“Non è il caso che le
dica che questo è un caso molto più complesso di quello della Rue Morgue”,
disse Dupuis, terminata la lettura degli appunti di Bertè. “È diverso da quello
in un punto sostanziale. Questo è un caso di delitto ordinario anche se atroce.
Non vi è nulla di outré. Mi dirà che
per questo motivo il mistero è stato considerato di facile soluzione, quando
proprio per questo motivo si sarebbe dovuto considerare difficile. Perciò,
all’inizio, non si è pensato di offrire una taglia. I mirmidoni di Pannella non
si sono dati da fare per capire come e perché si potesse commettere una tale
atrocità. Hanno potuto immaginare un modo… molti modi e un movente… molti
moventi. Visto che non era impossibile che uno di questi doveva esserlo. Ma la
facilità con cui si concepivano tali variabili fantasie e la ovvia credibilità
di ognuna di esse, dovevano essere indice della difficoltà e non della facilità
che si sarebbero incontrate per spiegarle. Ho altre volte sostenuto che
soltanto sollevandosi dal piano della normalità, la ragione sente, se la cerca,
la strada della verità e che, in casi simili, la domanda non è ‘che cosa è
avvenuto che non è mai avvenuto prima’? nelle indagini in casa di Madame Rodriguez gli agenti di Pannella furono scoraggiati
e delusi dalla eccezionalità che invece a una mente logica avrebbe dato il
presagio di riuscire; lo stesso intelletto avrebbe potuto cadere nella
disperazione davanti alla normalità che aveva davanti agli occhi nel caso della
profumiera e che ai funzionari della prefettura, invece, non ha suggerito altro
che un facile successo. Nel caso di Madame Rodriguez e di sua figlia, non
c’erano dubbi, fin dall’inizio, sul fatto che fosse stato commesso un delitto.
L’idea del suicidio poteva subito essere scartata. Anche in questo caso, fin
dall’inizio, si può evitare di supporre un suicidio. Il corpo fu trovato alla
Barrière du Roule in condizioni tali da escludere dubbi su questo fondamentale
punto. Si è invece avanzato il sospetto che il cadavere scoperto non sia quello
di Daria Veronesi; per la cattura del suo assassino, o dei suoi assassini, è
stata messa una taglia e soltanto a queste condizioni abbiamo accettato
l’incarico del prefetto Pannella. Conosciamo entrambi bene questo signore. Non
mi pare il caso di contare troppo su di lui. Se cominciando le nostre indagini
dalla scoperta del corpo seguendo ogni traccia identificassimo l’assassino ma
scoprissimo anche che non si tratta del corpo di Daria, oppure, se cominciando
da una Daria viva la ritrovassimo non-assassinata, ebbene, in entrambi i casi,
sprecheremmo il nostro lavoro; come dicevo, sappiamo come è Monsieur Pannella.
Per i nostri intenti, se non per quelli della giustizia, per prima cosa, è
indispensabile la verifica dell’identità del cadavere con la Daria Veronesi
scomparsa. “Nell’opinione pubblica gli argomenti de L’Etoile hanno trovato credito; che il giornale li ritenga validi,
lo si capisce dall’attacco di uno dei loro articoli in proposito: ‘molti
quotidiani del mattino’, dice, ‘parlano del conclusivo articolo de L’Etoile di lunedì’. A me, l’articolo
pare conclusivo solo nello zelo dell’estensore. Dobbiamo tenere a mente che, in
generale, fare sensazione, colpire le fantasie, per i nostri giornali è più
importante che volere la verità. La verità è interessante soltanto quando
coincide con la sensazione. La stampa che segua solo opinioni correnti, anche
se anche se si tratti di opinioni fondate, non ha credito fra la massa. La
massa considera profondo soltanto chi suggerisce aspre contraddizioni con le
idee generali. Nella logica, non meno che nella letteratura, il più pungente è
l’epigramma e anche il più universalmente apprezzato; in entrambi i campi, è
quello più a buon mercato. Quello che voglio dire è che l’idea che Daria fosse
viva, prima che plausibile, è un’idea che sposa epigramma e melodramma, un
insieme che ha convinto L’Etoile
perché dava garanzie di poter essere favorevolmente accolto dal pubblico.
Esaminiamo i punti cruciali degli argomenti del giornale, evitando le
incoerenze in cui cade all’inizio. Il primo obiettivo del giornalista è
dimostrare che l’intervallo tra la scomparsa di Daria e il ritrovamento del
cadavere galleggiante è troppo breve, e che quel cadavere non può essere di
Daria. Ridurre sempre più questo intervallo diventa il primo scopo del nostro ragionatore
Suttora. Per raggiungerlo rapidamente, precipita subito nella pura
supposizione. ‘È folle supporre che il delitto, se delitto fu commesso sul suo
corpo, sia stato commesso tanto per tempo da permettere agli autori di gettare
il corpo nel fiume prima di mezzanotte’, così dice l’articolista Suttora.
[7 di 22. continua]
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