Federalismo e nazionalità, di Olivier Dupuis

2.10. Europa: la piaga della partitocrazia

Da Varsavia a Roma, da Parigi a Bucarest, da Praga a Berlino, da Bruxelles a Budapest, da Bratislava a Madrid, dovunque, o quasi, sul continente europeo, dilaga la piaga degli effetti di una concezione della democrazia fondata sulla rappresentanza. Ad Est, dove questo sistema è stato recentemente reintrodotto, i suoi effetti disastrosi sono ancora "limitati" alla capacità dell'esecutivo di governare efficacemente, alla capacità del Parlamento di legiferare e di controllare effettivamente.

Ad Occidente, dove IL sistema vige da "sempre", ci sono, oltre a queste conseguenze disastrose, specialmente in tempi così difficili e spesso drammatici come quelli che viviamo oggi, quelle ormai evidenti a tutti e dovute al dilagare della corruzione eretta a sistema. Da "Tangentopoli" in Italia, che coinvolge quasi tutti i partiti (DC, PSI, PDS-ex-PCI, PRI, PSDI, PLI, ...), ai molteplici "affari" regolarmente insabbiati che hanno contrassegnato la vita politica del Belgio da vent'anni a questa parte; dagli scandali sul finanziamento dei partiti in Francia alle varie "Affaires" che hanno coinvolto personaggi politici di primissimo piano, non ultima quella sul sangue contaminato; dalle "dimissioni ministeriali" che hanno intaccato i vari governi della Germania al misero tramonto del cosiddetto "modernismo" socialista spagnolo, travolto anche esso dagli usi ed abusi di potere a fini personali o di partito; quasi tutti gli stati del continente europeo sono stati caratterizzati dalla corruzione e, anche se in misura variabile a seconda dei paesi, dalla ingovernabilità e dalla mancanza di reali condizioni di alternanza al governo.

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