Eletto il nuovo Presidente della Repubblica
L'argentino scelto sull'onda emotiva creata da Papa Francesco

ROMA - Il nuovo vento d'Oltretevere di Jorge Bergoglio non ha tardato a farsi sentire a Montecitorio, dove deputati e senatori a camere riunite sono confluiti sul solo nome che potesse calamitare l'unanimità dei rispettivi quattro gruppi parlamentari: il nome religioso, quasi mistico nel napoletano, dell'ex calciatore argentino. Argentino come il nuovo pontefice, o vescovo di Roma come Bergoglio preferisce farsi chiamare.

DIEGO ARMANDO MARADONA, 52 anni, è il presidente della repubblica relativamente più giovane nella storia repubblicana, l'età minima per la carica essendo fissata a cinquant'anni. E anche il primo (e si presume unico) ad essere il dodicesimo Presidente della Repubblica italiana, dopo De Nicola, Einaudi, Gronchi, Segni, Saragat, Leone, Pertini, Cossiga, Scalfaro, Ciampi e Napolitano. E adesso Maradona, il secondo al femminile singolare dopo Cossiga.

LA MESTIZIA RADICALE. Il candidato unico dell'accordo Pd-Pdl è scaturito a sorpresa per arginare il pericolo di una presidenza Bonino, proposta più che ipotesi sbocciata come un coniglio dal cappello di alcuni neo-parlamentari grillini e rapidamente contagiatasi al resto del gruppo e anche fuori dai suoi confini in "piccionaia", ai borghi limitrofi dell'emiciclo occupati dagli altri due grossi partiti a destra e sinistra.

MA EMMA BONINO - secondo Grillo che a questo punto mi sembra proprio fuori di testa di brutto -, avrebbe un unico difetto: le gambe orribili, storte e gonfie come quelle di Hillary Clinton. Ora, caro Beppegrillo, a parte il fatto che il paragone con Hillary Clinton suona abbastanza dignitoso per una donna sua pari nel carattere determinato e prestigio internazionale quale è appunto anche Emma Bonino -, ebbene se dovessimo valutare le capacità delle donne in politica in base alla forma delle gambe, allora va decisamente meglio la Santanchè, o perfino Barbara D'Urso. Purchè, sia chiaro fin da subito, di Santanchè e D'Urso ci accontentiamo anche del cervello che ne accompagna le tette e i tacchi. Sì, perché non si può pretendere di avere la zucca di Bonino impiantata sulle zampe di Santanché. La più avanzata chirurgia neuro-estetica non arriva a tanto, e la scienza nel campo è ancora lontana da significativi progressi perché vincolata nel suo sviluppo, oppressa da leggi clerical-medievali, come denuncia il radicale Marco Cappato: "Basti pensare che perfino a un livello biologico più elementare, quale quello delle piante, l'azienda vitivinicola di Giovanni Negri in Piemonte investe da anni senza successo nel tentativo ardito di aggredire i mercati globali creando un improbabile incrocio tra il Barolo Bonino e la Sangiovese Santanché".

A PARTE LE FARNETICANTI DICHIARAZIONI DI CAPPATO (mi scuso con gli adepti del blog per avere trasgredito al buon senso riportando una dichiarazione di Cappato ma spero mi perdonino considerando che è totalmente falsa e inventata da me di sana pianta a scopo puramente illustrativo dei fatti), restava il problema di come avrebbero reagito gli altri partiti alla abile mossa dei parlamentari 5 stelle: non avrebbero potuto rinnegare brutalmente Bonino né la destra berlusconiana che l'aveva fatta commissario europeo (insieme a Monti!...), né il centrosinistra bersaniano che eleggendola nella sua coalizione l'aveva fatta vice-presidente del Senato. Candidando (strumentalmente?) la Bonino, Grillo aveva tirato una grossa fregatura a entrambi Berlusconi e Bersani in un colpo solo. Geniale. Forse. Perché oggi sappiamo, e l'ha certamente imparato anche Grillo, che così come la politica è l'arte del possibile, la partitocrazia è l'arte del sopravvivere lussuosamente, e per sopravvivere Berlusconi e Bersani hanno pure loro tirato fuori un coniglio dal cappello: Diego Armando Maradona, con buona pace di Emma Bonino che dovrà aspettare altri sette anni (all'epoca ne avrà 71). Proprio come il Vaticano e come gli Stati Uniti d'America: piuttosto di una donna, meglio perfino un negro, un polacco, un ex calciatore argentino...

FESTA A NAPOLI. La si pensa diversamente nel capoluogo partenopeo, dove petardi e mortaretti hanno salutato lo "Habemus Maradona" con persistenza acustica superiore a quella per le periodiche elezioni di papi o scioglimenti di sangue di San Gennaro. Un segno di attaccamento alla Repubblica - ha sottolineato il Presidente uscente Napolitano nel suo ultimo discorso in quanto tale agli italiani - lodevolmente superiore a quello per il papato. Successivamente fonti del Quirinale hanno smentito la frase correggendola in "Un segno di attaccamento alla Repubblica non inferiore al fervore nella fede cattolica". Un piccolo capolavoro di diplomazia linguistica regalatoci dai consiglieri del presidente emerito, il quale pur napoletano non si aspettava certo un tale successore alla sua riconosciuta sobrietà di stile e probabilmente a prendere il suo posto avrebbe ingurgitato meno peggio una Bonino.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

certo che questi argentini sono affamati: non fai in tempo a dargli il Vaticano che loro si servono pure il Quirinale

Anonimo ha detto...

Nel futuro si prevede già un ruolo anche per Messi o per adesso resta al Barça?

Anonimo ha detto...

Ti vedo in forma, Miss. Attendiamo ragguagli sugli sviluppi (fanta)politici.

Anonimo ha detto...

a volte grillo parla come il cavaliere quando fanno commenti sulle donne in politica, te lo ricordi cosa disse della merkel?
ciao
ori