Mi si è letto spesso scrivere qui di telemarketing, uno dei lavori che fingo meglio di far bene, tanto che l'ho svolto a lungo per grandi aziende come Cbs, Enel, Ibm, Vodafone... Una di queste mi ha recentemente dotato di uno smartphone che altrimenti non avrei potuto permettermi (visto quello che queste multinazionali mi pagano) e perciò ho cambiato modo di lavorare: anziché rinchiuso in un edificio con colleghe brutte e antipatiche, per fare le mie chiamate ai potenziali clienti posso installarmi su una panchina in un campo di Venezia sconosciuto ai turisti, o addirittura prendere il treno, quando non è affollato, per fare su e giù tra Venezia e Trieste. Il biglietto vale sei ore, circa come la batteria del mio apparecchio.

Attualmente sto portando avanti una campagna diretta ai geometri, che sono soggetti ideali, Dio li benedica. Dovessi chiamare dei macellai, mi troverei in difficoltà: io non sono leghista e loro non sono vegetariani. Dovessi chiamare dei premi Nobel, ancora peggio: hanno già sottoscritto tutto quello che voleva Pannella e adesso li chiamano di continuo da migliaia di altri partiti politici del mondo. Invece, esattamente a metà strada tra il macellaio e il premio Nobel si colloca il geometra, figlio del quadrato e dell'ipotenusa (da non credersi ma esistono veramente in Italia due geometri Tondo e uno Quadrato), col quale geometra posso sintonizzarmi sul nostro stesso quoziente di intelligenza medio, circa equivalente al pi greco.

Il geometra ha il vantaggio che è quasi sempre proprio come te lo aspetti: viso rettangolare, quattro arti e una moglie abbastanza soddisfatta, ma senza eccedere, dal punto di vista sessuale. Se dovessimo individuare un geometra nel mondo politico, scommetteri su Pierluigi Bersani, con le sue famose metafore geometriche del tipo "Non siamo mica qui a intersecarci in uno spazio algebrico vettoriale", anche se alcuni attribuiscono il concetto a Niki Vendola e pure a destra hanno spopolato ministri geometrici che si sono spinti a ipotizzare ponti da Cagliari a Palermo e trafori dall'Abruzzo alla Svizzera. Non oso pensare come siano fatti i geometri svizzeri, e verificarlo è davvero l'ultimo dei miei pensieri.

Oggi un geometra, aveva solo 52 anni, mi è schiattato al telefono mentre mi copriva di insulti. Si era accalorato a causa delle continue chiamate di telemarketing: in poche ore lo avevano disturbato 9 compagnie telefoniche, 23 società elettriche, l'olio Carli e tre ditte di surgelati, più una ciascuno di macchinette per il caffè, filtri per l'acqua e aspiramaterassi antibatterici, nonché Pannella che lo credeva un premio Nobel e Bersani che come al solito aveva semplicemente sbagliato numero. Mentre lo lasciavo sfogare, il geometra si è infervorato a tal punto in un crescendo di vaffanculi che d'improvviso è scoppiato e rimasto stecchito, silente. D'altronde molti geometri sono tradizionalmente periti.

Pazzesco che la chiamata successiva che avevo già in programma fosse proprio per un geometra titolare di un'agenzia di onoranze funebri, tale signor Euclide, che provvederà alle esequie del collega, del quale mi ha chiesto le misure per la bara. E che cazzo ne so?!? Non l'ho mai visto. L'ho ammazzato per telefono, mica di persona. Faccia un metro cubo abbondante e speriamo che basti. Adesso mi restano da chiamare ancora un migliaio di geometri (ai quali auguro lunga vita) e poi potrò scegliere io la prossima categoria commerciale bersaglio del mio evil-marketing. Pensavo ai lettori del blog (se volete lasciate il numero nei commenti), ma sono già in via di estinzione e non vorrei uccidere i pochi rimasti.

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