Federalismo e nazionalità, di Olivier Dupuis

2.02. Riforma o Rifondazione

Se, come crediamo, questa è la situazione attuale della costruzione europea, non è più rimandabile la scelta di fondo quanto al tipo di Europa che si vuole. Due ci sembrano, anche se qui schematicamente riassunte, le strategie possibili per rilanciare la battaglia per una Europa unita.

La prima, di segno "europeista", punta alla massimalizzazione degli accordi di Maastricht. Ovvero intende lavorare nel quadro esistente, puntando su alcuni appuntamenti istituzionali importanti, ed in particolare su quello delle prossime elezioni europee (giugno 1994) e su quello della prossima Conferenza intergovernativa prevista per il 1996 (dicembre) per migliorare la trasparenza e la democraticità delle istituzioni europee, e più in generale, del suo funzionamento.

La seconda, di segno "federalista europeo", punta (o dovrebbe puntare) ad un chiarimento quasi risolutivo quanto alla natura della costruzione europea. Ovvero tra una cooperazione di segno sostanzialmente intergovernativa, anche se approfondita e istituzionalizzata, ed una vera e propria federazione democratica di Stati europei, sceglie risolutamente la seconda alternativa.

A partire da questa scelta si tratta quindi di rovesciare la logica che è stata alla base, e poi le fondamenta, del processo di integrazione europea per quasi quarant'anni, cioè che l'unione si sarebbe avverata al termine di un processo di progressiva integrazione economica.

Come abbiamo già accennato, le attuali crisi economiche e finanziarie - e non solo esse - dimostrano quanto sia fragile una tale visione. Essa rischia infatti oggi di vedere un lungo e paziente processo, portato avanti in tempi di relativa prosperità, essere definitivamente travolto dalle diverse crisi in atto.

La nuova logica sarebbe quindi incentrata sulla dimensione politica dello "stare insieme", della federazione. Non si tratta affatto di negare che le divergenze tra i vari stati dovrebbero essere affrontate e superate ma, al contrario di quanto previsto dall'attuale logica economicistica nella quale il superamento delle divergenze economiche e finanziarie è condizione di partecipazione ai meccanismi comuni, nella logica politica è l'unione che definisce i criteri ed i tempi di convergenza, investendo anche mezzi e risorse affinché‚ tale paese o regione che non adempie a certi criteri fissati dalle istituzioni della Federazione sia in grado di farlo.

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