Ministri del governo italiano: oggi Emma Bonino
(nelle puntate precedenti vedi anche Flavio Zanonato)

ROMA - La neo ministra per l'integrazione Cécile Kyenge - che arrivata dal Congo nel 1983 lavorò come badante per mantenersi agli studi di italiano -, è stata scelta apposta per farle appunto da badante, con la scusa che sono alte uguali ("per non sfigurare nelle foto" ha giocato Letta sulla loro vanità) sedendole accanto nelle riunioni a Palazzo Chigi con siringa di sedativi pronta per l'uso nella borsetta e badando bene soprattutto che Emma Bonino, se colta da uno dei suoi raptus, non compia una strage in consiglio dei ministri, uno dei tanti, molteplici omicidi gratuiti che ne hanno costellato la brillante carriera politica. Di questo suo terribile segreto sarebbero a conoscenza alcuni colleghi ministri, tra i quali ovviamente il capo del governo Letta, il suo vice Alfano, e i veterani della politica più usi ai consunti corridoi del potere dove aleggia da tempo l'inquietante sospetto, o inconfessabile certezza, sulla pasionaria radicale che il popolo conosce invece come persona buona e giusta, battagliera attivista per i diritti umani e civili specialmente (ma non solo) delle donne, statista preparata e competente, molto ammirata e rispettata nel mondo. Con due soli difetti: uno piccolo di pronuncia (la Z al posto della S) e uno un po' più grave: la maniacale compulsione all'omicidio plurimo aggravato.

PULSIONE IRREFRENABILE e purtroppo molto frequente. La lunga (e certamente incompleta) lista documentata dal giornalista freelance Jurgen Morgenposter in un'inchiesta esplosiva per la Zuricher Allgemaine Zeitung inizia col deplorevole episodio dei deputati bulgari. Fine gennaio 1995, appena nominata commissaria europea, la Bonino si reca in visita ufficiale in Bulgaria, dove una delegazione di 40 parlamentari la porta nella cittadina mineraria di Zlatograd. I bulgari viaggiano in autobus (particolare da tenere presente) e la Bonino in un'auto della Commissione. Il gruppo scende in montacarichi nel pozzo per incontrare i minatori in sciopero della fame da settimane per migliori condizioni di sicurezza sul lavoro, sperando che la Bonino sbrogli la situazione, ma lei riemerge dopo appena due minuti, armata di kalashnikov prende in ostaggio l'autista del bus e lo costringe ad allontanarsi in fretta. Pochi secondi dopo l'esplosione, un boato assordante. Sepolti a centinaia di metri di profondità muoiono quaranta deputati di tutti i partiti e un numero imprecisato di minatori. Stando a questa ricostruzione, la Bonino poi farà secco anche l'autista e occulterà l'arma prima di ripresentarsi nella capitale Sofia simulando uno stato confusionale dovuto allo choc, ed evitando così troppe domande anche grazie al suo status di importante ospite proveniente da Bruxelles, dove rientrerà in silenzio lasciando la Bulgaria nel doppio lutto.

LA CIA SAPEVA. Lutto doppio perché quello stesso giorno un altro autobus a noleggio della stessa compagnia privata precipita in un burrone per un guasto ai freni, causando la morte di tutti gli occupanti, una cinquantina di boy scout in gita in montagna. Era il pullman previsto in origine per i deputati, sabotato da qualcuno che voleva ucciderli, ma per qualche ragione sconosciuta fu sostituito all'ultimo momento con un altro veicolo. "Sospettavamo della Bonino da molto tempo, ma lavorava solo in Italia e lasciammo che fossero gli italiani ad occuparsene, se lo ritenevano. Quando però negli anni 80 la sua attività si fece europea e nei 90 globale, diedi ordine di sorvegliarla" - scrive nella sua autobiografia l'ammiraglio in pensione Joey Shift-Draft, ora ottantenne e all'epoca capo della CIA - "i nostri agenti riportarono che Bonino segò personalmente i condotti dell'olio dei freni del bus che pensava avrebbe trasportato i deputati, una volta visto fallire il primo tentativo, con prontezza di spirito colse l'occasione degli esplosivi lasciati incustoditi in miniera, nascosti in uno zaino li portò con sé in fondo al pozzo insieme ai deputati, li innescò e si dileguò velocemente da sola col montacarichi". L'ex alto funzionario americano conferma anche l'omicidio dell'autista del bus: "tutto visto coi propri occhi dall'autista dell'auto blu, che era un nostro agente infiltrato nella sede locale della Commissione europea".

