Federalismo e nazionalità, di Olivier Dupuis

2.09. Il partito della Transbalcanica

Un tale piano Marshall non sarebbe soltanto una iniziativa "macro-politica", ovvero una iniziativa di stabilizzazione politica risultante dallo sviluppo economico conseguente. In effetti la realizzazione di infrastrutture di comunicazione può acquisire un forte valore politico favorendo, per esempio, la crescita del tasso di interdipendenza tra paesi vicini, e quindi di capacità di dialogo. Può anche impedire l'utilizzazione di posizioni di rendita da parte di alcuni paesi nei confronti di altri. In questo senso la costruzione di un'asse di comunicazione ferroviaria Durazzo-Tirana-Skopje-Sofia (con possibile estensione verso Bucarest, Chisinau, Kiev ed Istanbul), oltre a favorire lo sviluppo di un'intera regione ed i suoi collegamenti con altre zone d'Europa (Sud-Italia in testa), toglierebbe all'asse di comunicazione Nord-Sud (Atene-Tessaloniki-Skopje-Belgrado) il predominio nei collegamenti balcanici e vanificherebbe l'attuale potere di ricatto della Serbia e della Grecia nei confronti della Macedonia.

Oltre a questa "trasversale balcanica", molti sono gli altri collegamenti da sviluppare. A titolo solo indicativo, possiamo menzionare i collegamenti Ovest-Est come quelli tra Berlino, Varsavia e Mosca, tra Parigi, Vienna, Budapest e Kiev, tra Monaco, Praga, Bratislava e Budapest, e quelli Est-Est come quelli tra Kiev, Chisinau e Odessa e tra Bucarest, Budapest e Varsavia.

Questo piano sarebbe di un ordine di grandezza del tutto diverso rispetto ai progetti oggi studiati dalla C.E. Un piano concreto, teso a facilitare la transizione all'economia di mercato dei paesi ex-comunisti, a favorire la progressiva compatibilità di queste economie con quelle occidentali e a rendere possibile, in tempi politici, una loro piena integrazione in una economia europea integrata.

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