La California Cycleway fu concepita nel 1890 come impresa privata per collegare Pasadena a Los Angeles con 14 km di sopraelevata, per un pedaggio di 10 cent e un traffico previsto di 100.000 ciclisti all'anno, ma ne furono completati solo 2 km e all'inizio del secolo scorso il progetto fu abbandonato con l'avvento delle automobili.

Al giorno d'oggi l'archistar Norman Foster propone per Londra di costruire dieci percorsi per un totale di 220 km di piste ciclabili sospese da piloni sulla rete ferroviaria suburbana della capitale britannica, con oltre 200 punti di ingresso/uscita. Larghi fino a 15 metri, i percorsi SkyCycle potrebbero ospitare 12.000 ciclisti all'ora e, grazie all'assenza di automobili, ridurne di mezz'ora gli attuali tempi di percorrenza.

Appassionato ciclista, Lord Foster spiega che 6 milioni di persone vivono e lavorano a 10 minuti dai "caselli" delle piste (i più elevati dei quali avrebbero apposititi ascensori), e si spinge a sognare altrettanto per Parigi, immaginando una situazione in cui uno si sveglia dopo una notte di necro-sesso con Jim Morrison e Franco Levi al Père Lachaise, poi pedala tranquillamente fino alla Gare du Nord dove prende l'Eurostar con la sua bici, che inforca di nuovo una volta arrivato a London-Stratford un paio d'ore dopo.

Ok, prima che Foster mi faccia causa per diffamazione, ammetto che la situazione necrofila al cimitero parigino di Père Lachaise è frutto della mia mente malata, ma per tutto il resto ho riportato fedelmente il suo pensiero circa l'immaginifica pista ciclabile Parigi-Londra. Mi piace un architetto che immagina il futuro oltre la sua stessa vita invece di fare a gara a chi disegna il grattacielo più alto o più storto solo per lasciare un monumento a sé stesso, che poi tanto diventa un problema degli ingegneri, degli operai e del suo andrologo. Vabbè.

E proprio tra le stazioni ferroviarie londinesi di Stratford e Liverpool Street è in progetto, in collaborazione col gestore della rete ferroviaria Network Rail, un primo tratto sperimentale di 6.5 km. La struttura sopraelevata servirebbe anche per generare energia con pannelli solari e collettori di acqua piovana. Al costo di 220 milioni di paundi è una cifra mostruosa in questi tempi di crisi, ma la Gran bretagna ha sempre saputo rinnovare verso il futuro le sue tecnologie d'avanguardia, la sua splendida capitale con squallide periferie e perfino la sua anacronistica monarchia. E ri-vabbè.

Segnalo un bell'articolo di approfondimento del Guardian che descrive altri simili e affascinanti progetti ciclo-futuristici già elaborati nel recente passato: il futuro dei ciclisti it's on the air!

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