Borgen, il potere
La serie televisiva
scandinava proclamata di bandiera dalla nuova tv LaF (che sta per
Feltrinelli in combutta con l'Espresso) è cominciata male. Nel primo
episodio (tutti quelli della prima serie vanno in replica alle ore 21 dal
lunedì al venerdì di giugno) abbiamo la giornalista televisiva
Lilli Katrine Fønsmark
Gruber (interpretata da Birgitte
Hjort Sørensen) che nel trombare
un suo amante Lettanen lo lascia stecchito d'infarto nel letto
del di questi appartamento. La bionda giornalista dalle tristi
labbrone a canotto, presa dal panico, chiama al telefono un suo precedente amante, il villoso Markasper Kappatuul (l'attore
Pilou
Asbæk) che si precipita
nell'appartamento per toglierla d'impiccio, facendo sparire le tracce
della sua presenza ed esortandola ad imbarcarsi sullo stesso taxi col
quale lui stesso è arrivato. Lui stesso è il principale consigliere
(spin doctor, in anglo-danese) della leader del Partito moderato, la
protagonista Birgittemma Bonyborg (Sidse
Babett Knudsen), che con sua stessa
sorpresa vincerà le elezioni divenendo la prima donna primo ministro
in Danimarca.
In effetti è interessante
notare come la realtà abbia seguito la fantasia televisiva: l'anno
successivo (2011) al debutto della serie, effettivamente il Regno di
Danimarca avrebbe avuto la sua prima capo di governo donna: Helle
Thorning-Schmidt, di bellezza mozzafiato, ed è altrettanto
interessante osservare anche come questo paragrafo sia l'unica cosa
vagamente veritiera di questo post.
Ma torniamo alle cose ben
più serie: il peggio del primo episodio consiste proprio nella trama
inconsistente: abbiamo una nota giornalista televisiva che fugge in
sottoveste sullo stesso taxi che ha portato lì il quasi altrettanto
noto consigliere di una leader di partito, in una nazione che conta
tanti abitanti quanto una regione italiana di medie dimensioni: il
Veneto o il Piemonte o l'Emilia, il Lazio o la Toscana o la Sicilia.
A meno che l'autista del taxi non fosse un idiota italiano o bosniaco
col quoziente d'intelligenza di Balotelli o Ibrahimovic, è del tutto ovvio che costui avrebbe potuto costruire la sua fortuna sul fatto di avere
accompagnato un noto funzionario di partito sul luogo ove si sarebbe
la mattina dopo rinvenuto un cadavere, e da questo luogo avere
riaccompagnato a casa una "Lilli Gruber" (tra l'altro
rimasta gravida del cadavere con conseguente aborto). Mille scuse a
Lilli Gruber, era solo un'intrepida analogia per rendere l'idea al
telespettatore italiano o bosniaco.
Per fortuna del
telespettatore, la serie migliora nelle puntate successive, con la
protagonista Birgittemma esercitare il potere con cinismo e fermezza,
senza lasciarsi intimidire dai cattivi maschiacci che la circondano.
Tra l'altro Birgittemma è una gradevole cicciottella di bassa
statura che smentisce lo stereotipo scandinavo: coi suoi capelli
scuri potrebbe essere italiana o bosniaca. Bella donna tutto sommato
trombabile, anche se il marito la tromba poco, poiché si capisce che
è un po' intimidito e si sente sminuito dall'inatteso successo
politico della moglie, e questo sì che è uno stereotipo ormai un
po' ritrito.
Degna di nota è invece la
figlia maggiore di Birgittemma, Laura, lei sì bionda adolescente
strafiga con la quale mi riprometto un rendez-vous a Copenhagen.
Nelle due annate successive della serie questa adorabile Laura
attizza-pedofili svilupperà problemi di malattia mentale a causa
della pressione cui si sente sottoposta come figlia-modello del primo
ministro, il che me la rende ancor più simpatica e attraente come
collega psicopatica. Ma andiamo per ordine svelandovi cosa succederà
in queste due annate successive della serie, non ancora trasmesse in
Italia. Lo so benissimo che è veramente da stronzi rivelare il
finale, ma d'altronde che cosa ci state a fare su questo blog se non
vi piacciono le stronzate?
Stronzate a parte, è
opportuno un po' di background. Nonostante nella fiction i partiti
danesi abbiano nomi inventati, hanno un corrispettivo ben
identificabile nella realtà politica di quel Paese: i "moderati"
centristi della Bonyborg somigliano molto ai social-liberali (non a
caso Radikale Venstre in danese); i "laburisti" sono
prevedibilmente i social-democratici; i "verdi" e i
"solidaristi" alleati sono sostanzialmente comunisti o
quasi, diciamo frocioni alla Vendola; i liberali di destra sono
proprio i liberali di destra; e il "Partito della libertà"
è riconducibile agli estremisti di destra del Partito popolare, già
Partito del progresso, come dire Forza Danimarca.
Dando per scontato che
abbiate già visto la prima stagione, la seconda comincia undici mesi
dopo la separazione di Birgitemma da suo marito Marko-Philip
Pannellasen, del quale diviene gelosa quando questi
intrattiene una relazione con la giovane medico Cécile Kyenge. Sono
brutti momenti per Birgittemma, alle prese con grossi problemi
(Afghanistan e dintorni) con gli alleati di governo verdi e
laburisti. Questi ultimi sono dilaniati da una lotta di potere tra il
leader Guglielmo
Marrot e i dissidenti capeggiati da Matteo Höxenhaven, che lo vuole
rottamare. A tal fine l'ignobile e vendicativo ex primo ministro
Berlaugesen, magnate dei media, si serve della giornalista Katrine
appioppandole come fotografo accompagnatore ad un summit il frocione
Mikkel Boselli-Tosoni, che seduce e ricatta Höxenhaven, il quale si suicida
(giustamente, visto che come partner di governo mirava slealmente al
posto di Birgittemma).
Intanto la relazione a
intermittenza tra Katrine Gruber e Markasper Kappatuul vede
quest'ultimo avere una quantità di relazioni con altre donne, il che
per chi conosce Kappatuul come anch'egli noto frocione suonerà
veramente strano, ma così vanno le cose nelle fiction danesi,
italiane e bosniache. Questo comportamento stravagante di Kappatuul
si riflette negativamente nelle sue prestazioni come addetto stampa della premier
Birgittemma, proprio mentre le tensioni si acuiscono tra gli alleati
del governo di larghe intese a causa del perfido Berlaugesen che
getta benzina sul fuoco dei dissidi interni ai partiti di
maggioranza. I problemi psichici di Laura dapprima peggiorano ma poi
si riprende e questo riunisce sotto lo stesso tetto i genitori Philip
Pannellasen e Birgittemma Bonyborg, che alla fine della seconda stagione annuncia
nuove elezioni.
Nella terza stagione
Markasper e Katrine hanno un bambino (Gustav Lafrìtola) mentre Birgittemma, incapace di
formare un nuovo governo, si dimette, rincuorando il telespettatore
che grazie a Dio non ci sarà una quarta stagione. Almeno
ufficialmente, perché in questo blog se ne leggeranno un altro paio, anch'esse inventate di sana pianta.
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