GENOCIDIO IN CONGO. La duplice strage bulgara impallidisce per crudezza dinanzi allo sterminio di intere tribù e centinaia di gorilla meticolosamente pianificato ed attuato dalla Bonino nel Congo meridionale durante la missione "umanitaria" del 2008 insieme a un inconsapevole ed incolpevole Prodi, del cui secondo governo era ministro. L'aereo della Bonino sorvola il Katanga spuzzandolo ampiamente con quintali di antrace e botulino sparsi dal vento su tutta la regione con effetti devastanti. "Le vittime sono decine di migliaia e l'ecosistema irrimediabilmente compromesso insieme alla catena alimentare", scrisse all'epoca su Entomologia oggi uno scienziato italiano che viveva sul posto, Roberto Granzotto, dell'immane catastrofe che fu messa a tacere dalle autorità congolesi. Ma un testimone oculare, un casco blu dell'ONU che volle rimanere anonimo si disse certo di avere riconosciuto la Bonino ai comandi del biplano agricolo, e fonti mai smentite attribuiscono alla sua amica giornalista Chistiane Amanpour una frase inquietante che si sarebbe lasciata sfuggire subito dopo avere appreso dei fatti: "Ha ripetuto quello che fece nel 1997 in Afghanistan col napalm".

A QUESTO PUNTO per almeno due volte i compagni di partito avrebbero cercato di farla disintossicare dalla dipendenza omicida in una clinica sulle colline tra Cuneo e Bra, sua terra di origine, ma senza successo. Sbagliata la terapia, in mezzo ad alcolisti, cocainomani e giocatori d'azzardo mentre il suo problema è alquanto diverso, per certi aspetti più grave... e sbagliato il luogo, quelle campagne dove già in tenera età seviziava gli animali e da adolescente inquieta plagiò una coetanea sua complice (che poi si fece monaca col voto del silenzio) nello stuprare, torturare, uccidere e sezionare numerosi compagni di scuola. Basta leggere gli articoli di Draire e Fogliani sul Braidese, il giornale di Bra da essi fondato nel 1964, o solo alcuni dei titoli raccapriccianti di quell'anno infausto: "UN ALTRO SCOLARO UCCISO - il corpicino rinvenuto a Boschetto è quello del fanciullo scomparso" (8 marzo); "IL MOSTRO DI POLLENZO COLPISCE ANCORA - la vittima mutilata dei genitali" (28 aprile); "QUINTA VITTIMA DEL PEDOFILO ASSASSINO - gli inquirenti braidesi brancolano nel buio" (15 agosto); "NATALE DI SANGUE PER DUE GEMELLINI - lo strazio dei genitori in lacrime" (27 dicembre); e così via anche nei due anni successivi, per un totale di vittime che cancellò un'intera generazione di giovanissimi braidesi. Poi improvvisamente più niente, le violenze cessarono e i casi non furono mai risolti. Si ipotizzò che "il mostro" potesse essere un militare di stanza nelle tante caserme della città e che fosse stato trasferito, ma qualcuno fa notare che a trasferirsi fu proprio la Bonino, a Milano per studiare alla Bocconi.

QUI LA BONINO studia lingue di giorno e biochimica di notte, nel laboratorio sotterraneo dove mette a punto un virus capace di permeare le pareti interne degli edifici universitari in modo da contaminare gli studenti radicali e determinarne il progressivo ed inarrestabile decadimento genetico riscontrato nei numerosi esemplari di individui sfornati dal prestigioso ateneo montiano nelle generazioni successive, giovani uomini politici riconoscibili dalla lentezza di pensiero e l'espressione intontita da pesce lesso. Il resto è storia nota: non appena laureata si dedica agli aborti, così sottraendo al Paese milioni di bambini mai nati, fino alla più recente battaglia per l'eutanasia, che l'ha vista protagonista nell'eliminare fisicamente ben tre senatori a vita soltanto l'anno scorso: Scalfaro, Pininfarina e niente meno che Rita Levi Montalcini, stroncati rispettivamente a 93, 85 e 103 anni, tutti con iniezioni letali di sostanze che non lasciano tracce. Andreotti invece è deceduto per conto suo, senza bisogno di aiuti, nell'apprendere della nomina a ministro degli esteri dell'assassina assatanata. Come dire che la Bonino è comunque coinvolta perfino nel trapasso del Diavolo.

Nessun commento: