appello di Milano, confermato in Cassazione, ha stabilito l’interruzione del trattamento di sostegno vitale artificiale realizzato mediante alimentazione e idratazione, e ha impartito delle disposizioni accessorie circa il protocollo da seguire nell’attuazione dell’interruzione de trattamento. Tra queste, oltre la sospensione dell’erogazione di presidi medici collerati, anche la somministrazione di sedativi e antiepilettici. Prima e dopo la morte della donna, avvenuta nella clinica di Udine nella quale era ricoverata per dare attuazione alla sentenza il 9 febbraio 2009, la vicenda ha colpito fortemente l’opinione pubblica, spaccata in due, anche con roventi polemiche e strascichi politici. La lopemica ha riguardato, oltre alle questioni etiche, scientifiche, giuridiche e politiche, anche le modalità che hanno condotto alla morte della Englaro per le quali si è parlato di eutanasia in relazione al prescritto utilizzo di sedativi.

Giovanni Nuvoli. Ammalato di sclerosi laterale amiorfica e ormai completamente paralizzato, chiese più volte ai medici che gli staccassero il respiratore artificiale che lo manteneva in vita. Il medico anestesista Tommaso Ciacca, che il 10 luglio 2007 stava per eseguire le sue volontà, fu bloccato dall’intervento dei carabinieri di Alghero e della procura di Sassari. A seguito di ciò, il 16 luglio 2007 Giovani Nuvoli iniziò uno scopero della fame e della sete che lo portò alla morte il 23 luglio 2007.

Piergiorgio Welby. Il dibattito sull’eutanasia si è riproposto alla fine del 2006 quando il poeta alla memoria del quale è intitolato questo log chiese che gli venisse staccato il respiratore che lo teneva in vita. Welby è morto il 20 dicembre 2006 per insufficienza respiratoria sopravvenuta a seguito del distacco del respiratore ad oper del medico anestesista Mario Riccio, di Cremona. Questi, in una conferenza stampa tenutasi il giorno dopo, ha confermato le circostanze della morte di Welby e si è autodenunciato.

Terri Schiavo. Negli Stati uniti fece scalpore il caso di Terri Schiavo, in stato vegetativo persistente (PVS) dal 1990, al cui marito Michael la corte suprema dello stato della Florida diede nel 2005 il permesso di sospendere l’alimentazione forzata. Anche in quel caso si discusse sulla correttezza dell’uso del termine eutanasia. L’esame autoptico praticato sulla donna dopo la sua morte appurò che il cervello di Terri Schiavo pesava circa la metà di quello di una donna in salute della stessa età, che gran parte delle cellule erano irrimediabilmente distrutte o danneggiate, e che essa era totalmente incapace di percepire alcun senso, tanto meno sentire o vedere.

Ramon Sampedro. A 25 anni, il 23 agosto 1968, tuffandosi in mare ha un incidente che gli procura la frattura della settima vertebra cervicale, con conseguente paralisi totale. Da allora inizia un lungo e doloroso itinerario giuridico per ottenere dai tribunali spagnoli la possibilità di ricorrere all’eutanasia. Nel gennaio del 1998, segretamente, grazie a una mano amica, ha raggiunto lo scopo. Da questa dolorosa vicenda che ebbe grande risonanza in tutto il mondo, è stato tratto nel 2004 il film Mare dentro, presentato con grande successo alla Mostra del cinema di Venezia.

È stata condannata all’ergastolo per omicidio volontario premeditato la madre britannica Francis Inglis, 57 anni, che ha somministrato una dose letale di eroina al figlio disabile di 22 anni, con l’intento di portare a termine la sua sofferenza. Secondo quanto ha raccontato lei stessa al tribunale Old Bailay di Londra, il figlio viveva “un inferno in terra” dopo che le lesioni alla testa provocate dalla caduta da un’ambulanza nel luglio 2007 lo resero disabile. La 57-enne ha descritto la “sofferenza costante” negli occhi del figlio, e ha dichiarato di “non avere avuto altra scelta” e di avere compiuto il gesto “pensando solo al suo bene”.

28 marzo 2008. Sono stati resi noti i risultati dell’autopsia: Chantal Sèbire è morta per avere ingerito una dose letale di barbiturici. Ma trattandosi di barbiturici non venduti in farmacia rimane il mistero sulla sua morte. Imago Romae si è occupato della vicenda della donna francese, affetta dal 2002 da un grave tumore deformante e alla quale il tribunale di Digione ha negato il permesso di richiedere l’eutanasia. Infatti in Francia come in Italia questa pratica non è possibile ed è considerata reato. Recentemente la donna è stata trovata morta nella sua casa di Plombières-lès-Dijon. Non vogliamo qui discutere di bioetica, ma porci una domanda: la signora è morta esattamente due giorni dopo il rifiuto del tribunale. Tragica fatalità, oppure eutanasia praticata di nascosto?

* [hanno collaborato Michele Boselli e Adriano De Stefano]

3 commenti:

Bice ha detto...

