Federalismo e nazionalità, di Olivier Dupuis

2.05. L'Anti-Maastricht

In tale senso, andrebbe valutata l'ipotesi della redazione e della diffusione su larga scala, cominciando con tutti i membri dei Parlamenti d'Europa, di una vera e propria COSTITUZIONE dei futuri Stati Uniti d'Europa: un vero e proprio Anti-Maastricht, manuale per una Nuova Europa (un "mille lire"). Un testo chiaro, limpido, accessibile a tutti i cittadini europei, da contrapporre nello stile, come nel contenuto, al libretto sul Trattato di Maastricht diffuso massicciamente in occasione dei referendum danese e francese. Un testo-Manifesto che possa servire da traccia per l'impegno federalista del Partito Radicale nei prossimi 5 anni ma anche come punto di aggancio, come "base contrattuale" per l'adesione al PR da parte dei parlamentari e dei cittadini d'Europa, dell'Ovest in particolare.

Questo progetto di costituzione dovrebbe definire:

- i diritti e doveri fondamentali dei cittadini degli Stati Uniti d'Europa (a cominciare dal diritto alla vita, dal diritto alla lingua, ...);

- l'architettura istituzionale (e quindi anche il sistema elettorale unificato e l'istituto europeo referendario);

- le competenze o i terreni di azione (e quindi il principio di sussidarietà) degli Stati Uniti d'Europa, insieme a quelli di competenza degli Stati e delle regioni. Queste competenze dovrebbero comprendere comunque:
- la politica estera (con il diritto-dovere di ingerenza);
- la politica di sicurezza e di difesa;
- la politica macro-economica;
- una politica fiscale;
- la politica macro-ambientale;
- la politica energetica;
- la politica monetaria (a breve termine per alcuni stati, a medio termine - per le ragioni di cui sopra - per altri stati);

- le condizioni di adesione all'unione federale e di ritiro dalla stessa;

L'aspetto istituzionale, anche se spesso di interesse relativo da parte dell'opinione pubblica, è, e rimane, fondamentale se vogliamo evitare di ricadere negli errori dell'esperienza comunitaria.

In particolare una separazione netta tra legislativo ed esecutivo ci sembra fondamentale, così come lo è una partecipazione degli Stati membri al momento legislativo attraverso la delegazione di una loro rappresentanza diretta, elettiva (delegazione che potrebbe coincidere con le commissioni "Affari europei" dei vari parlamenti nazionali), insieme ad una rappresentanza (paritetica?) delle loro regioni e/o comunità linguistiche in un Senato europeo. Uno schema che si distanzia molto, logicamente, da quello dell'attuale Comunità Europea dove il Consiglio Europeo che riunisce Capi di Stato e di Governo, non solo mescola le funzioni legislativa ed esecutiva, ma accentra, se non addirittura monopolizza, ogni tipo di potere, a dispetto del principio della divisione, fondamentale in democrazia.

Prefigurando questi Stati Uniti Democratici d'Europa, si può ritenere che lo schema di repubblica parlamentare sia quello più consono all'esigenza di rispettare le diversità ed a garantire l'equilibrio tra i vari poteri, e tra i loro vari livelli (federale, nazionale e regionale).

In questo quadro federale, per ben marcare la profonda esigenza di divisione dei poteri e dei livelli di potere, andrebbe finanche tolta ai capi di Stato e di governo la presidenza della federazione. Invece, con funzioni del tipo di quelle vigenti nelle repubbliche parlamentari, un presidente potrebbe venire eletto dalle due camere europee (Parlamento e Senato).

Infine, questa impostazione, di segno chiaramente federalista non dovrebbe - assolutamente - essere contrapposta a quella che abbiamo chiamato europeista ma bensì essere "complementare" ad essa. Gli Stati Uniti o la federazione dovrebbero svilupparsi PARALLELAMENTE all'UNIONE EUROPEA (oggi ancora CE) risultante del Trattato di Maastricht.

Ad essi aderirebbero quegli Stati e solo quelli, che decidono di aderire IN TOTO alla Costituzione suddetta.

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