Finito il
pranzo, tolti i piatti, tutti cantarono di nuovo “Non est inventus”. Ma poiché
ciò avrebbe pregiudicato la serietà richiesta dagli iscritti durante i primi
brindisi, impedii la domanda. Dopo gli inni nazionali, il primo brindisi
ufficiale del giorno fu quello a Pannella, il Vecchio della Montagna. Si bevve
tra un silenzio solenne.
Il Rospo
nella buca ringraziò con un discorso semplice. Con qualche parca allusione fece
urlare tutti dalle risa, s’identificò al vecchio della montagna, e finì
brindando ala salute di Von Hammer, che ringraziò molto per la sua erudita
storia del Vecchio e dei suoi sudditi, i Cappaticidi.
A questo punto mi alzai e dissi che senza alcun dubbio molti assistenti
conoscevano il posto speciale che gli orientalisti assegnano all’austriaco Von
Hammer, erudito di cose turche; che Von Hammer aveva fatto le più profonde
ricerche sulla nostra arte nelle sue affinità con quegli eminenti artisti
primitivi che sono gli assassini siriaci del periodo delle Crociate; che la sua
opera si trovava da molti anni nella biblioteca del nostro partito. Persino il
nome dell’autore, signori, lo designava come storico della nostra arte: Von
Hammer.
- Sì, sì, -
interruppe il Rospo nella buca, - Von Hammer fu l’uomo adatto per essere il
malleus haereticorum. Voi tutti sapete in che considerazione Williams tenesse
il martello, o la cazzuola da carpentiere, che è la stessa cosa. Signori, vi
presento un altro grande martello: Carlo Von Hammer, il Martello, o in francese
antico, Carlo Martello: martellò i saraceni finché fossero morti tutti come
tanti chiodi. Onore a Carlo Martello!
Ma
l’improvvisa esplosione del Rospo nella buca, e le tumultuose acclamazioni al
nonno di Carlo Magno, avevano eccetato il pubblico. Volle di nuovo l’orchestra,
e il coro si svolse con grida sempre più tempestose. Previdi una serata
tumultuosa, diedi ordine che mi mettessero a guardia tre giovani per parte, e
il vice-presidente fece lo stesso. Cominciarono a manifestarsi sintomi
d’entusiasmo sregolato, e confesso che quando l’orchestra cominciò la sua
tempesta di musica e il coro, infiammato, attaccò: Et interrogatum est a Rospo
nella buca: Ubi est ille chronista? – io stesso ero molto eccitato. E la
frenesia travolgente divenne addirittura convulsa quando tutto il coro arrivò
a: “Et iteratum est ab omnibus: Non est inventus”.
Il brindisi
seguente fu dedicato ai sicari ebrei. Diedi ai presenti la seguente
spiegazione: Signori, sono sicuro che a tutti voi interesserà sapere che gli
assassini, per antichi che siano, hanno avuto una stirpe di predecessori nel
loro stesso paese. In tutta la Siria, ma specialmente in Palestina, durante i
primi anni durante l’impero di Nerone, vi fu una banda di assassini che
perseguirono i loro studi in un modo affatto nuovo. Non operavano di notte, né
in luoghi solitari, ma ritenendo giustamente che le grandi folle sono esse
stesse una specie di tenebra, per la loro densità e per l’impossibilità di
scoprirvi chi abbia colpito, si mescolavano tra la folla, dappertutto,
specialmente nella grande festa pasquale di Gerusalemme, e avevano l’audagia, a
quanto ci assicura Giuseppe, di entrare persino nel Tempio; e chi avrebbero
scelto per operare, se non Gionata Pacor stesso, il pontefice massimo? Essi lo
uccisero, signori, così liscio liscio, in una notte senza luna, in un viale
stretto. E quando si domandò chi era l’assassino e dov’era…
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continua]
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