Nell’anno 2003 assistetti ad una conferenza sulla genetica che era stata segnalata sul web. L’incontro si svolgeva a Casale sul Sile in una sede per cure termali convenzionata con una USL del Veneto, in cui si praticavano (o si praticano ancora) applicazioni di fanghi provenienti dal Mar Morto (Israele) essiccati e poi sciolti nell’acqua del Sile; fanghi terapeutici usati per curare dolori e lesioni traumatiche.

Relatore della conferenza era un giovane professore ricercatore dell’università di Tel Aviv, che ci aveva intrattenuti sugli studi allora in atto delle cellule staminali adulte, le loro eventuali (e anche futuribili) applicazioni e la relazione stretta che questi studi hanno con la morale ebraica e le direttive rabbiniche che ne ispirano il percorso (da questo già si evince che in Israele forse non è così marcato il fossato o la voragine ideologica fra scienza e religione).

Il professore sosteneva che una cellula adulta prelevata dal braccio di un essere umano (quindi già arrivata allo stadio finale della sua destinazione) potesse essere ricondotta allo stadio embrionale e fatta ripartire su un percorso diverso per una diversa e nuova destinazione. Il relatore spiegava inoltre che questo procedimento era una prassi acquisita presso l’università sede dei suoi studi, e che la cellula di quel braccio, già a suo tempo specializzata per una finalità, potesse diventare l’embrione di un bambino, purché sempre seguendo le linee guida dell’etica ebraica, fosse applicata all’interno di una coppia omologa che deliberatamente avesse deciso di procreare usando il proprio materiale biologico ed escludendo ogni possibile contributo eterologo.

Dopo avere assistito a questa esposizione seppi da lì ad un mese che la clinica universitaria di Padova (quindi molto vicino a noi) aveva costruito una trache interamente con cellule staminali adulte, per cui il ricevente riceveva ciò che era già suo e poteva evitare gli effetti dei farmaci antirigetto. Probabilmente questa pratica ha bisogno di affermarsi nel mondo con modalità più certe e più consolidate, ma se veramente si potesse accedere a questa risorsa della natura, verrebbero a cadere, oltre che le ragioni degli espianti, anche quelle di coloro che rapiscono i bambini nel terzo mondo per lasciarli privati degli organi vitali a vantaggio di chi prevarica sulla parte dell’umanità più debole e più indifesa.

In altri termini, ciò che si delinea per gli israeliti come una direttiva religiosa, è anche immediatamente un grande vantaggio laico per il rimanente del consorzio umano; una finestra aperta verso il futuro nella cura di molte malattie.

Su questi temi sarà mai possibile una pacificazione e una tregua fra coloro che sono furiosamente clericali e coloro che sono furiosamente anticlericali?

Bice, Settecomuni (VI)

Léon ha detto...

accaddeva nel mondo 21 febbraio giorno che si siamo rivisti

21 febbraio 1616: Leandro Tisano di S. Vito al Tagliamento convertitosi all’ebraismo, viene condannato per apostasia, alla scomunica e alla confisca dei beni. Fra il 1551 e 1798 il tribunale del S. Uffizio di Aquileia a celebrato? oltre 2.000 processi.

21 febbraio 1795: In Francia la Convenzione Nazionale proclama la libertà dei culti e la separazione fra Stato e Chiesa.

21 febbraio 1942: Il cardinale Maglione, segretario di stato della Santa Sede presso lo Stato Indipendente di Croazia, in una nota indirizzata ai vescovi croati, invita questi ad accelerare il processo di conversione dei “dissidenti” (serbi ortodossi), cioè il loro ritorno al cattolicesimo. Ogni convertito era obbligato a versare 170 cune al sacerdote che lo ammetteva alla chiesa cattolica. Le convenzioni forzate furono 250.000.

21 febbraio 2006: Per anni ha abusato di sette ragazzine dicendo loro che sarebbero andate all’inferno se gli avessero resistito. Un sacerdote cristiano di Kyoto e’ stato condannato a 20 anni di carcere per le violenze, andate avanti dal marzo del 2001 fino al settembre del 2004. Gli abusi erano compiuti da Tamotsu Kin, oggi sessantaduenne, nella sacrestia della Chiesa Centrale del Santo Signore e le vittime avevano tutte tra i 12 e i 16 anni. Il tribunale ha inflitto il massimo della pena sottolineando che “Le ragazzine non potevano rifiutarsi perché per loro Kin rappresentava quando di più’ vicino a Dio ci fosse sulla Terra”.

Michele Boselli ha detto...

RIPREE FILM SU ELUANA, PALAZZO MORPUGNO CHIUSO PER IL SET

Le sale espositive di palazzo Morpugno (Udine) resteranno chiuse al pubblico fino a mercoledì per consentire la realizzazione di alcune scene del film "La bella addormentata".

Per una selezione di articoli sul film di Bellocchio, copia e incolla nel browser l'URL: http://misswelby.blogspot.com/search/label/BELLOCCHIO